Vegano non basta: i vegetali ultraprocessati uccidono (quasi) quanto la carne. Lo studio su Lancet: per essere salutari gli alimenti devono essere freschi ed integrali
No, vegano non basta. Per essere salutari gli alimenti devono anche essere possibilmente freschi ed integrali. Perché più che la natura stessa del cibo, è la sua lavorazione che fa la differenza. Uno studio, pubblicato su Lancet, condotto dall’Università di San Paolo e dell’Imperial College di Londra (finanziato dal World Cancer Research Fund), ha evidenziato che il cibo vegano ultra-processato può aumentare il rischio di morte cardiaca quasi quanto il corrispettivo non-vegetale.
La ricerca è stata condotta su 118.000 cittadini britannici di mezza età e anziani, integrando i dati con quelli ospedalieri per quasi un decennio. Ha scoperto in sostanza che le diete a base vegetale possono proteggere il cuore, ma solo se sono basate su cibi integrali. Ogni aumento del 10% degli alimenti a base vegetale era associato a una riduzione del 20% delle morti per malattie cardiache se il cibo non veniva ultra-elaborato. Tuttavia, quando l’aumento proveniva dagli alimenti UPF a base vegetale, era collegato a un aumento del 12% di tali decessi. Sostituendo gli alimenti UPF a base vegetale con frutta, verdura e altri alimenti integrali si riducono le morti per tutte le malattie cardiovascolari del 15% e il rischio di sviluppare tali malattie del 7%.
L’autrice principale dello studio, la dottoressa Fernanda Rauber, ha affermato che la composizione i metodi di lavorazione sono la chiave: “Gli additivi alimentari e i contaminanti industriali presenti in questi alimenti potrebbero causare stress ossidativo e infiammazione, aggravando ulteriormente i rischi. Chi si sposta verso alimenti a base vegetale dovrebbe anche pensare al grado di lavorazione coinvolto prima di fare le proprie scelte”.