Tumore al seno: benefici da ribociclib più terapia endocrina in prima linea


Tumore al seno avanzato HR+/HER2-: con ribociclib più terapia endocrina in prima linea rischio di progressione o morte ridotto di quasi il 40%

diagnosi tumore al seno biobanca

Nelle pazienti in pre- o peri-menopausa con carcinoma mammario clinicamente aggressivo, positivo ai recettori ormonali ed HER2-negativo (HR+/HER2-), il trattamento di prima linea con l’inibitore di CDK4/6 ribociclib più la terapia endocrina riduce il rischio di progressione della malattia o di morte del 39% rispetto alla chemioterapia combinata e, in più, è meglio tollerato. Lo evidenzia l’analisi finale dello studio di fase 2 RIGHT Choice, pubblicata da poco sul Journal of Clinical Oncology.

A un follow-up mediano di 37 mesi, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è risultata di 21,8 mesi (IC al 95% 17,4-26,7) nelle 112 pazienti trattate con ribociclib più la terapia endocrina contro 12,8 mesi (IC 95% 10,1-18,4) nelle 110 pazienti trattate con la chemioterapia (HR 0,61; IC al 95%, 0,43-0,87; P = 0,003).

L’aggiunta di ribociclib alla terapia endocrina ha dimostrato di fornire un beneficio anche sul fronte della risposta al trattamento, Infatti, il tasso di risposta obiettiva (ORR) è risultato rispettivamente del 66,1% (IC al 95% 56,5%-74,7%) contro 61,8% (IC al 95% 52,1%-70,9%) e il tempo mediano alla risposta rispettivamente di 4,9 mesi contro 3,2 mesi (HR 0,76; IC al 95% 0,55-1,06).

«I dati dimostrano la superiorità di PFS di ribociclib più la terapia endocrina rispetto alla chemioterapia combinata, con tassi di risposta simili, tassi di eventi avversi sintomatici più bassi e un minor numero di interruzioni a causa di eventi correlati al trattamento», scrivono Yen-Shen Lu, del National Taiwan University Hospital, e i coautori. «Pertanto, ribociclib più la terapia endocrina potrebbe essere considerata un’opzione di trattamento di prima linea in questa popolazione di pazienti».

Lo studio RIGHT Choice
Lo studio RIGHT Choice (NCT03839823) è un trial multicentrico, randomizzato, in aperto, in cui si è valutato il trattamento con ribociclib associato alla terapia ormonale in confronto alla chemioterapia combinata in donne in pre- o peri-menopausa con carcinoma mammario avanzato HR+/HER2- e malattia aggressiva, recidivata a livello locoregionale o metastatica e non operabile.

Lo studio, condotto in 13 Paesi, ha incluso donne di età compresa tra 18 e 59 anni con un performance status ECOG non superiore a 2 e una malattia misurabile secondo i criteri RECIST v1.1. Potevano essere arruolate pazienti sottoposte in precedenza a un trattamento neoadiuvante o adiuvante per il tumore al seno e quelle trattate con una terapia adiuvante con inibitori dell’aromatasi, a patto che il successivo intervallo libero da trattamento superasse i 12 mesi.

Le partecipanti sono state assegnate secondo un rapporto 1:1 al trattamento con ribociclib 600 mg al giorno per via orale somministrato per 3 settimane, seguite da una settimana senza trattamento, in combinazione con la dose standard di terapia endocrina, che consisteva in letrozolo 2,5 mg o anastrozolo 1 mg al giorno in modo continuo e con goserelin 3,6 mg sottocute il primo giorno di ciascun ciclo di 28 giorni, o una chemioterapia combinata. Le combinazioni chemioterapiche consistevano in docetaxel più capecitabina, paclitaxel più gemcitabina o capecitabina più vinorelbina, a scelta dello sperimentatore. Le pazienti che a causa degli eventi avversi interrompevano un agente chemioterapico potevano continuare con l’altro in monoterapia.

L’endpoint primario dello studio era la PFS, valutata dallo sperimentatore, mentre tra gli endpoint secondari vi erano il tempo al fallimento del trattamento (TTF), il tasso di fallimento a 3 mesi, l’ORR, il tasso di beneficio clinico (CBR), la sopravvivenza globale (OS), la sicurezza e la qualità della vita.

Caratteristiche delle pazienti
Le caratteristiche delle pazienti al basale erano ben bilanciate nei due bracci.

