“Nellie (from Hill House)” di VMC si staglia come un vero e proprio faro musicale nella notte, illuminando le tenebre più cupe e spaventose che offuscano l’animo umano
In un’epoca in cui il confine tra il reale e l’immaginifico si fa sempre più sottile, “Nellie (from Hill House)” di VMC si staglia come un vero e proprio faro musicale nella notte, illuminando le tenebre più cupe e spaventose che offuscano l’animo umano. Questo nuovo singolo del rapper romano, attinge alla ricca vena narrativa della serie TV “The Haunting”, in particolare alla sua prima stagione ispirata al classico letterario “L’incubo di Hill House” di Shirley Jackson, per tessere un parallelismo intenso e personale con la vita dell’artista stesso.
VMC, con maestria e profondità, traccia un percorso che va oltre il semplice omaggio ad un racconto di fantascienza. “Nellie (from Hill House)” è un cammino attraverso il dolore, la paura e l’isolamento, affrontati con il coraggio di chi ha deciso di guardare in faccia i propri demoni. Il brano, pubblicato per PaKo Music Records e distribuito da Believe Digital, si dipana attraverso sonorità horrorcore di matrice old school, ricreando un’atmosfera densa di suspense e carica di emozioni viscerali.
Verso dopo verso, la traccia rivela l’intima connessione tra l’artista e il personaggio di Nellie, simbolo di una lotta interiore contro i fantasmi del passato. «Daddy, do you remember the bent-neck lady? Yes? She’s back!» («Papà, ti ricordi la signora dal collo storto? SÌ? Lei è tornata!») – con questa domanda satura di angoscia, VMC ci introduce in una dimensione in cui il terrore si mescola alla realtà, dove i fantasmi non sono solo entità soprannaturali, ma rappresentazioni dei tormenti interni, lo specchio distorto e distopico di noi stessi e della realtà che ci circonda.
Il ritornello, «One, two, three, four, five, six, seven (again)» («Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette (di nuovo)»), diventa un mantra, un tentativo di dare ordine al caos, di trovare una via d’uscita dal labirinto del dolore. Eppure, è proprio in questo conteggio ossessivo che risiede la verità più profonda del brano: la lotta per la visibilità, per essere riconosciuti e compresi in una società che troppo spesso ci rende invisibili.
«I was right here, I was screaming and shouting and none of you could see me» («Ero proprio qui, stavo urlando e gridando e nessuno di voi poteva vedermi») – con queste parole, VMC esprime il dolore dell’invisibilità, della lotta disperata per farsi sentire in un mondo che sembra ignorarci. È un grido che risuona struggente, abbracciando nella morsa di un vuoto pregno di sofferenza tutti coloro che si sono sentiti trasparenti, inascoltati, dimenticati, diversi.
“Nellie (from Hill House)” è un tuffo nei sentimenti umani più stagnanti, nelle paure e nelle aspirazioni che per quanto ci spezzino dentro, ci uniscono, rendendoci tutti sullo stesso piano di vulnerabilità, quel piano che può sgretolarsi sotto i nostri piedi, ma anche elevarci a persone migliori e più consapevoli. VMC si avventura nel cuore oscuro dell’esperienza che racconta, dimostrando che anche nei momenti più bui, se lo desideriamo, c’è speranza, c’è luce. La sua musica e il suo flusso di coscienza che la corrobora di veleno e del suo antidoto, diventano il mezzo per navigare in queste acque tempestose, offrendo a chi ascolta conforto e comprensione.
«Con “Nellie (from Hill House)” – dichiara l’artista –, ho voluto creare un ponte tra la narrativa fantastica e le realtà emotive con cui tutti possiamo identificarci. La canzone parla di lotta, di dolore, ma anche di speranza e resilienza. L’ho scritta dopo la prima delle 12 volte in cui ho guardato “The Haunting”. È un invito a non arrendersi, a combattere contro i propri demoni e a cercare la luce anche quando tutto sembra perduto. Attraverso la musica, possiamo trovare una via d’uscita, possiamo iniziare a guarire».
“Nellie (from Hill House)”, infatti, non solo ci guida alla scoperta dei labirinti più oscuri della nostra anima, ma ci offre anche la chiave per uscirne, dimostrandoci che, nonostante il peso del nostro passato e i fantasmi che abitano in noi, c’è sempre spazio per la guarigione, per il cambiamento. È un brano che incita all’introspezione, ma anche alla speranza, ricordandoci che, alla fine, possiamo emergere più forti dalle nostre prove.
Con questo brano, VMC conferma il suo ruolo di artista capace di trattare temi complessi con sensibilità ed empatia, invitando gli ascoltatori ad una profonda immersione nella psiche umana. “Nellie (from Hill House)” è una pietra miliare nell’Horrorcore italiano, un lavoro che testimonia l’abilità di VMC di trasformare il dolore e la paura in arte, in un messaggio di forza, resilienza e speranza per il futuro.