Farmaci biologici ben tollerati per la psoriasi grave


Nei pazienti con psoriasi molto grave, farmaci biologici efficaci a lungo termine e ben tollerati secondo uno studio italiano di real life

psoriasi genitale

Nel trattamento della psoriasi molto grave i farmaci biologici hanno dimostrato un’elevata efficacia che si mantiene nel tempo, abbinata a una buona tollerabilità. È quanto emerge da uno studio retrospettivo italiano di pratica clinica reale pubblicato sul Journal of Personalized Medicine.

La psoriasi può avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla produttività, soprattutto se di grado severo. Mentre le forme lievi possono essere gestite con la terapia topica, la psoriasi da moderata a grave richiede in genere una terapia sistemica. Tuttavia vari ostacoli possono impedire l’inizio del trattamento, principalmente a causa delle preoccupazioni sulla sicurezza condivise sia dai pazienti che dai medici, giustificate se si considera che le tradizionali terapie sistemiche orali come metotrexato, ciclosporina e acitretina comportano potenziali tossicità per gli organi, problemi di tollerabilità e la necessità di un regolare monitoraggio di laboratorio, hanno premesso gli autori.

I farmaci biologici, per la loro grande efficacia e tollerabilità, sono sempre più utilizzati nel trattamento della psoriasi da moderata a grave quando il paziente non tollera le tradizionali terapie sistemiche a causa di effetti avversi o di inefficacia. L’efficacia dei biologici spinge ad aspettative e obiettivi più elevati nella gestione della psoriasi da moderata a grave, e un miglioramento di almeno il 90% dello Psoriasis Area Severity Index (PASI 90) o il raggiungimento di un punteggio PASI assoluto ≤ 2 fino a 16 settimane di trattamento sono gli attuali obiettivi del trattamento.

«Tuttavia evidenze limitate da studi clinici e osservazionali in aperto supportano il fatto che la psoriasi molto grave risponda ai farmaci biologici con la stessa efficacia e rapidità delle forme moderate/gravi della malattia» hanno scritto il primo autore Giovanni Fiorillo del Dipartimento di Scienze Biomediche della Humanitas University di Pieve Emanuele, Milano, e colleghi. «Obiettivo di questo studio era pertanto valutare l’efficacia e la sicurezza delle nuove terapie biologiche in pazienti affetti da psoriasi molto grave».

Valutazione delle terapie biologiche nella psoriasi molto grave
I ricercatori hanno condotto un’analisi retrospettiva su pazienti di almeno 18 anni di età affetti da psoriasi molto grave (PASI ≥ 30), che avevano ricevuto un agente biologico per almeno 16 settimane. È stato utilizzato il PASI per valutare la gravità della malattia e l’efficacia alle settimane 16, 52, 104 e 156, mentre per l’analisi di sicurezza sono stati monitorati i tassi di interruzione del trattamento e gli eventi avversi.

In totale sono stati inclusi 40 pazienti, 29 maschi e 11 femmine, con un’età media di 55,80 anni e con malattie cardiometaboliche (malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, diabete di tipo 2 e ipercolesterolemia) come comorbilità più comuni (25,00%). Il 70% dei soggetti presentava un coinvolgimento psoriasico in almeno un’area difficile da trattare.

Efficacia elevata che si mantiene nel tempo
Tutti i pazienti hanno completato 16 settimane di trattamento. Il PASI medio era 31,60 al basale, 3,48 alla settimana 16, 0,58 alla settimana 52, 0,77 alla settimana 104 e 1,29 alla settimana 156.

La riduzione del PASI del 90/100% rispetto al basale (PASI 90/100) è stata raggiunta rispettivamente dal 52,50% e dal 30,00% dei pazienti alla settimana 16, dal 96,15% e 80,77% alla settimana 52, dal 93,33% e 66,67% alla settimana 104 e dall’85,71% e 42,86% alla settimana 156.

Punteggi PASI ≤ 2 sono stati raggiunti dal 50,00% dei pazienti alla settimana 16, dall’88,46% alla settimana 52, dall’86,67% alla settimana 104 e dall’85,71% alla settimana 156.

Due partecipanti (5%) hanno interrotto la terapia biologica per aver raggiunto la remissione completa. Sono stati segnalati eventi avversi da quattro pazienti (10%), tre dei quali con infezioni del tratto respiratorio superiore e uno con candidosi orale. Durante il trattamento biologico non sono stati rilevati eventi avversi gravi o nuovi risultati sulla sicurezza. Quattro pazienti hanno riportato eventi avversi lievi.

«La perdita di efficacia rappresenta la ragione principale per cui i pazienti abbandonano la terapia biologica, con circa il 47% che interrompe il trattamento dopo 3 anni. Un rischio maggiore di perdita di risposta è stato associato a un aumento del Dermatology Life Quality Index (DLQI) e a sintomi più gravosi (come la fatigue), enfatizzando la correlazione tra l’efficacia del trattamento e il miglioramento della soddisfazione del paziente o della qualità della vita» hanno osservato gli autori.

«Comprendere i fattori che influenzano la durata del mantenimento della risposta nel tempo nei pazienti trattati con farmaci biologici dovrebbe essere un obiettivo importante per gli studi futuri, dato che la maggior parte delle evidenze proviene principalmente da studi clinici randomizzati, che potrebbero non riflettere pienamente l’esperienza del mondo reale dei pazienti psoriasici» hanno aggiunto. «I limiti del nostro studio (inclusa la sua natura retrospettiva e il piccolo campione) non ci consentono di confrontare le diverse classi di farmaci biologici in queste popolazioni. Sono necessari ulteriori studi per comprendere appieno come le differenze nella categorizzazione PASI possano influire sull’agente biologico di prima scelta nei pazienti affetti da psoriasi molto grave».

Referenze

Fiorillo G et al. Effectiveness and Safety of Biological Therapies in Very Severe Plaque Psoriasis: A Real-Life Retrospective Study. J Pers Med. 2024 Feb 7;14(2):186. 

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