Oli usati, il Rapporto CONOU: rigenerazione al 98%


Oli usati, il nuovo rapporto di sostenibilità CONOU conferma il primato in Europa: 100% di raccolta e 98% di rigenerazione

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Italia leader nella raccolta e rigenerazione degli oli usati, una filiera più che virtuosa, con un tasso di circolarità prossimo al 100%, che non ha confronti in Europa e che continua a crescere, anche a livello economico, dove segna un +12% dall’anno scorso a oggi.  Ecco cosa emerge dal nuovo Rapporto di Sostenibilità 2023 del CONOU – primo ente ambientale nazionale dedicato alla raccolta e al riciclo di un rifiuto pericoloso, l’olio minerale usato – e alla sua filiera di raccolta e rigenerazione. L’Italia, quindi, al primo posto in Europa nella gestione circolare degli oli minerali usati, provenienti dal settore industriale e dalle officine, un rifiuto che, se smaltito e rigenerato in modo corretto, può essere una risorsa, ma che, in caso contrario, potrebbe diventare una pericolosa fonte di inquinamento.

Con il Rapporto di Sostenibilità 2023, CONOU conferma gli ottimi risultati raggiunti e si adegua a nuovi standard normativi europei creati dall’EFRAG, (European Financial Reporting Advisory Group), che diventeranno presto obbligatori per tutte le aziende.

“La strada della trasparenza secondo gli standard UE richiede applicazione, continuità e competenza”, ha dichiarato il Presidente del CONOU Riccardo Piunti; “I Rapporti di Sostenibilità chiamano sempre più professionalità ampie e multiformi per gestire, a livello complessivo, gli input tecnici, economici, ambientali, organizzativi che le diverse funzioni aziendali mettono a disposizione. La realtà consortile, non un’azienda ma una galassia di aziende, rende questo compito ancora più complesso. Per questo siamo sempre molto soddisfatti del nostro rapporto di sostenibilità, certificato da un revisore di livello, che fotografa la nostra eccellenza in modo completo e veritiero, il nostro biglietto da visita in Europa”.

Raccolte 183 mila tonnellate di oli minerali esausti, rigenerazione al 98%

Il Rapporto conferma la continuità e il miglioramento dell’attività del consorzio: 183mila tonnellate raccolte, quasi la totalità della quota raccoglibile; di queste, il 98% è stato avviato a rigenerazione grazie al lavoro dei 59 concessionari che, nella attività di raccolta e micro-raccolta (si contano 6.641 conferimenti con 678 automezzi) hanno ritirato l’olio presso 103mila produttori su tutto il territorio nazionale. Si tratta, in particolare, di siti industriali (12%) e officine (88%). Delle tonnellate raccolte, il 50% deriva dalla micro-raccolta, ovvero di quantitativi ridotti anche in località impervie e lontane dalla grande viabilità che CONOU incentiva favorire la esaustività della raccolta compensando i costi extra del servizio. La maggior parte delle 183mila tonnellate sono state cedute ai tre impianti di rigenerazione; solo 2.800 tonnellate sono andate nei termovalorizzatori, mentre una quantità minima (600 tonnellate) è stata ceduta a appositi inceneritori per la termodistruzione.

Oltre il 58% del totale raccolto arriva dal Nord e vede in cima alla lista delle regioni produttrici la Lombardia (22%) seguita dal Veneto (12%); le regioni del Centro contribuiscono con una raccolta del 18% (solo dal Lazio arriva il 7% come per la Campania che ne raccoglie la stessa percentuale). Il Sud e le isole arrivano al 23%.

Impatti ambientali: – 127mila tonnellate di CO2 equivalente

Rigenerare gli oli minerali usati ha impatti positivi sull’ambiente. Nel 2023, grazie al lavoro del CONOU e della sua filiera, è stata evitata l’immissione in atmosfera di 127mila tonnellate di CO2 equivalente, gas responsabile dell’effetto serra, con una riduzione del 57% rispetto al sistema alternativo, che prevede la generazione di basi lubrificanti vergini, diesel e prodotti bituminosi. I dati relativi all’impatto su ambiente e salute parlano chiaro: circa 7 milioni di GJ di combustibili fossili consumati in meno, un miglioramento della qualità del suolo e un minore sfruttamento (90%), 60 milioni di metri cubi di acqua risparmiata, un beneficio in termini di incidenza di malattie dovute all’emissione di particolato inferiore del 92%.