Marta Abba, la “Musa” di Luigi Pirandello, lo scrittore Premio Nobel, è la protagonista di “Il segno delle donne” stasera su Rai Storia
La “Garbo della scena italiana”. Così la stampa del passato ha definito Marta Abba, la “Musa” di Luigi Pirandello, lo scrittore Premio Nobel che eleggerà l’attrice come l’interprete principale di numerose sue opere, e che Marta chiamerà “Maestro”, stringendo con lui un rapporto personale, ma anche un sodalizio artistico, molto significativo. Marta Abba, alla quale dà voce e volto, Ilenia Pastorelli è la protagonista del “faccia a faccia” di Angela Rafanelli e “Il Segno delle Donne”, una coproduzione Rai Cultura – Anele, prodotta da Gloria Giorgianni, in onda mercoledì 19 giugno alle 21.10 su Rai Storia.
Nata a Milano nel 1900 da una famiglia di commercianti, dopo il diploma all’Accademia dei Filodrammatici, Marta Abba esordisce prima in uno spettacolo allestito nel Teatro del Popolo e poi, nel 1924, nella compagnia meneghina di Virgilio Talli, facendosi notare dai critici e dagli addetti ai lavori per il suo talento e per la sua “recitazione moderna”. La sua fama giunge fino a Luigi Pirandello che, nel 1925, decide di scritturarla nella sua Compagnia del Teatro d’Arte di Roma. Incantato dalla bellezza, dalle doti recitative e dal temperamento della sua “attrice prediletta”, Pirandello scriverà per Marta numerosi personaggi, come le protagoniste delle celebri opere “Diana e la Tuda”, “L’amica delle mogli”, “La nuova colonia” e, soprattutto, “Trovarsi”. Inoltre, le affiderà dei ruoli importanti nei suoi massimi capolavori, a partire dalla Figliastra nei “Sei personaggi in cerca d’autore”. Per oltre un decennio, ovvero fino alla scomparsa del drammaturgo avvenuta nel 1936, Marta Abba e Luigi Pirandello intrecceranno le loro vite grazie anche ad un copioso “carteggio”, che renderà ancora più intensa la loro relazione.
Nel 1929, dopo lo scioglimento della compagnia del Teatro d’Arte di Roma e una breve esperienza a Berlino, Marta Abba fonderà una sua compagnia e porterà in scena gran parte del repertorio pirandelliano, riscuotendo grandi successi ma incontrando anche molti ostacoli da parte del “mondo teatrale”. Dopo la calorosa accoglienza francese dell’opera “L’uomo, la bestia e la virtù”, firmata sempre dal “Maestro”, Marta Abba esordirà nel cinema. Nel 1934, interpreterà “Teresa Confalonieri”, la protagonista dell’omonimo film, che riceverà al Festival di Venezia la Coppa Mussolini. In seguito, però, nonostante il favorevole riscontro della critica cinematografica e del pubblico, Marta non riuscirà più a recitare in una pellicola. Dopo questa delusione, l’attrice deciderà di partire per Londra: qui, un impresario le proporrà di calcare i palchi di Broadway, recitando nella commedia di Jacques Deval, intitolata “Tovarich”.
E proprio in un teatro di New York, il 10 dicembre 1936, l’interprete riceverà la notizia della scomparsa del suo indimenticabile Maestro. Durante la tournée americana, conoscerà Severance A. Millikin, un ricco mercante d’arte che sposerà nel 1938. Per il matrimonio, rinuncerà a recitare in teatro, almeno fino al 1952 quando, dopo essersi separata dal marito, tornerà in Italia e tenterà di avviare una nuova compagnia. Questa volta, però, la sua audacia non sarà premiata e deciderà di ritirarsi, definitivamente, dalle scene, scegliendo di vivere in una villa ribattezzata “Trovarsi” nei pressi di Aulla, in Toscana.