Tumore al seno triplo negativo: lo studio BREAKFAST-2 indaga quali sono gli effetti dei programmi nutrizionali sulle terapie oncologiche
Indagare sui reali effetti di un programma nutrizionale che confronta la restrizione calorica ciclica rispetto a un’alimentazione non restrittiva, ma sana e bilanciata; valutare la relazione tra programma nutrizionale e uno schema terapeutico complesso, che prevede l’utilizzo di quattro chemioterapici e un immunoterapico; mantenere il contatto diretto tra medico e paziente tramite una web-app con chat coordinata da nutrizionisti e oncologi dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: ecco le peculiarità che rendono lo Studio BREAKFAST-2, innovativo e unico nel suo genere.
“Un IRCCS così importante a livello internazionale come il nostro non può non avere un filone di ricerca progressivamente crescente sul ruolo degli stili di vita e dell’alimentazione” – interviene Gustavo Galmozzi, Presidente Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – “L’attenzione dei nostri ricercatori oggi è rivolta a implementare e rendere traslabile nella pratica clinica un programma di stile di vita che abbia al proprio centro la nutrizione: lo studio BREAKFAST-2 ne è l’esempio”.
Lo studio BREAKFAST-2, reso possibile anche grazie al contributo non condizionante di Fondazione Giuliani, durerà due anni circa e coinvolgerà 12 Centri, per un totale di circa 150 donne arruolate, nella fascia d’età 18-75 anni. Si tratta di donne con tumore al seno triplo negativo in stadio precoce (II-III), candidate a ricevere un trattamento a base di quattro chemioterapici e un immunoterapico prima dell’intervento chirurgico.
“L’avvio di questo Studio rappresenta un momento storico importante per il nostro team di ricerca” – sottolinea Filippo de Braud, Direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Milano – “Lo schema nutrizionale di restrizione calorica è sempre il medesimo dal 2016 e in questi 8 anni è stato l’oggetto di studi che hanno coinvolto in totale più di 250 pazienti, prevalentemente con tumore al seno. Abbiamo dimostrato che con questo approccio è possibile ottenere una rimodulazione favorevole non solo del metabolismo, ma anche del sistema immunitario, “potenziando” le cellule immunitarie con attività antitumorale. Ora siamo in una fase successiva della sperimentazione, in cui stiamo valutando l’impatto di questo programma nutrizionale sull’attività antitumorale dei trattamenti farmacologici”.
“Lo studio BREAKFAST-2 rappresenta una sfida interessante perché, per la prima volta, l’approccio nutrizionale viene valutato in uno studio che prevede un braccio di controllo, come comunemente effettuato negli studi” – aggiunge Giovanni Apolone, Direttore Scientifico Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – “È fondamentale sottolineare anche la presenza della web app, che recepisce il concetto dei patient-reported outcomes, essenziali per il nostro Istituto, che ha da sempre nella sua missione il benessere del paziente”.
Lo schema di restrizione calorica ciclica prevede cinque giorni di regime alimentare a base di alimenti e grassi di origine vegetale e un basso contenuto di carboidrati e proteine, che viene ripetuto ogni 3 settimane. Nel braccio di controllo, l’alimentazione raccomandata è basata sull’utilizzo di un’ampia varietà di cereali non raffinati, prevalentemente vegetariana, come da indicazioni delle principali società scientifiche internazionali (Word Cancer Research Fund; European Code Againist Cancer; America Cancer Society).
“È la prima volta che combiniamo uno schema terapeutico così complesso con un programma nutrizionale che prevede la restrizione calorica” – sottolinea Claudio Vernieri, Medico Oncologo presso la Breast Unit del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano e IFOM – “Lo scopo è di valutare se l’approccio di restrizione calorica è sicuro, ben tollerato e, soprattutto, se è in grado di aumentare l’attività antitumorale della chemioimmunoterapia. Alle donne arruolate nel braccio di controllo verrà proposto un programma nutrizionale che è il miglior comportamento alimentare ad oggi noto, queste pazienti verranno monitorate dal punto di vita oncologico e nutrizionale con la stessa frequenza e modalità delle pazienti arruolate nel braccio sperimentale. Dunque anche queste pazienti trarranno beneficio dall’adesione allo studio”.
Tutte le pazienti reclutate nello studio vengono seguite anche tramite una web-app realizzata dai ricercatori INT in collaborazione con Eurama Precision Oncology. È l’altra grande novità dello studio BREAKFAST-2. “La web-app è stata disegnata sulla base dell’esperienza maturata con le donne coinvolte nei nostri precedenti studi” – chiarisce Francesca Ligorio, Oncologo Medico presso la Breast Unit del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e ricercatrice IFOM – “Alla app possono avere accesso anche i diversi team dei Centri coinvolti, ma è l’INT a prestare l’assistenza alle pazienti in caso di necessità o dubbi. Il vantaggio è che ci permette di avere in tempo reale un’idea globale sull’andamento dello studio, sull’aderenza delle pazienti al trattamento, sugli eventuali effetti collaterali e sullo stato di salute di ogni persona coinvolta, senza passaggi intermedi”.
Tra gli obiettivi dello studio c’è anche la ricerca di biomarcatori molecolari. “Valutiamo l’evoluzione dei profili genomici e di espressione genica a livello del tessuto tumorale, e l’associazione tra questi e la risposta del tumore ai trattamenti sperimentali” – precisa Giancarlo Pruneri, Direttore del Dipartimento di Diagnostica avanzata Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e Presidente EURAMA Precision Oncology – “Le eventuali caratteristiche biologiche che emergeranno ci consentiranno di identificare possibili biomarcatori di sensibilità o resistenza ai trattamenti proposti e, dunque, anche di ipotizzare meccanismi di resistenza del tumore da studiare nei nostri laboratori per migliorare l’efficacia di questo approccio terapeutico”.