Gli scatti, tratti dal libro di Tonino Mosconi “San Marino, Opera al Bianco”, in mostra da giovedì 20 giugno fino all’8 settembre al Museo di Stato della Repubblica
Una San Marino insolita, ammantata di neve, quella di cui i turisti, che in questa stagione estiva affollano la Repubblica più antica del mondo, potranno godere, attraverso gli scatti, tratti dal libro di Tonino Mosconi “San Marino, Opera al Bianco”, in mostra da giovedì 20 giugno fino all’8 settembre, presso il Museo di Stato della Repubblica di San Marino.
Un libro e una mostra che consentono di vivere le magiche atmosfere della neve e dell’inverno fra torri e sentieri, chiese castelli e vicoli, del centro storico di Sanmarinese, la magia senza tempo della fotografia in bianco e nero per un affascinante viaggio in un luogo dalle suggestioni incantate.
“Il libro fotografico è sempre stato il veicolo privilegiato per manifestare il mio pensiero visivo e filosofico – spiega Tonino Mosconi – per veicolare e trasmettere ad altri il mio sentire.
Così anche quando si tratta di un volume con finalità puramente estetiche, come appunto quest’ultimo su San Marino, che racconta la bellezza di un paese nei giorni d’inverno in cui tutto diventa bianco e puro sotto la candida coltre di neve, ad andare a cercare bene si tratta sempre di raccontare la condizione dell’uomo in questa nostra realtà quotidiana. Allora il sottotitolo, Opera al Bianco, che apparentemente rappresenta il tema iconografico del libro, prende l’accezione sua originale di Albedo, fase alchemica di trasformazione, che attraverso l’esoterismo classico diventa fase di iniziazione per il risveglio, e nella psicologia junghiana rappresenta l’archetipo dell’uomo che riconoscendo le sue ombre non le riversa più sul mondo e sugli altri”.
Una fotografia colta, questa di Mosconi, impregnata da un profondo senso estetico e da una straordinaria sensibilità umana e sentire etico.
Come confermano le parole stesse dell’autore: “In questo libro la bianca e pura coltre di neve nascondendo quella dimensione orizzontale del luogo-vissuto, rivela ed esalta la dimensione verticale, nobile, degli spazi architettonici che liberi dalle catene visive del frenetico e cieco via vai quotidiano della moderna società dei consumi, ritrovano finalmente la loro austerità. Ma anche l’uomo. E nei contorni sfumati di questi spazi resi incerti dai fiocchi di neve, dalla nebbia, o dalla luce dell’imbrunire, anche gli uomini sembrano perdere quei tratti rigidi e definiti con cui si muovono nel frettoloso andirivieni della loro esistenza. E ritrovano la loro umanità”.
Il libro/catalogo della mostra e’ in vendita al Museo.