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Il premier israeliano Netanyahu scioglie il gabinetto di guerra

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Netanyahu scioglie il gabinetto di guerra israeliano. La decisione è arrivata dopo le dimissioni di Gantz e la richiesta di entrare a far parte dell’organismo di Smotrich e Ben-Gvir

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la decisione di sciogliere il gabinetto di guerra composto da sei membri e istituito pochi giorni dopo il lancio di un’offensiva su larga scala contro la Striscia di Gaza, in risposta a un attacco subito lo scorso 7 ottobre da combattenti legati ad Hamas. La decisione, come osservano i media israeliani, arriva una settimana dopo le dimissioni di un membro del gabinetto, Benny Gantz, e in coincidenza con la richiesta di entrare a far parte dell’organismo da parte di due ministri della destra estrema, il ministro delle finanze Bezalel Smotrich e il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir. L’ingresso di uno dei due esponenti di governo, come osservano i media locali, avrebbe potuto peggiorare le tensioni con i partner internazionali, a partire dagli Stati Uniti.

La Casa Bianca sta lavorando insieme alla Francia a un modo per ridurre il rischio di uno scoppio di aperte ostilità tra Israele e il gruppo libanese degli Hezbollah, e visite tra esponenti di governo sono previste in settimana. Nei giorni scorsi, infatti, lo scambio a fuoco tra le due forze ha raggiunto livelli allarmanti, con morti da entrambe le parti. La decisione odierna del premier israeliano arriva inoltre in una fase in cui Netanyahu affronta forti pressioni da parte dell’opinione pubblica, che preme per andare a elezioni anticipate. La testata Haaretz fa sapere che, ora che il gabinetto di guerra è stato sciolto, l’offensiva militare su Gaza sarà gestita dal gabinetto di sicurezza, tuttavia le “questioni più delicate” saranno affrontate in un “forum di consultazione più piccolo”.

Nella Striscia di Gaza non si interrompono intanto gli attacchi dell’esercito, che sostiene di operare “in maniera mirata” per eliminare i guerriglieri di Hamas. Nella seconda giornata della festività musulmana di Eid, secondo i media internazionali si registrano raid da nord a sud: da Beit Hanoon a Bureij, Maghazi e Deir el-Balah, fino a Rafah. Qui, l’artiglieria si starebbe concentrando sulla zona centrale e orientale, fino al cosiddetto corridoio Filadelfia a sud. Secondo i giornalisti palestinesi, l’esercito starebbe “sistematicamente radendo al suolo gli edifici” in queste aree, dove non resterebbero più “né edifici né campi coltivati”.

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