Le rinosinusiti croniche quando associate a poliposi nasale (circa il 4% della popolazione, ossia 2 mln di italiani adulti), possono durare tutta la vita ma le terapie ci sono
Non si conoscono con esattezza le cause, né si può garantire la guarigione, ma le rinosinusiti croniche (che in sé colpiscono il 11% della popolazione) quando associate a poliposi nasale (circa il 4% della popolazione, ossia 2 mln di italiani adulti), possono durare tutta la vita causando danni alla mucosa nasale e all’olfatto, provocando un forte peggioramento della qualità della vita e del sonno delle persone affette.
La condizione di infiammazione permanente è difficilmente guaribile, ma può essere trattata restituendo benessere e qualità della vita.
“La poliposi nasale è uno stato di infiammazione cronica che porta ad un edema della mucosa ed una eccessiva produzione di muco nel naso. Riduce o fa perdere l’olfatto ed è, a sua volta, causa di infezioni secondarie di natura batterica ai seni paranasali non più sufficientemente ventilati” spiega il Professor Fabio Pagella, Otorinolaringoiatra all’Università di Pavia e coordinatore del Comitato scientifico di Rinologia SIOeChCF durante il 110° Congresso Nazionale della Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale a Bergamo.
Non si conoscono le origini di queste patologie che, sebbene si manifestino nel naso, sono spesso infiammazioni di tutto l’apparato respiratorio che interessano sia le alte che le basse vie aeree e portano spesso l’otorinolaringoiatra a coordinare un’equipe multidisciplinare costruita attorno al paziente.
“Sappiamo, per esempio, che esiste una connessione tra le riniti allergiche, condizioni che colpiscono quasi un terzo della popolazione e sono in aumento in tutti i paesi industrializzati. Essenziale è la diagnosi precoce delle allergie, e il loro trattamento al fine di ridurre il rischio di sviluppare poliposi e infiammazioni croniche nel naso”.
Il problema principale della poliposi è la durata del trattamento. “Spesso i pazienti si stancano di assumere farmaci tutti i giorni – spiega il Professore – ma è importante comunicare che il trattamento deve essere quotidiano e, potenzialmente, per tutta la vita. In una poliposi o una rinosinusite cronica ben inquadrata e con aderenza alla terapia i sintomi possono essere trattati molto efficacemente. Molto importante, anche e soprattutto nei bambini con riniti/sinusiti, è l’igiene e il lavaggio nasale con soluzioni saline così da ottimizzare la terapia topica”.
“Attenzione, però, ad andare in farmacia senza una prescrizione dello specialista: i prodotti sono tanti ma anche molto diversi tra loro; alcuni da usare solo pochi giorni, altri più a lungo. In generale, possiamo dire che l’applicazione topica (locale) del cortisone offre ottimi risultati: riduce l’infiammazione senza gli effetti collaterali associati all’assunzione sistemica.
Anche la chirurgia endoscopica del naso permette di intervenire rimuovendo i polipi refrattari a farmaci e, ove tutto questo non fosse sufficiente per restituire benessere e qualità della vita, l’ultima frontiera in questo ambito è data dai farmaci biologici. Questi farmaci agiscono a monte sul percorso dell’infiammazione e stanno dando buoni risultati sebbene la loro prescrizione sia regolata in maniera molto rigida e restrittiva”.
“I farmaci biologici o innovativi vengono prescritti dall’otorinolaringoiatra per una poliposi severa, cioè una sinusite cronica polipoide refrattaria alle terapie mediche normalmente utilizzate (lavaggi nasali, corticosteroide topico e eventualmente 2 cicli anno di corticosteroide sistemico), cui può seguire l’approccio chirurgico.
Qualora tutto questo non dia risultati, allora si può passare alla terapia biologica in aggiunta alla terapia ottimale che rimane sempre il lavaggio nasale e l’impiego di corticosteroidi – interviene il professor Giancarlo Ottaviano, Otorinolaringoiatra dell’Università di Padova.
Per la poliposi nasale oggi abbiamo tre tipi di anticorpi monoclonali che permettono sostanzialmente di bloccare la cascata infiammatoria in maniera molto specifica. Vengono dati appunto come terapia aggiuntiva ogni due settimane sottocute oppure una volta al mese, a seconda del farmaco biologico e delle caratteristiche del paziente.
Sono farmaci che possono essere considerati innovativi perché queste patologie coinvolgono sia le alte che le basse vie respiratorie, quindi sia il naso e i seni paranasali ma anche i bronchi, in pazienti che hanno spesso asma, allergie, intolleranza all’aspirina per esempio. Dare un farmaco biologico significa agire sostanzialmente a livello sistemico bloccando la cascata infiammatoria non solo a livello nasale ma anche a livello bronchiale”.
“In definitiva – prosegue il Professor Fabio Pagella – Rinosinusiti croniche e Poliposi nasale possono essere trattate sì in maniera efficace, ma rimane il fatto che diagnosi specialistica, aderenza alla terapia e un approccio multidisciplinare che veda il paziente al centro di un’equipe di specialisti, sono i requisiti per preservare o recuperare qualità della vita e salute delle vie aeree”.
“Da decenni le rinosinusiti croniche (con o senza poliposi) vengono trattate con farmaci come antibiotici, cortisonici e antiistaminici, senza che si abbia poi una perfetta conoscenza dei meccanismi fisiopatologici alla base di queste patologie. Negli ultimi anni sta diventando sempre più evidente che vi sono diverse forme di rinosinusite cronica, caratterizzate da profili biologici differenti.
È pertanto fondamentale che i pazienti ricevano una diagnosi precoce ed accurata, definita attraverso un percorso multidisciplinare (otorinolaringoiatra, allergologo e pneumologo sono i più importanti nell’elenco degli specialisti coinvolti) e un trattamento (medico e chirurgico, laddove indicato) il più possibile personalizzato” conclude il presidente SIOeChCF professor Piero Nicolai, Ordinario di Otorinolaringoiatria presso l’Università degli Studi di Padova.