Approvata estensione acido bempedoico per ridurre rischio cardiovascolare


La Commissione Europea  ha approvato l’estensione delle indicazioni sia dell’acido bempedoico sia dell’associazione a dose fissa di acido bempedoico ed ezetimibe

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La Commissione Europea  ha approvato l’estensione delle indicazioni sia dell’acido bempedoico che dell’associazione a dose fissa di acido bempedoico ed ezetimibe come trattamenti per l’ipercolesterolemia e per ridurre il rischio di eventi avversi cardiovascolari. La decisione si basa sui risultati positivi dello studio di fase III CLEAR Outcomes e rende l’acido bempedoico il primo e unico trattamento ipolipemizzante non statinico indicato per la prevenzione primaria e secondaria degli eventi cardiovascolari.

Le decisioni fanno seguito ai precedenti pareri del Chmp ricevuti lo scorso marzo e approvano l’acido bempedoico e l’associazione fissa di acido bempedoico /ezetimibe per l’uso in adulti con malattia cardiovascolare aterosclerotica accertata o ad alto rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica, per ridurre il rischio cardiovascolare riducendo i livelli di C LDL, in aggiunta alla correzione di altri fattori di rischio.

In Europa, circa una persona su sette ha livelli elevati di C-LDL e le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte; sono infatti responsabili di oltre 10.000 vite perse ogni giorno. Tuttavia, l’80% dei pazienti non raggiunge gli obiettivi di C-LDL raccomandati dalle linee guida, nonostante l’assunzione di terapie come le statine, e dunque risultano esposte a un maggior rischio di infarto o ictus.

L’acido bempedoico è un trattamento orale first-in-class che riduce il colesterolo e che può essere associato ad altri trattamenti orali per diminuirlo ulteriormente. L’acido bempedoico, in aggiunta alla terapia statinica, fornisce una riduzione aggiuntiva del colesterolo fino al 28% rispetto al placebo.  L’associazione a dose fissa di acido bempedoico ed ezetimibe combina due modalità complementari di riduzione del colesterolo in una compressa in monosomministrazione giornaliera, riducendo il C-LDL del 38% rispetto al placebo, in pazienti ad alto rischio che già assumono la terapia con statine alla massima dose tollerata.

“La decisione positiva di aggiornamento delle indicazioni terapeutiche riconferma l’efficacia di questi due trattamenti nella riduzione dei livelli di colesterolo LDL e, in ultima analisi, nella riduzione del rischio di eventi cardiovascolari gravi”, ha dichiarato il professor Alberico Catapano dell’Università di Milano. “L’annuncio darà ai medici di tutta Europa ulteriore fiducia nella prescrizione dell’acido bempedoico, da solo o in associazione a dose fissa con ezetimibe, per gestire al meglio le esigenze dei loro pazienti.”
L’approvazione della Commissione Europea si basa sui risultati dello studio di fase 3 CLEAR Outcomes (Cholesterol Lowering via Bempedoic Acid, an ATP citrate lyase (ACL)-Inhibiting Regimen).

Lo studio CLEAR Outcomes 
Lo studio Cholesterol Lowering via Bempedoic acid, an ACL-Inhibiting Regimen (CLEAR) Outcomes era uno studio di fase 3, randomizzato, event-driven, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo. È stato disegnato per valutare se il trattamento con acido bempedoico riducesse il rischio di eventi cardiovascolari in pazienti che presentavano o a erano ad alto rischio di malattia cardiovascolare (CVD) e per i quali per i quali la prevenzione primaria o secondaria di CVD era clinicamente indicata, ma che tuttavia non potevano o non volevano assumere un trattamento con statine.

Lo studio, che ha completato l’arruolamento nell’agosto 2019, ha incluso 13.970 pazienti di età compresa tra i 18 e gli 85 anni, con un’età media di 65,5 anni, in 1.250 centri in 32 Paesi del mondo, tra cui 485 centri in Europa. I pazienti avevano livelli medi di C-LDL al basale di 139 mg/dL (3,59 mmol/L) e sono stati assegnati ad un trattamento con acido bempedoico, 180 mg al giorno o con placebo corrispondente, in un contesto di terapia medica indirizzata dalle linee guida sia nel gruppo acido bempedoico che nel gruppo placebo. I pazienti sono stati seguiti per una durata mediana di follow-up di 40,6 mesi

L’endpoint primario dello studio CLEAR outcomes era un composito a quattro componenti di eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE-4) definiti come morte per cause cardiovascolari, infarto del miocardio non fatale, ictus non fatale o rivascolarizzazione coronarica. Gli endpoint secondari includevano MACE-3, un composito di tre eventi cardiovascolari avversi maggiori (morte cardiovascolare, infarto miocardico non fatale o ictus non fatale); infarto miocardico fatale e non fatale; rivascolarizzazione coronarica; ictus fatale e non fatale; morte cardiovascolare e mortalità per tutte le cause.