Allo Spazio SVR fino a novembre la personale di Sobin Park


La pluripremiata artista coreana Sobin Park propone a Venezia – presso il centralissimo e suggestivo Spazio SV in San Zaccaria – la mostra personale ENTER THE DRAGON

sobin park

Correva l’anno 1973 e il regista Robert Clouse girava il film Enter the Dragon, interpretato dalla leggendaria icona delle arti marziali Bruce Lee. A distanza di tempo, l’altrettanto mitologica e affascinante figura del drago torna a calcare le scene culturali di tutto il mondo partendo proprio dal 2024 che secondo l’astrologia cinese corrisponde all’anno del Drago di Legno.

E così, tra un riferimento cinematografico che guarda al passato e un tributo al presente sulla scia dell’antica tradizione cinese, la pluripremiata artista coreana Sobin Park propone a Venezia – presso il centralissimo e suggestivo Spazio SV in San Zaccaria – la mostra personale ENTER THE DRAGON curata dall’americana Thalia Vrachopoulos.

2024: ANNO DI ENERGIA ED EVOLUZIONE

Aperta al pubblico in modalità gratuita sino al 24 novembre 2024, questa accattivante esposizione di opere in grafite su carta avvolge il visitatore in un percorso ammaliante e al tempo stesso sognante tra potenti figure di dragoni affiancate a rappresentazioni sinuose di figure femminili, tutto a ricordare l’energia, la forza creatrice e lo slancio che porta con sé il Drago in questo anno in corso, essendo simbolo benevolo di evoluzione, miglioramento, ringiovanimento e abbondanza.

NON SOLO DISEGNI

I disegni scaturiti dalla creatività sui generis dell’Artista sono allegorie della creatura mitologica (il Drago di Legno) che incarna le speranze e i desideri più cari alle culture orientali, ma al tempo stesso sempre piu condivisi e apprezzati anche dalle culture occidentali.

Park, attraverso i suoi lavori, reinterpreta in modo ora delicato ora molto impattante l’iconografia del drago dando vita ad un dialogo creativo con il vasto mondo dell’arte moderna e contemporanea.

SOBIN PARK: QUANDO LA TELA DIVENTA MONUMENTALE

Il potere della sua arte deriva dall’eccezionale unicità della sua pratica artistica: disegnando ossessivamente sulle sue tele monumentali fino a 10 metri, con una minuscola matita, il processo pittorico di Park ricorda una danza ipnotica, in cui i suoi gesti fluidi, che balzano qui a là sulle vaste  superfici massimaliste, eseguono una sorta di rituale taoista, ridando virtualmente vita alla figura del drago e creando una sorta di connessione profonda e trasformativa tra l’Artista e le attraenti fanciulle soggetto delle sue opere.