Klaus Davi aggredito a Milano davanti la moschea di viale Jenner


Spintoni, sputi e minacce nei riguardi di Klaus Davi che si è recato nei pressi del Centro islamico di viale Jenner a Milano per realizzare alcune interviste

klaus davi

Spintoni, sputi e minacce nei riguardi di Klaus Davi che nella giornata di ieri si è recato nei pressi del Centro islamico di viale Jenner a Milano per realizzare alcune interviste ai passanti e ai frequentatori della Moschea. Attorno alle 13 alcuni frequentatori del Centro Islamico si sono avventati sul giornalista intimandogli di abbandonare la zona urlando e spintonandolo. “Siete degli assassini, voi ammazzate i bambini, ammazzate le donne, ammazzate i vecchi, vattene, figlio di put… Ebreo di m… ti ammazziamo“. L’aggressione sarebbe degenerata se alcuni passanti non fossero intervenuti a contenere i due aggressori. “Stavo facendo sul viale delle domande sul 7 ottobre, sulla guerra in Medio Oriente, sugli ostaggi in mano ad Hamas, quando i due uomini mi hanno minacciato e spintonato e sputato. Ho cercato di mantenere la calma. La mia intenzione era semplicemente indagare sul punto di vista dei frequentatori del centro relativamente alla strage del 7 ottobre. E poi eravamo sul Viale, uno spazio pubblico, non all’interno del centro”. Davi si è fermato nonostante le frequenti intimidazioni fino alle 15. “Mia intenzione era rivolgere qualche domanda all’Imam. Ma non c’è stato verso e comunque ho rispettato la sua volontà di non parlare senza fare ingresso nella Moschea”.

Nel video diffuso da Klaus Davi il giornalista si è rivolto a un giovane frequentatore della moschea chiedendogli di accendergli una sigaretta. Ma il giovane è stato apostrofato da un uomo che gli ha intimato in arabo “non farlo, è un ebreo. “Mi ha molto colpito questa cosa, davvero inquietante. Sono per la libertà religiosa, ma che tipo di cultura viene veicolata in questi contesti? Che rischi sta correndo la Comunità Ebraica?” “Voglio precisare che ero solo. che non ho assolutamente allertato le forze dell’ordine perché non è mia abitudine farlo, non mi va di fare pagare ai contribuenti il costo della mia sicurezza solo perché faccio il mio lavoro, e detto sinceramente non avrei immaginato un tasso di aggressività e di controllo territoriale così capillare. Mai visto anche in zone molto complessi un simile marcamento del territorio. Ma qui non siamo a Ponticelli o a Caivano o ad Archi, qui siamo sulle strade di Milano. Lo Stato e la politica dovrebbero riflettere”.

KLAUS DAVI: QUALCUNO DICE COSE INESATTE, HO SEMPRE DENUNCIATO

“Qualcuno si diverte a veicolare il falso. Ho sempre denunciato e diversamente da una certa antimafia da salotto, sono finito nelle intercettazioni di tutte le più importanti ordinanze degli ultimi anni ampiamente citato da esponenti delle cosche come Molinetti, Borghetto, Palumbo, Araniti: da ‘MalefiX’ ad’ Arangea, dalle recenti indagini ‘Ducale’ alla maxi indagine sul clan Borghetto sulle infiltrazioni politiche. Non solo: ci sono gravissimi episodi attinenti al territorio di Vibo Valentia che non posso rendere noti e che mi riguardano e chi di dovere renderà noto al momento opportuno. Qualcuno può chiamare Catanzaro e informarsi… Per non parlare delle pallottole che mi sono stare recapitate il settembre scorso tramite una scuola elementare di Reggio Calabria. Lo Stato deve indagare e fare il proprio lavoro, non sta allo Stato commentare il lavoro dei giornalisti. Aspetto ancora la seconda telefonata dallo Stato: chi mi ha spedito le pallottole il settembre scorso? A che punto siamo con le indagini? Sono fiducioso perché abbiamo ottimi inquirenti i migliori del mondo come dice Nicola Gratteri, e ho la massima fiducia. Aggiungo che sono seriamente preoccupato per la Comunità ebraica: se al posto mio ci fosse stato un rabbino o un iscritto qualunque cosa sarebbe successo? Cosa accade in quei ‘centri sociali islamici’? Se di fronte a uno ‘yehudi’ ammettono di aver fatto una festa il 7 ottobre, cosa succede veramente in quei centri islamici? Questa è la mia preoccupazione e soprattutto del presidente Walker Meghnagi presidente della Comunità ebraica di Milano. Quanto alla sorta di ‘sondaggio’ replico che le domande in una democrazia e in uno spazio pubblico devono essere lecite, tutte, anche quelle scomode.
L’ironia è totalmente fuori luogo in questi casi, con tutto il rispetto, è anche molto pericolosa”. Lo dichiara Klaus Davi.