L’età mediana era di 44 anni (range: 26-58) nel braccio trattato con ribociclib e 43 anni in quello assegnato alla chemioterapia (range: 26-55). Più della metà delle donne in entrambi i bracci era asiatica (53,6% e 52,7%), presentava un’istologia del tumore di grado II (58,9% e 55,5%) e aveva un performance status ECOG pari a 1 (56,3% e 56,4%).

Inoltre, la maggioranza delle partecipanti aveva una malattia de novo (62,5% e 66,4%) ed era positiva per il recettore del progesterone (88,4% e 92,7%). Per lo più, le pazienti avevano metastasi localizzate in tre siti, 57,1% contro 54,5%, mentre il 25,9% contro 35,5% ne presentava due e il 17% contro 10% uno.

Beneficio clinico superiore, ma dati di OS ancora immaturi
Per quando riguarda gli altri risultati dello studio RIGHT Choice, nel braccio sperimentale il CBR è risultato dell’81,3% (IC al 95% 72,8%-88,0%), con tassi di risposta completa (CR) del 6,3%, di risposta parziale (PR) del 59,8%, di stabilizzazione della malattia del 24,1% e di progressione della malattia dell’8%, mentre nel braccio di controllo il CBR è risultato del 74,5% (IC al 95% 65,4%-82,4%) e i tassi di CR, PR, stabilizzazione e progressione della malattia sono risultati rispettivamente del 2,7%, 59,1%, 18,2% e 5,5%.

Nel braccio di ribociclib i tassi di PFS a 12 mesi e a 24 mesi sono risultati rispettivamente del 68,9% (IC al 95% 59,3%-76,7%) e 46,5% (IC al 95% 36,4%-56,0%) contro 54,5% (IC al 95% 43,7%-64,0%) e 23,6% (IC al 95% 14,2%-34,4%) nel braccio della chemioterapia.

La OS mediana non è stata raggiunta (NR) in nessuno dei due bracci (braccio sperimentale: IC al 95% 38,6-NR; braccio di confronto: IC al 95% 30,8-NR; HR 0,92, IC al 95% 0,56-1,52), ma i tassi di OS a 12, 18, 24 e 30 mesi sono risultati rispettivamente dell’87,9%, 85,1%, 77,3% e 66,6% nel braccio assegnato a ribociclib contro 92,5%, 86,5%, 73,7% e 64,6% nel braccio sottoposto alla chemioterapia.

Migliore tollerabilità con ribociclib
Sul fronte della sicurezza e tollerabilità, tutte le pazienti in entrambi i bracci hanno manifestato almeno un evento avverso di qualsiasi grado. Eventi di grado 3 o 4 si sono verificati nel 79,5% delle pazienti del braccio sperimentale e nel 73% di quelle del braccio di confronto.

Gli eventi avversi di grado 3 o 4 più frequenti sono stati la neutropenia (59,8% contro 36%) e la leucopenia (25% contro 8%).

Da notare che le interruzioni del trattamento a causa di eventi avversi correlati al trattamento sono state di molto inferiori nel braccio sperimentale rispetto a quello di controllo: 6,3% contro 27%.

Infine, nel braccio di ribociclib si sono verificati cinque decessi nei 30 giorni successivi alla conclusione del trattamento dello studio, tutti correlati alla progressione della malattia. Anche nel braccio della chemioterapia non sono stati registrati decessi durante il trattamento.

Beneficio significativo di PFS con ribociclib in prima linea
«Questa analisi finale dello studio RIGHT Choice ha dimostrato un beneficio clinicamente e statisticamente significativo di PFS con il trattamento di prima linea con ribociclib più la terapia endocrina rispetto alla chemioterapia combinata in donne in pre-menopausa con carcinoma mammario avanzato clinicamente aggressivo, HR-positivo ed HER2-negativo, nelle quali la chemioterapia combinata viene tipicamente utilizzata per ottenere una risposta rapida del tumore. Questo beneficio di PFS è stato osservato nella maggior parte dei sottogruppi», concludono gli autori.

Bibliografia
Y.S. Lu, et al. Final results of RIGHT Choice: ribociclib plus endocrine therapy vs combination chemotherapy in premenopausal women with clinically aggressive HR+/HER2− advanced breast cancer. J Clin Oncol. Published online May 21, 2024. leggi