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Tumore al pancreas resecabile: chemio FOLFIRINOX e nivolumab efficaci

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Tumore al pancreas: efficace il trattamento neoadiuvante con il regime chemioterapico FOLFIRINOX modificato associato all’immunoterapia con nivolumab

Il trattamento neoadiuvante con il regime chemioterapico FOLFIRINOX modificato associato all’immunoterapia con nivolumab ha dimostrato sicurezza ed efficacia nei pazienti con tumore del pancreas con resecabilità borderline. È quanto ha riferito Zev Wainberg, professore di Medicina e co-direttore del programma di oncologia gastrointestinale della University of California Los Angeles (UCLA), nella presentazione dei risultati di uno studio pilota di fase 1/2 all’ultimo meeting dell’American Association for Cancer Research (ACCR), tenutosi a San Diego.

Il trattamento con la combinazione di chemioterapia e immunoterapia prima della chirurgia si è associato a tassi favorevoli di resezione con margini negativi (R0), assieme a una sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana di 21,9 mesi e una sopravvivenza globale (OS) mediana di 34,6 mesi, con un maggiore prolungamento della vita per i pazienti sottoposti all’intervento chirurgico con successo.

Alto rischio di resezione R1
«Circa il 20% dei pazienti affetti da cancro del pancreas presenta un tumore resecabile borderline», ha ricordato Wainberg. «Queste neoplasie sono considerate resecabili, con o senza ricostruzione vascolare; tuttavia l’intervento chirurgico presenta un elevato rischio di non riuscire ad asportare completamente la lesione tumorale, lasciando così in sede margini positivi (R1), che mostrano, cioè, la presenza di un residuo di malattia visibile al microscopio. Ve tenuto presente che ottenere una resezione R0 piuttosto che R1 si associa a una sopravvivenza più lunga».

In tal senso acquista, pertanto, particolare rilievo il beneficio prodotto dalla combinazione chemio-immunoterapia in fase neoadiuvante in termini di conseguimento sia di un migliore risultato chirurgico sia di dati di sopravvivenza più vantaggiosi.

Lo studio
Lo studio ha incluso 28 pazienti con carcinoma pancreatico con resecabilità borderline, trattati con il regime FOLFIRINOX modificato (5-fluorouracile con leucovorina, irinotecan e oxaliplatino) più l’anti-PD-1 nivolumab per un periodo di trattamento da 3 a 6 mesi. Se, dopo 3 mesi, si fosse osservato un miglioramento della malattia con una regressione a uno stadio resecabile, i pazienti sarebbero stati considerati eleggibili per l’intervento di resezione. In caso contrario, il trattamento neoadiuvante avrebbe dovuto essere continuato per altri 3 mesi.

L’endpoint primario era la sicurezza, mentre gli endpoint secondari includevano i tassi di resezione e gli endpoint di sopravvivenza.

I partecipanti avevano un’età mediana di 67,5 anni e il 57% era di sesso maschile. Il punteggio del Performance Status ECOG al basale era 0 nel 61% dei casi e 1 nel restante 39%. I pazienti hanno completato una mediana di 5,5 cicli di trattamento e il follow-up mediano per gli outcome di sopravvivenza è stato di 25,6 mesi.

I risultati
Dei 28 pazienti, 22 (il 79%) sono stati sottoposti a intervento chirurgico; di questi 21 hanno ottenuto resezioni R0 e uno ha ottenuto una resezione R1 (margini positivi). L’intervento chirurgico ha prodotto due risposte patologiche complete, due risposte quasi complete e 15 risposte parziali.

La sopravvivenza è risultata più lunga per i pazienti che sono stati sottoposti all’intervento chirurgico, con stime di Kaplan-Meier di 27,3 mesi per la PFS e di 44 mesi per l’OS. Nel complesso, i tassi di OS a 12 e 18 mesi sono risultati rispettivamente dell’82% e 77%, «dati superiori a quelli dei controlli storici», ha sottolineato Wainberg.

Infatti, nello studio Alliance, che ha sancito il ruolo del regime FOLFIRINOX modificato (senza radioterapia) come standard di riferimento per lo studio attuale, l’OS mediana era risultata pari a 29,8 mesi, con un tasso di OS a 18 mesi pari al 66,7%.

Per quanto riguarda la sicurezza, metà dei pazienti nello studio ha manifestato eventi avversi di grado ≥3, tutti attribuiti esclusivamente alla chemioterapia. È importante sottolineare che non si sono osservate né fistole postoperatorie di grado 2, problematica preoccupante dopo la resezione del cancro al pancreas, né complicanze post-operatorie.

Falliti molti studi nel setting metastatico
Commentando i riscontri di questo studio pilota di piccole dimensioni, l’oncologo statunitense ha ricordato come precedenti studi sulla combinazione di chemio- e immunoterapia utilizzata nel setting metastatico siano in gran parte falliti. «Invece di focalizzarsi esclusivamente sulla neoplasia in fase metastatica, è opportuno valutare i farmaci in una fase più precoce sia nel caso di malattia resecabile borderline, sia in caso di tumore localmente avanzato, per comprendere l’impatto dei trattamenti sulla biologia del tumore», ha sottolineato Wainberg.

Tuttavia, ha aggiunto, l’utilizzo di terapie in fase neoadiuvante nel cancro del pancreas rappresenta una sfida. «Ricorrere in prima battuta a un trattamento neoadiuvante combinato di chemio- e immunoterapia in uno stadio non avanzato di malattia è quanto abbiamo effettuato e, a questo proposito, siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti in termini di sopravvivenza libera da progressione e globale », ha concluso l’autore.

Bibliografia
Z. Wainberg, et al. A pilot clinical trial of neoadjuvant modified FOLFIRINOX plus nivolumab in borderline resectable pancreas cancer. AACR 2024; abstract CT031.

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