Da giovedì 13 giugno 2024, la Basile Contemporary di Roma – diretta da Rosa Basile – ospiterà la mostra personale “6_24” della nota scultrice Roberta Morzetti
Da giovedì 13 giugno 2024, la Basile Contemporary di Roma – diretta da Rosa Basile – ospiterà la mostra personale “6_24” della nota scultrice Roberta Morzetti, un percorso che indaga l’attuale stato dell’essere con l’obiettivo di far riflettere lo spettatore sulla moderna sovrapposizione del virtuale sul reale. Curata da Marco Giammetta con Rosa Basile e arricchita da un testo storico critico di Silvano Manganaro, l’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 13 luglio 2024.
“È ancora attuale chiedersi quale sia oggi la posizione delle donne nel campo dell’arte, ovvero quale sia la reale inclusione delle artiste nel sistema arte/mercato italiano?
In particolare, la visibilità a loro dedicata è in grado di riflettere un reale cambiamento su quell’ancestrale pregiudizio sufficiente a rendere la disparità di genere un ricordo del passato? Roberta Morzetti è una delle pochissime donne scultrici Italiane completamente dedicata ad un lavoro complesso e fisicamente deteriorante, che lei utilizza come strumento di espressione della contemporaneità e di emancipazione. Il nostro è stato un incontro tra donne, e tra donne abbiamo riflettuto sul rapporto tra essere e apparire, tra il dire ed il fare, tra la bellezza esteriore ed interiore, condividendo una visione unitaria sul senso dell’io.” – Rosa Basile
All’interno della galleria romana verranno esposte 15 opere scultoree che chiamano alla mente forme umane, simboli e immagini, le quali rappresentano un ponte metaforico tra l’io vissuto più profondo e la forza evocativa di una bellezza che non mira ad avere compiacimento, ma a stimolare riflessioni e suggestioni, amplificate da costanti riferimenti mitologici. Roberta Morzetti indaga sul vissuto dell’essere umano, dando vita ad un’esposizione che si presenta come un vero e proprio percorso di consapevolezza alla scoperta della propria bellezza interiore: da qui il titolo “6_24”, con il numero sei che indica l’essere più profondo, da scovare dentro di noi e con il quale connettersi. Esiste uno stretto rapporto tra l’artista e “l’essere” inteso come capacità percettiva del nostro corpo, la cui pelle rappresenta il confine tra il dentro e il fuori: è la pelle a ricevere frequenze e vibrazioni e a comunicare sensazioni che si trasformano in emozioni. Il profondo rapporto con l’interiorità che spinge l’artista a scavare nella propria anima nasconde un importante messaggio contro la superficialità e la ricerca ossessiva della perfezione esteriore, che alimentano la vanità e la fame di consenso, ostacoli alla vera libertà.
Il fine principale di Morzetti è quello di portare l’osservatore – con innocente sincerità – a “vedere”, senza filtri, i segni provocati dalle esperienze della vita e riflettere sul valore terapeutico che il dolore può generare, se vissuto come occasione e non come sconfitta. Il lavoro dell’artista che emerge in “6_24” si basa su un continuo confronto tra linguaggi semantici diversi, quello dell’io e quello della comunicazione che, senza mai sovrapporsi, trovano la strada per connettersi e raccontare una storia. Roberta Morzetti spiega: “La scultura è un’attività di confine tra l’io e la metafora e ha il potere di far emergere energie nascoste aggirando le barriere coscienti”.
In questa ricerca di confronto, l’artista apre il dialogo con l’intelligenza artificiale utilizzandone le potenzialità espressive, ma senza mai lasciarla prevaricare. Entrando all’interno della Basile Contemporary, i visitatori avranno l’opportunità di prendere parte ad un percorso in cui reale e virtuale si fondono e si confrontano: la nuova tecnologia muove l’opera nello spazio, la trasforma per darle una lettura alternativa lasciando che l’osservatore possa decidere da che punto di vista guardarla, in modo che l’esperienza rimanga unicamente soggettiva.
A tal proposito, il curatore della mostra Marco Giammetta afferma: “Oggi, tutto o quasi, avviene attraverso la mediazione di tecnologie in grado di veicolare il reale attraverso le immagini. Reale e virtuale perdono il loro rapporto dicotomico e si sovrappongono, generando una terza dimensione che è quella dell’illusorietà. L’essere inteso come dimensione materica e sensoriale, alimentato dall’esperienza e dal vissuto, si trasforma, si muta; tutto è possibile in questa dimensione virtuale ed allora possiamo essere ciò che vogliamo, ciò che non siamo e ciò che non saremo mai. Il virtuale diventa così potentissimo strumento di comunicazione in grado di negare la dimensione reale, confondendola con l’effimero e massificandone l’immagine. Le opere della Morzetti si interrogano sull’attuale stato dell’identità intesa come reale essenza dell’essere, per questo 6_24. È quindi gioco forza aprire, scavare, entrare dentro li corpo per ritrovarsi, per indagare sui reali valori dell’essere riportando l’esistenza al centro dell’io reale. La nostra responsabilità è sentire, valutare e consapevolmente agire.”