La mostra CARLA ACCARDI a cura di Daniela Lancioni e Paola Bonani aperta a Palazzo Esposizioni Roma il 6 marzo, sarà prorogata fino a domenica 1 settembre 2024
La mostra CARLA ACCARDI a cura di Daniela Lancioni e Paola Bonani aperta a Palazzo Esposizioni Roma il 6 marzo, sarà prorogata fino a domenica 1 settembre 2024.
Promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, ideata, prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo e realizzata con la collaborazione dell’Archivio Accardi Sanfilippo e con il sostegno della Fondazione Silvano Toti, è la più esaustiva delle mostre sino ad ora dedicate a Carla Accardi, voluta dalla città di Roma in occasione del centenario della nascita dell’artista.
La proroga, resa possibile dalla generosa disponibilità dei numerosi musei prestatori e delle collezioni da cui provengono le opere esposte, è conseguenza della straordinaria accoglienza riservata in questi mesi alla mostra dalla critica e dal pubblico – l’esposizione è stata sino ad ora visitata da oltre 35 mila visitatori.
Straordinaria è stata anche la partecipazione agli incontri di approfondimento realizzati nell’ambito del progetto Dedicato a Carla Accardi – nel caso delle conferenze queste sono integralmente documentate sul sito www.palazzoesposizioniroma.it – e ai laboratori promossi dal Laboratorio d’arte di Palazzo Esposizioni Roma.
La proroga consentirà di ampliare l’offerta di queste iniziative con una serie di nuove visite guidate alla mostra condotte dalle artiste e dagli artisti amici di Carla Accardi e con nuovi laboratori destinati all’infanzia e al pubblico adulto.
Figura di assoluto rilievo, Carla Accardi è stata per oltre mezzo secolo protagonista della cultura visiva italiana e internazionale. Attraverso la sua pittura, continuamente ridefinita da scelte radicali, ha contribuito in maniera rilevante alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte, dall’astrattismo dell’immediato dopoguerra all’informale, dalla pittura-ambiente a un’arte segnata dalle istanze del femminismo, fino alla rinnovata joie de vivre incarnata nei dipinti negli anni Ottanta e nei grandi dittici e trittici degli anni Novanta e Duemila. Caso unico tra gli artisti italiani della sua generazione, ha allacciato dialoghi significativi con artisti e intellettuali più giovani nell’arco delle diverse stagioni del suo lavoro.
In mostra circa cento opere, datate dal 1946 al 2014, articolate in un percorso cronologico che include porzioni di allestimenti concepiti dalla stessa Carla Accardi, dedotti dalla documentazione fotografica che ha consentito di ricostruire anche la sala personale alla Biennale di Venezia del 1988.
Grazie a questi ‘innesti’, nel progettare la mostra è stato possibile affidarsi alla ‘scrittura espositiva’ dell’artista stessa, potendo così restituire l’estrema libertà con la quale concepì il rapporto tra opera e spazio, scardinando convenzioni e inaugurando nuove pratiche.
I capolavori sono stati scelti con l’idea sia di mettere in evidenza le fasi germinali nel lavoro di Carla Accardi, sia di presentare le opere nelle quali l’artista si è espressa con maggiore radicalità e che si sono rivelate seminali nel contesto nazionale e internazionale. Si possono ammirare i suoi primi oli su tela, mai esposti. È possibile ripercorrere gli esordi nella compagine di Forma e verificare le diverse fasi del suo lavoro: l’approdo a una originale definizione del segno, la radicalità del bianco e nero e la successiva iridescente apparizione del colore, la dematerializzazione del corpo della pittura e la scoperta della superficie di sicofoil trasparente, gli ambienti degli anni Sessanta che hanno precorso i tempi, le sperimentazioni degli anni Settanta e Ottanta, fino ai grandi dittici degli anni Novanta e Duemila.
Di particolare rilievo è la presenza di entrambe le Tende realizzate dall’artista: Tenda del 1965-1966 e la radiosa Triplice tenda del 1969-1971, il grande ambiente dipinto che si trova nelle collezioni del Centre Georges Pompidou di Parigi. Sono esposte anche le due altre opere dell’artista concepite come spazi abitabili e attraversabili, la Casa labirinto del 1999-2000 e il Cilindrocono del 1972-2013. È riproposta anche l’installazione-ambiente Origine, l’opera maggiormente legata alle esperienze femministe di Carla Accardi, nel modo esatto in cui l’artista la presentò nel 1976 a Roma, concependola come un percorso attraverso i recessi della memoria.
In mostra opere provenienti da alcune importanti collezioni pubbliche, tra le altre il Museum Van Hedendaagse Kunst di Gent, il Museo del Novecento di Milano, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma, il Musée d’art moderne et contemporain Centre Georges Pompidou di Parigi, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Museo d’arte moderna Castello di Rivoli, la Galleria d’Arte Moderna di Torino.