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Obesità dei genitori aumenta il rischio di malattia epatica steatosica nei figli

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L’obesità dei genitori è stata associata a un aumento del rischio fino al 55% di sviluppare malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica tra i figli

L’obesità dei genitori è stata associata a un aumento del rischio fino al 55% di sviluppare malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica tra i figli nella prima età adulta, secondo i dati presentati al congresso Digestive Disease Week (DDW) 2024.

«Non esistono protocolli di screening ampiamente adottati per identificare i pazienti più giovani con malattia epatica associata a disfunzione metabolica (MASLD), dato che si tratta di una malattia in gran parte silente che non si manifesta fino alla tarda età adulta» ha premesso nella sua relazione al congresso il primo autore dello studio Stefani Tica, ricercatore in gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica alla Washington University di St. Louis. «Dato che la steatosi epatica può iniziare durante l’infanzia, molti sospettano che ci siano origini legate allo sviluppo o fattori scatenanti precoci della malattia. Non è noto se specifiche traiettorie di crescita durante l’infanzia possano influenzare questo rischio».

Secondo i ricercatori, la MASLD è la malattia epatica cronica più comune a livello globale e l’incidenza è in aumento nei bambini e nei giovani adulti.

«Per quanto ne sappiamo, questo è uno dei primi studi a dimostrare che l’obesità sia nelle madri che nei padri è collegata a un aumento del rischio di MASLD nei loro figli, che si estende fino alla prima età adulta» ha fatto presente la relatrice. «Evidenze emergenti suggeriscono che le esposizioni durante lo sviluppo e nella prima infanzia, come l’obesità dei genitori, possono svolgere un ruolo critico nella predisposizione alle malattie, ma le evidenze epidemiologiche sono limitate».

Analisi dei partecipanti a un ampio studio di coorte di nascita in UK
In uno studio prospettico di coorte, i ricercatori hanno utilizzato i dati dell’Avon Longitudinal Study of Parents and Children per analizzare l’associazione tra obesità genitoriale e incidenza di MASLD in età adulta. La MASLD è stata identificato sulla base della definizione recentemente aggiornata, ovvero la presenza di steatosi almeno di grado S1 su elastografia transiente e di almeno 1 fattore di rischio cardiometabolico (ad esempio indice di massa corporea, BMI, ≥ 25 kg/m2 o circonferenza della vita > 94 cm per gli uomini e > 80 cm per le donne, ipertensione nota, diabete noto).

Sono stati raccolti i dati relativi a oltre 14mila gravidanze dal 1990 al 1992 ad Avon, nel Regno Unito, con monitoraggio periodico della prole dalla nascita all’età adulta ed elastografia transiente (TE, fibroscan, una tecnica di recente introduzione, rapida e altamente riproducibile, che misura l’elasticità del parenchima epatico e che fornisce quindi indirettamente una misura del grado di fibrosi epatica) eseguita all’età di 24 anni insieme alla misurazione dei biomarcatori plasmatici e sierici.

Gli autori hanno utilizzato regressioni logistiche per esaminare l’associazione, aggiustandola in base a diverse caratteristiche dei genitori durante la gravidanza (come età, istruzione, consumo di alcol in gravidanza, fumo, dieta, esercizio fisico materno) e fattori della prima infanzia come modalità di parto, peso alla nascita, durata dell’allattamento al seno, esposizione precoce agli antibiotici e dieta all’età di 7 anni.

BMI dei genitori durante la gravidanza associato al rischio di MASLD nella prole all’età di 24 anni
I risultati hanno mostrato che, dei quasi 2.000 figli inclusi nell’analisi, 350 (18,2%, BMI medio 30,4, 47,4% donne) avevano MASLD all’età di 24 anni. I ricercatori hanno inoltre riferito che per ogni aumento di 5 kg/m2 del BMI materno, il rischio di MASLD della prole aumentava del 55% (OR aggiustato, aOR, 1,55) e per ogni aumento di 5 kg/m2 del BMI paterno, il rischio cresceva del 44% (aOR 1,44).

Inoltre, i figli di due genitori in sovrappeso (BMI 25) durante la gravidanza avevano un rischio di MASLD in giovane età adulta di 2,91 volte superiore rispetto alla prole nata da genitori normopeso (aOR 1) o nata da una madre in sovrappeso (aOR 2,23) o da un padre in sovrappeso (aOR 1,4).

«Il BMI dei genitori durante la gravidanza è associato al rischio di MASLD nella prole all’età di 24 anni con associazioni più forti osservate per l’obesità materna» ha osservato Tica. «La storia familiare di obesità, in particolare nei genitori prima della gravidanza, probabilmente dovrebbe essere tenuta presente considerata nella stratificazione del rischio dei pazienti più giovani con MASLD».

«Questi risultati convincenti sottolineano l’importanza di un’ulteriore convalida in diverse popolazioni e sottolineano l’urgenza di prevenire e gestire l’obesità dei genitori come un modo per combattere la crescente incidenza di MASLD tra le generazioni più giovani» ha concluso.

Referenze

Tica S et al. Parental overweight status around pregnancy and offspring risk of metabolic dysfunction-associated steatotic liver disease in young adulthood. Presented at: Digestive Disease Week; May 18-21, 2024; Washington (hybrid).

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