Gaza, Hamas accetta il piano per il cessate il fuoco: “Pronti a negoziare”. La risoluzione Onu approvata ieri promuove la road map Usa, ma nella Striscia ci sono ancora morti
Hamas accetta l’accordo in tre tappe proposto dagli Stati Uniti per raggiungere il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, nell’ambito della risoluzione approvata nella serata di ieri dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo ha confermato uno dei leader del gruppo palestinese, Sami Abu Zuhri, secondo l’agenzia Reuters. Già nella serata di ieri Hamas aveva accolto favorevolmente sia la risoluzione che il piano, garantendone il rispetto e la disponibilità a sedendersi a un tavolo per negoziare i dettagli. La Casa Bianca ha chiesto ai vertici del gruppo palestinese di fornire garanzie di tale impegno. Ora, tramite Abu Zuhri, è il gruppo a chiedere alla Casa Bianca garanzie circa l’adesione di Israele. Il governo di Tel Aviv non si è detto contrario al piano, tuttavia continua ad affermare che le operazioni militari proseguiranno fintanto che Hamas non sarà eliminato da Gaza, e questo pone dei dubbi sugli impegni che promette di assumere rispetto al cessate il fuoco.
Stamani ammontano almeno a nove le vittime degli attacchi israeliani che hanno colpito edifici residenziali di Gaza City, nella Striscia di Gaza. L’agenzia Wafa fa sapere che all’alba è stato colpita una casa nel quartiere di Sheikh Radwan, e uno degli occupanti ha perso la vita. Nelle ore precedenti un altro palazzo è stato bombardato, causando otto morti tra cui dei bambini. I soccorritori, secondo l’emittente Al Jazeera, sono al lavoro per trarre in salvo le persone intrappolate sotto le macerie. Uccise inoltre sempre in un attacco israeliano altre tre persone nell’area di Deir el-Balah, nel centro di Gaza.
Gli attacchi dell’esercito israeliano sono avvenuti nonostante il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Uniti ieri abbiano approvato la risoluzione 2735, che ordina l’immediato cessate il fuoco a Gaza e l’implementazione del piano di pace in tre tappe proposto dagli Stati Uniti lo scorso 31 maggio.