Abatacept efficace nei pazienti anziani con artrite reumatoide e aterosclerosi


Il trattamento con abatacept potrebbe rallentare la progressione dell’aterosclerosi e rivelarsi utile per i pazienti anziani

Gli acidi grassi omega-3 contrastano l'infiammazione e riducono l'aterosclerosi secondo uno studio del Karolinska Institutet

Il trattamento con abatacept potrebbe rallentare la progressione dell’aterosclerosi e rivelarsi utile per i pazienti ad alto rischio di malattie cardiovascolari, come i pazienti anziani. Lo dimostrano i risultati di uno studio recentemente pubblicato su Arthritis Research & Therapy.

Razionale e disegno dello studio
Abatacept è una proteina di fusione solubile che agisce come modulatore selettivo della co-stimolazione dei linfociti T, ed è un farmaco biologico ampiamente utilizzato con successo nel trattamento dell’artrite reumatoide.
I pazienti con AR si connotano, notoriamente, per un incremento del rischio di malattie cardiovascolari secondarie all’aterosclerosi, soprattutto in quelli con AR scarsamente controllata, a causa dell’infiammazione cronica .
La mortalità cardiovascolare rappresenta circa il 50% dei decessi tra i pazienti con AR.

In teoria, gli agenti che inibiscono l’infiammazione, come i b/tsDMARD, dovrebbero ridurre anche il rischio cardiovascolare. In effetti, è stato riportato che i farmaci anti-TNF riducono l’incidenza di eventi cardiovascolari nei pazienti con AR. Tuttavia, le evidenze sono limitate, soprattutto per quanto riguarda l’impiego di questi farmaci a lungo termine. In particolare, non è stato riportato l’effetto a lungo termine dell’abatacept sulla rigidità arteriosa e, quindi, sul rischio cardiovascolare.

A differenza di altri agenti, come i farmaci anti-TNF e gli inibitori di IL-6, che inibiscono direttamente i mediatori infiammatori, abatacept agisce come inibitore delle cellule T, più a monte della cascata infiammatoria. È stato riportato che la co-stimolazione delle cellule T CD80/86-CD28 è fondamentale per l’accelerata progressione dell’aterosclerosi in modelli murini.

Per queste ragioni, dunque, si ipotizza che abatacept possa avere anche un effetto anti-aterosclerotico e di miglioramento della sopravvivenza, oltre all’effetto sull’infiammazione articolare.

Su questi presupposti è stato disegnato il nuovo studio, che si è proposto di valutare l’efficacia di abatacept sull’aterosclerosi. Inoltre, sono stati messi a confronto la persistenza in terapia e gli eventi avversi (AEs) a seguito del trattamento con il farmaco nei pazienti più anziani rispetto a quelli più giovani e sono stati identificati i fattori di rischio cardiovascolare, continuando a valutare l’efficacia in termini di attività della malattia e di sicurezza del trattamento a lungo termine (fino a 3 anni – 156 settimane).

Disegno dello studio e risultati principali
Lo studio, avente un disegno osservazionale prospettico, e condotto in aperto, prevedeva che i pazienti reclutati fossero stratificati in 4 gruppi: pazienti più giovani (20-64 anni) e più anziani (≥ 65 anni) che assumevano abatacept (AY e AO) e DMARDcs  (CY e CO). Il farmaco è stato somministrato sottocute o endovena.

Gli endpoint primari erano rappresentati dalla variazione, rispetto al basale, dello spessore medio intima-media (IMT) della carotide comune, l’IMT massimo (bulbo, biforcazione, carotide interna e comune) e il punteggio della placca alla 156a settimana. Sono stati valutati anche l’attività della malattia, la persistenza in terapia e gli AE.

Dei 219 pazienti esaminati al momento dell’arruolamento, tre si sono ritirati e 216 sono stati classificati in quattro gruppi per età e trattamento (AY, n = 52; AO, n = 73; CY, n = 41; CO, n = 50). A 156 settimane, i pazienti che avevano completato lo studio nel gruppo AY erano 25; nel gruppo AO, 32; nel gruppo CY, 32 e nel gruppo CO, 29.

E’ emerso che Il gruppo abatacept (AY + AO) tendeva a mostrare incrementi minori dell’IMT medio, dell’IMT massimo e del punteggio della placca rispetto al gruppo DMARDcs (CY + CO) alla 156a settimana, sebbene le differenze tra i gruppi non fossero statisticamente significative.

L’ analisi multivariata ha mostrato incrementi significativamente inferiori del punteggio di placca con abatacept rispetto ai DMARDcs, solo se si considera l’attività di malattia alla 156a settimana (p = 0,0303).
Le percentuali di pazienti con risposta EULAR “buona o buona/moderata” sono state più elevate nel gruppo abatacept, senza differenze significative tra pazienti più anziani e più giovani.

Non sono state osservate differenze significative in termini di persistenza in terapia con abatacept tra pazienti più anziani e più giovani.

Quanto alla safety, gli AE gravi, in particolare le infezioni, tendevano a essere più frequenti con abatacept rispetto ai DMARDcs, anche se non sono state riscontrate differenze significative.

Limiti e implicazioni dello studio 
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno tenuto a sottolineare come, finora, pochi studi prospettici come il loro avessero valutato il trattamento e gli outcome dell’AR in pazienti anziani, nonostante questa sia la popolazione prevalentemente colpita e, data la cronicità della malattia, è importante ottenere dati di efficacia e sicurezza a lungo termine. Inoltre, questo studio è stato il primo a riportare l’effetto di abatacept sull’aterosclerosi nei pazienti con RA.

Nonostante alcuni limiti metodologici intrinseci dello studio ammessi dagli stessi ricercatori (disegno osservazionale, dimensione relativamente piccola del campione di pazienti, limitata generalizzabilità dei risultati a causa della popolazione reclutata, esclusivamente giapponese) nel complesso i risultati ottenuti permettono di concludere che:
– Abatacept può rallentare la progressione dell’aterosclerosi
– L’efficacia del farmaco si è mantenuta durante i 3 anni di osservazione, senza differenze tra pazienti anziani e giovani.
– Non sono stati rilevati nuovi segnali di sicurezza
– La persistenza in terapia con abatacept è rimasta elevato e non ci sono state differenze tra pazienti anziani e giovani

Pertanto, abatacept potrebbe rivelarsi utile per i pazienti ad alto rischio di malattie cardiovascolari, come i pazienti anziani.

Bibliografia
Yamada Z et al. Long-term effects of abatacept on atherosclerosis and arthritis in older vs. younger patients with rheumatoid arthritis: 3-year results of a prospective, multicenter, observational study. Arthritis Res Ther 26, 87 (2024). https://doi.org/10.1186/s13075-024-03323-8
Leggi