Vari studi hanno evidenziato come l’assunzione di aspirina riduca l’incidenza e la mortalità associata al tumore del colon-retto
Vari studi hanno evidenziato come l’assunzione di aspirina riduca l’incidenza e la mortalità associata al tumore del colon-retto. Un nuovo studio multicentrico tutto italiano, pubblicato di recente sulla rivista Cancer, potrebbe dare alcuni indizi sul perché questo succeda. Infatti, in questo studio osservazionale, di tipo retrospettivo, nei pazienti con tumore del colon-retto che assumevano aspirina si sono osservati un numero inferiore di metastasi a livello dei linfonodi e tumori di grado più basso rispetto coloro che non la assumevano.
Lo studio, chiamato IMMUNOREACT 7, è stato coordinato da ricercatori dell’Università di Padova e sostenuto dalla Fondazione AIRC.
Possibile ruolo attivo nel potenziare l’immunosorveglianza
Secondo gli autori, i dati suggeriscono che l’assunzione regolare di aspirina potrebbe avere un ruolo attivo nel potenziare la sorveglianza immunitaria contro il tumore del colon-retto. «Oltre all’effetto sulle cellule tumorali attraverso l’inibizione della prostaglandina-endoperossido sintetasi o delle ciclossigenasi, l’uso regolare di aspirina potrebbe avere un ruolo diretto nel migliorare l’immunosorveglianza contro il cancro del colon-retto», ha dichiarato Marco Scarpa, coordinatore dello studio.
Obiettivo primario dello studio era proprio analizzare gli effetti dell’aspirina sul microambiente tumorale, sul sistema immunitario e anche sulla mucosa sana che circonda il tumore.
Riduzione di incidenza e mortalità con l’aspirina
Secondo studi epidemiologici recenti, il cancro del colon-retto è al terzo posto tra le nuove diagnosi di tumore a livello mondiale e al secondo per numero di decessi, e negli Stati Uniti è diventato la causa numero uno di mortalità per cancro tra gli uomini.
«Numerosi follow-up a lungo termine di studi randomizzati controllati sull’aspirina hanno dimostrato che l’uso quotidiano di aspirina riduce l’incidenza e la mortalità per tumore colorettale, dopo un periodo di latenza di circa 8-10 anni e la mortalità totale per cancro da 5 anni a 20 anni, oltre a ridurre i decessi anche per diversi altri tipi di cancro», scrivono gli autori. «Abbiamo voluto esplorare se, oltre al ben noto effetto selle ciclossigenasi, l’aspirina potesse avere qualche effetto di tipo immunologico che potesse spiegare meglio i dati clinici ed epidemiologici», ha detto Scarpa.
Lo studio IMMUNOREACT 7
Nello studio, che coinvolge 14 gruppi di ricerca italiani, sono state analizzate tre diverse coorti di pazienti. La prima comprendeva pazienti consecutivi trattati per cancro del colon-retto presso l’Unità di Chirurgia Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Padova dal 2015 al 2019 (coorte METACCRE). Le altre due hanno utilizzato tutti i pazienti consecutivi delle coorti retrospettiva e prospettica del progetto multicentrico IMMUNOREACT 1, che sta studiando pazienti con carcinoma rettale in stadio iniziale, per i quali erano note le informazioni sull’uso di aspirina.
Sono stati definiti utilizzatori di aspirina tutti coloro che avevano iniziato ad assumere aspirina a basso dosaggio almeno un anno prima della diagnosi di tumore.
La coorte METACCRE includeva 238 pazienti, il 12% dei quali era costituito da consumatori di aspirina. La coorte IMMUNOREACT retrospettiva includeva 130 pazienti, di cui il 22% era consumatore di acido acetilsalicilico, mentre la coorte prospettica era formata da 82 pazienti, di cui i consumatori di aspirina erano il 19,5%.
Meno metastasi linfonodali e più linfociti infiltranti il tumore
Nella coorte METACCRE, i pazienti che facevano uso di aspirina avevano un grading tumorale significativamente più basso (P = 0,02), un numero di metastasi linfonodali inferiore (P = 0,008) e tassi di linfociti infiltranti il tumore più elevati (P = 0,02).
Inoltre, i pazienti consumatori di aspirina presentavano un rapporto neutrofili/linfociti complessivamente ridotto (P 0,042), che si riduceva ulteriormente nei pazienti i cui tumori presentavano un deficit del sistema di riparazione dei mismatch del DNA (P = 0,008) e in quelli con mutazioni del gene BRAF (P = 0,009).
La analisi hanno mostrato che i pazienti affetti da tumore del colon ascendente (destro) assumevano aspirina con maggiore frequenza e presentavano un grading tumorale più basso, e un numero di metastasi linfonodali e linfonodi metastatici ridotto.
Anche l’espressione dell’mRNA di PD-L1 (P = 0,01) e di CD80 (P = 0,007) è risultata molto più alta con l’uso di aspirina.
Nella coorte retrospettiva IMMUNOREACT è stato osservato che «nella mucosa sana circostante il tumore del retto, il tasso di linfociti in grado di distruggere le cellule mutate e le cellule epiteliali in grado di attivarle era più alto tra i consumatori di aspirina», ha affermato Scarpa.
Limitazioni dello studio
Tra le limitazioni dello studio, gli autori citano la mancanza di informazioni sulla durata dell’assunzione dell’aspirina e la natura autoriferita dei dati.
Scarpa ha precisato in un’intervista che i principali effetti collaterali dell’aspirina sono ben noti e devono essere bilanciati con i potenziali benefici. «Riteniamo che si debbano attendere i risultati di altri studi, come lo studio NeoAspMet sull’uso di aspirina e metformina nella terapia neoadiuvante del tumore del retto, prima di proporre formalmente una nuova indicazione per la terapia con aspirina», ha affermato.
L’autore ha detto di sperare che si possano ottenere ulteriori evidenze cliniche sui tassi di recidiva e di sopravvivenza (nei pazienti con tumore del colon-retto consumatori di aspirina, ndr), in particolare in sottopopolazioni di pazienti, per migliorare le informazioni attuali sul dosaggio e su chi può beneficiare maggiormente del farmaco.
«Questo è uno studio che va ad indagare quello che è sempre stato considerato un mero effetto collaterale dell’aspirina, cioè l’effetto pro-infiammatorio sulla mucosa del tratto digerente», ha aggiunto Scarpa. «Forse possiamo utilizzare questi effetti collaterali nella prevenzione e nel trattamento del tumore del colon-retto, a patto di trovare dosi adeguate e di riuscire a bilanciare gli altri effetti collaterali» ha concluso.
Bibliografia
O. De Simoni et al. Cancer. IMMUNOREACT 7: Regular aspirin use is associated with immune surveillance activation in colorectal cancer. Cancer 2024 leggi