Migranti picchiati dalla guardia costiera libica: la denuncia di Sea-Watch, l’ong tedesca impegnata nella ricerca e nel soccorso nel Mediterraneo centrale
“Ancora una volta il nostro aereo da ricognizione Seabird è testimone di un brutale respingimento da parte della cosiddetta guardia costiera libica. Ieri circa 60 persone erano state soccorse in acque internazionali dal mercantile Mardive Zohr 1. La cosiddetta guardia costiera libica ha affiancato la nave, è salita a bordo, ha minacciato di arresto il comandante e l’equipaggio, e costretto i naufraghi a salire a bordo della loro motovedetta a colpi di bastone“. Il resoconto è di Sea-Watch, l’ong tedesca impegnata nella ricerca e nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo centrale.
In un video, vengono diffuse le immagini del mercantile affiancato dalla motovedetta e si vede un uomo colpire con un bastone i migranti. Nel video è contenuta anche la registrazione della conversazione tra il personale di Seabird e il capitano della Mardive Zohr 1: alla richiesta di non consegnare i migranti alle autorità libiche, in quanto sussiste il rischio che “subiranno detenzione, torture e morte”, il capitano risponde: “Se non lo facciamo, sarò arrestato insieme al mio equipaggio”. Quando l’operatore gli ricorda che “consegnare le persone alla cosiddetta Guardia costiera libica rappresenta un crimine”, il capitano risponde: “Mi dispiace ma non ho le mani libere su questo”.
Nella nota l’ong continua: “Finanziando le milizie libiche per compiere queste azioni, l’Italia e l’Europa sono complici della violazione dei diritti umani nel Mediterraneo. L’ordinanza di Enac per bloccare Seabird è solo il tentativo del Governo Italiano di nascondere i suoi crimini”.