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Un mondo alla ricerca di “cura”: l’esperienza di Bettingranker

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A chi non è mai capitato di rimanere fossilizzato davanti Netflix per decine di minuti alla ricerca del giusto show o del giusto film da guardare? Questa paralisi da analisi è in realtà tristemente comune nell’attuale settore dell’intrattenimento perché, incredibile a dirsi, abbiamo raggiunto un livello di varietà a dir poco incredibile rispetto al passato.

Il discorso fatto per Netflix, chiaramente, vale anche per quello che è il mondo della musica (con Spotify che ti permette di avere accesso a praticamente tutta la musica del mondo in un clic) o a quello dei videogiochi (piattaforme come Steam sono emblematiche da questo punto di vista); non ci sono antidoti veri e propri per questo genere di situazione se non un lento riabituarsi dell’utenza a una cosa molto particolare: la curatela, di cui diverse definizioni si possono trovare sul sito della Treccani.

Nel contesto dell’intrattenimento, infatti, la curatela è il processo di selezione e organizzazione dei contenuti; in un cinema la curatela è la programmazione, nella musica è la gestione delle playlist musicali, nei videogiochi è la selezione di percorsi ludici e così via. La selezione, quando realizzata con criterio, riesce a prevedere anche le aspettative del pubblico al fine di accontentarle e soddisfarle.

Nel mondo del gioco tutto questo processo non fa differenza: parliamo di un mercato che si è espanso all’inverosimile con l’arrivo di internet e che vede nell’abbondanza uno dei suoi “problemi” attuali. Piattaforme come Bettingranker.it riescono a operare un processo di curatela in un settore incredibilmente competitivo, dove ogni mese escono fuori nuove piattaforme e nuovi luoghi dove divertirsi.

L’utente vuole essere guidato?

Una regola aurea nel mondo della user experience è che l’eccesso di scelta provoca un rallentamento della fruizione da parte dell’utente; l’abbondanza è buona nei supermercati, magari, perché aumenta la permanenza del potenziale acquirente portandolo ad aumentare la sua spesa media ma non può funzionare dovunque. È esattamente in questo contesto che strumenti digitali come quelli di Bettingranker.it danno il meglio di sé.

Per l’occasione abbiamo chiesto a Eliza Radcliffe, reviewer di Bath, di spiegarci la ratio dietro le operazioni di curatela della piattaforma internazionale.

Bettingranker nasce con l’obbiettivo di guidare l’utente altrimenti disperso all’interno dell’enorme successo del mondo delle scommesse, fuorviato anche dalla mostruosa burocrazia che c’è in tutto nel settore. Noi forniamo contenuti editoriali che vanno dalle classifiche a contenuti più verticali su una singola piattaforma sempre tenendo al centro il concetto di trasparenza, che per noi è il punto focale del valore che portiamo.

Il sito, nonostante sia accessibile anche dall’Italia, presente anche una montagna di contenuti dedicati al mondo delle scommesse oltre oceano con informazioni dettagliate sulle competizioni americani e/o anglofone. Questo è un bel valore aggiunto per chi è stanco di puntare sempre sulla solita serie A o sugli sport popolari nel nostro bel paese.

C’è bisogno di educazione

Inutile dire che è importante sottolineare il valore “educativo” delle opere di curatela, dovunque queste siano fatte. Questo perché il processo di curatela, quando realizzato secondo i giusti crismi, è un perfetto esempio di educazione informale e continua; a questo va aggiunto il fatto che c’è effettivamente una stimolazione del dialogo critico all’interno di questi processi, fornendo arricchimento per l’esperienza individuale e favorendo un dialogo ampio all’interno del discorso sociale.

L’industria del gioco (come quella dell’intrattenimento, del cinema, della musica e così via) è la prima a ricevere dei chiari vantaggi da questo processo; questo perché attraverso la selezione di contenuti e prodotti si va a incoraggiare in maniera attiva il pubblico alla creatività e all’innovazione, creando le basi per quello che sarà il mondo del domani.

L’educazione dell’utente, è quindi, un vero e proprio ponte per il futuro; sia questo del divertimento, dell’industria o della cultura sta ai posteri sceglierlo.

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