Metformina protegge i pazienti pre-diabetici dalla gotta


L’impiego di metformina sembra essere associato ad un rischio ridotto di gotta in individui adulti con pre-diabete

gotta uricemia

L’impiego di metformina sembra essere associato ad un rischio ridotto di gotta in individui adulti con pre-diabete. Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su ARD, che suggerisce un nuovo effetto di questo farmaco àncora nella terapia del diabete nel prevenire il rischio di questa artropatia da cristalli.

Razionale e disegno dello studio
La metformina, come è noto, rappresenta il trattamento di prima linea più comune per il diabete di tipo 2; la sua relativa sicurezza l’ha resa un farmaco di prima scelta per le persone con pre-diabete (attualmente definito dal riscontro di livelli di HbA1c compresi tra il 5,7% e il 6,4%).

I ricercatori hanno ricordato nell’introduzione allo studio che molti studi sulla metformina hanno documentato l’esistenza di effetti antinfiammatori del farmaco. “Pertanto – spiegano – al di là del suo ruolo consolidato nel ridurre il rischio di diabete mellito, è stata avanzata l’ipotesi che vedrebbe l’impiego di metformina associata anche ad un minor rischio di gotta nei soggetti con pre-diabete”.

Nel nuovo studio, i ricercatori si sono proposti, pertanto, di mettere a confronto i tassi di incidenza della gotta negli adulti con pre-diabete che iniziano lmetformina con quelli che non utilizzano trattamenti antidiabetici.
A tal scopo, i ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di 50.588 pazienti trattati in una struttura britannica dal 2007 al 2022 per pre-diabete. La metà di queste cartelle cliniche è stata esclusa dalla valutazione nello studio in quanto i pazienti coinvolti avevano già ricevuto diagnosi di diabete di tipo 2 o gotta, o per mancanza di dati.

Dei circa 25.000 pazienti rimanenti, i ricercatori hanno identificato 1.154 utilizzatori di metformina e altri 13.877 trattati in modo diverso.
Quasi due pazienti su tre erano di sesso femminile, mentre  l’età media era di 57 anni. Poco più del 60% dei pazienti, inoltre, era di etnia. era bianco. Il BMI medio era pari, circa, a 32, mentre i livelli di HbA1c erano pari, in media, al 6,0%.

I partecipanti che non utilizzavano la metformina non erano stati sottoposti a trattamento con altri farmaci ipogliecemizzanti. In entrambi i gruppi, inoltre, il 10%-12% dei pazienti assumeva aspirina e circa lo stesso numero era in terapia con farmaci antipertensivi.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che, su 1.154 persone con livelli elevati di HbA1c appena al di sotto della soglia per il diabete di tipo 2 che avevano iniziato ad assumere metformina, la gotta è stata successivamente diagnosticata ad un tasso di 7,1 per 1.000 anni-persona (IC95%: 5,1-10,0) nel corso di un follow-up avente una durata media di 4 anni.

La gotta si è sviluppata ad un tasso di 9,5 per 1.000 anni-persona (IC95%:8,8-10,2) su quasi 14.000 pazienti  pre-diabetici simili che non avevano iniziato l’assunzione di metformina, per un rischio relativo pari a 0,68 (IC95%: 0,48-0,96) con l’impiego di metformina (NdR: riduzione del rischio di gotta del 32%). Va comunque notato come, tuttavia, la metformina non sembrava avere alcun impatto sui livelli di uricemia o di proteina C-reattiva (CRP), complicando l’interpretazione dei risultati.

I risultati dell’analisi Kaplan-Meier su 5 anni di follow-up hanno mostrato il divergere della curve di incidenza di gotta già a partire dai primi mesi di follow-up.
Dopo 5 anni, 30 pazienti che avevano assunto metformina (2,6%) hanno sviluppato la gotta, rispetto ai 546 (3,9%) individui che non avevano iniziato il trattamento con il farmaco anti-diabetico (P=0,032). Nello specifico, la maggior parte degli individui che avevano sviluppato la gotta erano di sesso maschile.

I livelli di uricemia, inoltre, sono risultati leggermente più bassi nel gruppo metformina, ma non abbastanza da risultare statisticamente significativi (P=0,73); i livelli diminuivano leggermente con il tempo in entrambi i gruppi e alla stessa velocità. Lo stesso trend, inoltre, è stato osservato per i livelli di CRP.

Da ultimo, come previsto, la metformina è stata efficace nel ridurre i livelli di HbA1c, con un calo di 0,14 punti percentuali dopo 1 anno di follow-up.

Riassumendo
Lo studio appena pubblicato non è il primo ad aver documentato l’esistenza di un’associazione tra farmaci antidiabetici e riduzione del rischio di gotta (NdR. ne abbiamo parlato lo scorso anno) (2).
I ricercatori non hanno cercato di spiegare come mai la metformina possa ridurre il rischio di gotta senza una chiara riduzione dell’uricemia, ma hanno notato che il farmaco riduce i livelli di HbA1c e sembra indurre anche una certa perdita di peso – effetti, questi, che sono stati precedentemente collegati ad una riduzione dell’infiammazione sistemica (anche se, in questo studio, non è stato possibile documentare nessun effetto sui livelli di CRP).

Inoltre, i ricercatori hanno sottolineato che gli studi precedenti che mostravano un effetto di riduzione dell’uricemia da parte dei farmaci a base di gliflozin erano stati condotti su persone con diabete conclamato, mentre il nuovo studio ha coinvolto solo persone con pre-diabete (livelli di HbA1c meno elevati).

Tra i limiti dello studio si segnalano, oltre al disegno osservazionale, la preponderanza di pazienti di sesso femminile considerati (mentre la gotta tende a colpire prevalentemente il sesso maschile). Mancano, inoltre, dati sullo stile di vita e su altri fattori confondenti, e non si può escludere che ciò abbia influenzato i risultati ottenuti.

Bibliografia
Marrugo J et al. Gout risk in adults with pre-diabetes initiating metformin. Annals of the Rheumatic Diseases Published Online First: 15 May 2024. doi: 10.1136/ard-2024-225652
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