Omicidio Cristopher Thomas Luciani a Pescara: il racconto shock di un testimone


Il racconto di un testimone dell’omicidio a Pescara di Cristopher Thomas Luciani, anche lui figlio di Carabiniere

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“Faceva dei versi quasi di morte e loro gli dicevano di stare zitto. Lui era a terra, con una gamba accavallata all’altra, ripiegato a terra. Uno dei due gli ha dato 15 coltellate, l’altro ha preso il coltello e gliene ha date altre dieci”. E’ agghiacciante il racconto dell’omicidio di Cristopher Thomas Luciani a Pescara, per un debito di droga di 240 euro. Lo ha reso un testimone, uno dei ragazzi che erano domenica sera con i due sedicenni indiziati del delitto. Anche lui è figlio di un Carabiniere.

“Ero allibito, non sapevo cosa fare, volevo fermarli ma non sapevo come fare – è il racconto da Repubblica. “Mentre lo facevano sembrava che non ci stessero più con la testa. Uno di loro ci aveva detto che lo doveva incontrare, ci aveva fatto capire che voleva tirargli due schiaffi. Ci siamo diretti tutti insieme nei pressi della stazione dove c’è un ristorante di sushi”.

Poi i ragazzi sono andati nella zona dei silos, e i due presunti aggressori si sono allontanati con la vittima. “Mentre lo seguiva ci ha mostrato il coltello facendo una smorfia”. Dopo l’omicidio, prosegue il racconto del testimone uno dei due “si è cambiato, aveva un cambio dietro in uno zaino, ricordo che aveva una maglietta nera e poi si è messo una canottiera nera dello stesso colore. Ci siamo fatti il bagno. Hanno preso un calzino insanguinato, con dentro il coltello, lo ha lanciato verso gli scogli”.

“Ero sicuro che era morto, erano tante coltellate davanti a me. Ad esempio aveva avuto una coltellata all’addome, una coltellata alla gamba, dove ci sono le arterie”.