Valerio Chiurchiù, 40 anni, ricercatore dell’Istituto di farmacologia traslazionale del Cnr di Roma, ha vinto il Premio Rita Levi Montalcini istituito 25 anni fa da FISM
Valerio Chiurchiù, 40 anni, ricercatore dell’Istituto di farmacologia traslazionale del Cnr di Roma, ha vinto il Premio Rita Levi Montalcini istituito 25 anni fa da FISM per valorizzare i giovani ricercatori sulla sclerosi multipla. Come spiega la motivazione ufficiale del Premio, il ricercatore, partendo un’attività di ricerca di base , sta giungendo a proposte innovative che possono cambiare il paradigma della terapia nella SM, soprattutto quella in fase avanzata.
Biologo, con un dottorato di ricerca in immunologia e biotecnologie applicate, ed esperienze lavorative svolte all’estero presso importanti Università, tra cui l’Università di Harvard, Chiurchiù dirige da cinque anni il Laboratorio di Risoluzione della Neuroinfiammazione presso l’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma. Nella sua carriera ha firmato 70 articoli peer-reviewed dal 2005 ad oggi, di cui 30 come primo autore, e ha saputo coniugare due grandi passioni scientifiche : lo studio dei lipidi bioattivi e l’immunologia, ed applicarle nella sclerosi multipla.
Molte le sue collaborazioni a livello nazionale e internazionale, una su tutte quella con il Professor Charles Serhan, Harvard Medical School (Boston, USA). Insegna da diversi anni alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e all’ICOMM – International College of Ostheopathic Manual Medicine di Roma.
“La FISM ha sempre creduto nel nostro approccio scientifico, che punta a risolvere l’infiammazione invece di bloccarla”, ha dichiarato. “Questo nuovo metodo, basato su una classe di lipidi bioattivi chiamati pro-resolvine, derivati dagli acidi omega 3 e omega 6 presenti nella dieta, può risolvere l’infiammazione nella sclerosi multipla e migliorare il decorso della malattia, soprattutto nelle fasi avanzate. Stiamo ora avviando il primo trial clinico sui pazienti, che è in fase di approvazione, per testare questo approccio. Le prospettive per miglioramenti terapeutici sono molto alte, grazie anche al sostegno della FISM ai nostri studi. Abbiamo una sfida da affrontare e un futuro promettente davanti a noi”.