Obesità sarcopenica: una condizione troppo sottovalutata


L’obesità sarcopenica, caratterizzata da un eccesso di adiposità e perdita muscolare, è una condizione sottostimata e sottodiagnosticata che colpisce spesso gli anziani

Aumento di peso, obesità e idratazione, terapia intermittente

L’obesità sarcopenica, caratterizzata da un eccesso di adiposità e perdita muscolare, è una condizione sottostimata e sottodiagnosticata che colpisce spesso gli anziani, ma può verificarsi anche a qualsiasi età a causa di abitudini non salutari o di sforzi intensivi o ripetuti per perdere peso, ha messo in luce una relazione tenutasi al Latin American Obesity Congress (FLASO 2024).

«I farmaci attualmente utilizzati per gestire l’obesità promuovono una significativa perdita di peso, ma perdendo grasso si riduce anche la massa muscolare» ha affermato Fabiola Romero Gómez, professoressa di medicina presso l’Università Nazionale di Asunción e presidente della Società Paraguaiana di Endocrinologia e Metabolismo. «Dobbiamo maneggiare questi farmaci con estrema cautela. Quando utilizziamo una strategia che permette di ottenere una perdita di peso significativa, dobbiamo garantire che il paziente riceva un buon apporto proteico e si impegni in esercizi di resistenza, perché altrimenti la cura potrebbe essere peggiore della malattia».

Alcuni pazienti sviluppano obesità sarcopenica dopo aver usato i GLP-1 agonisti, dopo la chirurgia bariatrica o a seguito di diete restrittive, ha aggiunto. Questa condizione è più frequente quando vengono effettuati cicli di lunga durata di perdita di peso seguiti da un recupero del peso, che si verifica nella gran parte dei pazienti.

«Un aspetto importante, in gran parte ignorato, della perdita di peso, sia attraverso interventi farmacologici che sullo stile di vita, è che una parte del peso perso riguarda la massa muscolare magra» hanno scritto gli autori di un recente editoriale pubblicato su Nature Medicine. «Il recupero del peso, tuttavia, avviene quasi interamente sotto forma di grasso. Le persone con obesità cronica spesso perdono e riacquistano peso in cicli ripetuti, ognuno dei quali si traduce in cambiamenti nella composizione corporea, anche se di fatto ottengono una certa perdita di peso netta. Questa ciclicità rende le persone incapaci di mantenere la perdita di peso, che in questo modo rischiano di essere metabolicamente meno sane rispetto a prima della perdita di peso iniziale e in effetti rischiano di sviluppare l’obesità sarcopenica».

Un problema rilevabile solo con esami specifici
L’obesità sarcopenica è un problema nascosto, che non è evidente a meno che non vengano effettuate misurazioni della composizione corporea, ha spiegato Romero.

Secondo il documento di consenso del 2022 della European Society for Clinical Nutrition and Metabolism e della European Association for the Study of Obesity, i segni clinici o i fattori che suggeriscono l’obesità sarcopenica includono un’età superiore a 70 anni, la diagnosi di una malattia cronica, cadute o debolezza ripetute ed eventi nutrizionali come una recente perdita di peso o un rapido aumento, diete restrittive di lunga data e chirurgia bariatrica.

Le linee guida europee propongono anche lo screening nei soggetti a rischio per verificare un aumento dell’indice di massa corporea (BMI) o della circonferenza della vita e i parametri che possono far sospettare una sarcopenia. In questo gruppo di pazienti, la diagnosi dovrebbe essere fatta sulla base dell’analisi delle alterazioni dei parametri funzionali muscolo-scheletrici, come la forza di presa o di pizzico o il 30-second chair stand test (numero di volte in cui il paziente riesce ad alzarsi dalla posizione seduta in 30 secondi, per valutare forza funzionale degli arti inferiori), seguiti dalla determinazione dell’alterazione della massa corporea mediante densitometria ossea con tecnica dual-energy x-ray absorptiometry (DEXA) o con bioimpedenza elettrica.

Quest’ultimo è un test economico, semplice e facilmente trasportabile, che calcola la massa muscolare magra, la massa grassa e l’acqua corporea in base alla conduttività elettrica. In studio non ancora pubblicato, Romero e colleghi hanno studiato 126 pazienti (età mediana 45 anni) con obesità definita dalla percentuale di massa grassa determinata mediante bioimpedenza. All’analisi del BMI tuttavia l’11,1% dei pazienti risultava essere normopeso e il 35,7% in sovrappeso. Anche la misurazione della circonferenza della vita ha suggerito che circa il 15% dei partecipanti non era obeso. Inoltre, quasi un partecipante su quattro presentava sarcopenia, che implica una diminuzione della qualità della vita e della disabilità fisica in futuro se non indagata, diagnosticata e trattata correttamente, ha fatto presente la relatrice.

Raccomandazioni per prevenire l’obesità sarcopenica
Per la prevenzione e la gestione dell’obesità sarcopenica l’esercizio fisico e la nutrizione sono due componenti chiave. La nutrizionista paraguaiana Patricia López Soto, educatrice del diabete con titoli post-laurea in obesità, diabete e chirurgia bariatrica presso l’Università Favaloro di Buenos Aires, ha elencato una serie di raccomandazioni generali per prevenire l’obesità sarcopenica nei pazienti sottoposti al trattamento per la perdita di peso:

  • Seguire una dieta mediterranea sana ed equilibrata o in stile DASH (un regime alimentare che privilegia frutta, verdura, carboidrati da cereali integrali, derivati del latte a basso contenuto di grassi, pesce, carne bianca, oli vegetali, con una riduzione sostanziale o eliminazione di carne rossa, grassi animali, zucchero e alcol).
  • Aumentare l’apporto proteico nei tre o quattro pasti principali fino a un minimo di 1,4-1,5 g/kg/giorno.
  • Cercare di assumere proteine prevalentemente di alto valore biologico, quindi da manzo, pollo, pesce, uova, frutti di mare, formaggio, latte scremato e yogurt.
  • Garantire un apporto proteico compreso tra 25 e 30 g a ogni pasto per aumentare la sintesi proteica (a titolo di esempio una porzione da 150 g di carne di manzo o pollo forniscono 30 g di proteine).
  • Se l’apporto proteico non viene raggiunto attraverso il cibo, un integratore a base di proteine del siero di latte isolate e idrolizzate è una buona opzione.
  • Impegnarsi in un allenamento di forza o di resistenza (sollevamento pesi) tre o quattro volte a settimana ed effettuare 30 minuti di esercizio cardiovascolare ogni giorno.
  • Per migliorare l’aderenza, il trattamento dovrebbe essere effettuato con un team multidisciplinare che comprenda medico, nutrizionista e preparatore atletico, con controlli frequenti e studi della composizione corporea mediante bioimpedenza.