“Correggio. Dall’ombra alla luce” stasera su Rai 5 per Art Night


Angelo Allegri da Correggio – un innovatore destinato a una fortuna postuma – è il protagonista del documentario prodotto da Rai Cultura in onda su Rai 5 per Art Night

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L’underdog del Rinascimento. Con un tocco tanto inconfondibile che Dario Fo, ospite a casa di una storica famiglia correggese, ne riconosce la mano in un piccolo quadretto di Sant’Agata soprannominato “La testina del Correggio” e ci vede il viso della moglie e modella Ieronima. Angelo Allegri da Correggio – un innovatore destinato a una fortuna postuma – è il protagonista del documentario prodotto da Rai Cultura “Correggio, dall’ombra alla luce”, di Emanuela Avallone e Linda Tugnoli, in onda mercoledì 19 giugno alle 21.15 per “Art Night”. Un artista schiacciato da predecessori come Raffaello, Michelangelo, Leonardo anche per via della sua collocazione periferica rispetto ai grandi centri culturali del XVI secolo.

“Se fosse uscito di Lombardia e stato in Roma avrebbe dato molta distanza a tutti gli altri”, dice il Vasari. A Parma, il pittore emiliano smonta le strutture della prospettiva modellando un immaginario prebarocco, come quello della cupola di San Giovanni Evangelista, dove, grazie al restauro, le figure e l’uso particolare che lui fa della luce finalmente risaltano. È il pittore della luce e anche quello del gioco teatrale: dipinge le ombre come se arrivassero dalle finestre. È servita la scienza per poter spiegare l’illuminazione straordinaria delle sue opere: tanta calce dentro al pigmento, così ricco che risulta voluttuoso, e per evitare lo sgretolamento la sabbia, che dà luminosità. “Tra i pittori italiani, è il primo a sperimentare con la luce: quella del meriggio estivo ne “Il giorno”, e quella crepuscolare ne “La notte”. Nel “Compianto sul Cristo morto” c’è l’eclissi e tutto è scuro. È la naturalezza a guidarlo”, spiega lo scrittore Michele Frazzi.

Come lui, anche le sue opere hanno subito l’oblio. Un caso eclatante è quello della Camera della Badessa, nel Convento benedettino di San Paolo a Parma, riscoperta dopo due secoli di clausura, nel Settecento.

La scrittrice Melania Mazzucco, di fronte alla Danae di Correggio alla Galleria Borghese, spiega: “Lui raffigura eroine che agiscono, non che sono agite. La Danae, ma anche la Io con Giove che si fa nebbia, esprimono il piacere sessuale femminile. Un caso raro nella storia dell’arte occidentale”. Non è forse un caso che le sue maggiori sostenitrici siano donne. Non solo la Badessa Giovanna. Ma anche Isabella d’Este, Veronica Gambara con il suo circolo umanistico e poi la moglie Ieronima.

Correggio è un genio compreso più dalle donne che dagli uomini della sua epoca. Ma sarà un altro genio suo coevo a riconoscerlo. Tiziano, interpellato dai committenti scettici sulla validità del lavoro del collega nel duomo di Parma, dice: “Se voi capovolgeste la cupola e la riempiste d’oro, non otterreste il valore che ha con gli affreschi del Correggio”.