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Dal Vaticano nuova scomunica: nel mirino le suore di Belorado

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Dalla Spagna un nuovo scisma per la Chiesa Cattolica. Protagoniste una decina di monache clarisse scomunicate dal Vaticano

Suore, cioccolatini e scomunica. Dalla Spagna, a pochi giorni dallo scisma Viganò, arriva una nuova storia che infiamma il Vaticano. E ha per protagoniste una decina di suore clarisse del monastero di Belorado, nella comunità autonoma di Castiglia e León.

CIOCCOLATINI IN REGALO AI PRIMI MILLE FOLLOWER

Visi bonari, voci simpatiche, ottime cuoche, famose per la produzione e vendita di tartufi al cioccolato. Le religiose hanno accompagnato quattro settimane fa l’annuncio del proprio “volontario” allontanamento della Chiesa cattolica- esclusivamente “per motivi spirituali”- all’apertura della propria pagina Instagram, con tanto di promessa di 5 scatole dei loro famosi cioccolatini in regalo ai primi mille follower. E, in poco più di un mese, le clarisse di Belorado sono passate dalla rinuncia alla Chiesa cattolica alla scomunica a causa di uno scisma da loro stesse creato.

“GALEOTTO” PABLO DE ROJAS SANCHEZ, VESCOVO SCOMUNICATO NEL 2019

Le suore hanno infatti sfidato il Vaticano, sostenendo apertamente un vescovo a sua volta scomunicato nel 2019, Pablo de Rojas Sanchez, fondatore della Pia Unione di San Paolo Apostolo, “setta” che non riconosce il Concilio Vaticano II e ritiene che l’ultimo «vero papa» sia stato Pio XII. Da quel momento si è aperta la crisi con la Chiesa. L’arcivescovo di Burgos, Mario Iceta, è stato nominato commissario pontificio e incaricato dalla Santa Sede di gestire il caso.

L’ULTIMATUM DELL’ARCIVESCOVO DI BURGOS

Le monache, note con il soprannome di cioccolatine per la loro produzione artigianale di dolci, hanno quindi pubblicato sui social anche il contenuto della lettera inviata a monsignor Iceta, in cui annunciano la decisione «irreversibile e unanime» di abbandonare la Chiesa cattolica. E assicurano di non temere le reazioni della Santa Sede perché «qualunque condanna o sanzione canonica» sarà considerata «nulla» in quanto «non ha potere sulle anime» ed è «carente di effettività». Da lì la situazione ha subìto un’accelerata: l’arcivescovo ha lanciato l’ultimatum alle suore chiedendo loro di presentarsi al Tribunale ecclesiastico ed esporre la loro posizione o di consegnare le chiavi del monastero. Ma le monache non si sono presentate in aula. Da lì la scomunica.

QUESTIONE RELIGIOSA O CONTROVERSIA IMMOBILIARE?

Secondo quanto emergerebbe sui media spagnoli, più che una decisione dovuta alla fede, la separazione dalla Chiesa di Roma potrebbe di fatto essere motivata da una controversia legata a un’operazione immobiliare, ovvero l’acquisto del monastero di Orduña, nei Paesi Baschi, gestito dalla stessa comunità di suore. Ora resta l’incognita sul destino delle ormai ex-religiose, che dovrebbero in ogni caso abbandonare la loro casa, il monastero di Belorado. Insomma, suore, cioccolatini e…affari immobiliari.

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