Torna il festival multidisciplinare “Sempre più fuori”: il programma


Dall’8 al 19 luglio torna “Sempre più fuori”, festival multidisciplinare di teatro, musica, danza, cinema, letteratura, arte, fotografia

sempre più fuori

Per la sua quarta edizione, dall’ 8 al 19 luglio il festival multidisciplinare Sempre più Fuori torna ad abitare, con il suo programma articolato e quest’anno di respiro internazionaledue magnifici luoghi che producono bellezza a Romal’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo e il Goethe-Institut.

E se un festival è materia viva che si cala in un tempo, dentro luoghi che lo ospitano, in un tessuto sociale, il mosaico espressivo che Sempre più Fuori prova ancora una volta a comporre, tra formati e linguaggi che alternano teatro, musica, danza, cinema, letteratura, arte, fotografia, è una mappa del contemporaneo che affianca la creatività emergente e i cult imperdibili della più recente sperimentazione artistica ad altre attività culturali, pensate come strumenti di coesione sociale e civile, con l’intento di creare cultura con contenuti e insediamento.

Sarà un’immagine dinamica, un accattivante e poliedrico viaggio nell’oggi e nel recente passato ancora da convocare su temi di grande attualità grazie a rielaborazioni altamente artistiche – spiegano i direttori artistici Antonino Pirillo e Giorgio Andriani. Quest’anno le voci e i corpi di autrici e autori della scena nazionale e internazionale, punti dai temi del presente, ci portano in una dimensione poetica di rara intensità umana. Ci siamo spinti verso un assaggio internazionale e dedicheremo molto spazio all’accessibilità, che per noi è permettere a tutte e tutti di fruire lo stesso evento insieme, senza limitazioni, ma semmai offrendo un allargamento delle potenzialità di ognuno/a: dall’audiodescrizione al linguaggio Lis, ai sottotitoli, alle Cene al buio, a incontri di sensibilizzazione. Non mancheranno i momenti conviviali. Siamo convinti che, attraverso la cultura e le buone pratiche di scambio tra i pubblici, è possibile costruire una nuova visione del futuro.

Tradizioni, generazioni e stili diversi convivono armoniosamente nel fitto cartellone di Sempre più Fuori. Ci sono: la pluripremiata compagnia catalana Agrupación Señor Serrano (Leone d’Argento), che gira a livello internazionale e porta in scena per la prima volta a Roma The Mountain; la poetessa inglese A.K. Blakemore, che parlerà con Francesca De Sanctis del suo primo romanzo, Le streghe di Manningtree, premiato in patria come miglior esordio dell’anno (vincitore del Desmond Elliot Prize); Silvia Gribaudi con il suo R. OSA, diventato un cult delle ultime stagioni, presentato per la prima volta con audiodescrizione poetica per persone cieche e ipovedenti a cura di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello (Al.di.qua Artists) e interpretata dal vivo da Marta Olivieri; i geniali Babilonia Teatri e La casa di Luca con lo spettacolo Pinocchio, che coinvolge persone con esiti di coma; Roberta Torre, in dialogo con Porpora Marcasciano al termine della proiezione (sottotitolata per la comunità sorda) del suo del film Le favolose. Ancora si passa dal compositore Francesco Leineri, con il suo concerto video installativo site-specific 12 motivi, al drammaturgo e attore Oscar De Summa, che celebra i dieci anni di vita di un suo grande successo, Stasera sono in vena, con una versione live con musiche curate da Corrado Nuccini (Giardini di Mirò), fino ad Alberto Boubakar Malanchino, Premio Ubu 2023 come interprete del suo racconto urbano ma anche di frontiera Sid (premio In-Box 2023), scritto e diretto da Girolamo Lucania/Cubo Teatro. Completano il cartellone la mostra installazione La Stanza delle Tazze di Remo Salvadori a cura di Zerynthia, la mostra Favolosità della fotografa Laila Pozzo che ritrae le protagoniste del film di Roberta Torre, il dj set di DJ DĖMĖ (Demetrio Castellucci), la mostra/installazione Terre Sconosciute (Flor), un progetto di Paola Di Mitri / Cranpi, l’incontro L’accessibilità come principio estetico curato da Flavia Dalila D’Amico e Diana Ciufo, due visite guidate all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, raramente aperta al pubblico, e per finire due Cena al buio organizzata dall’Unione Ciechi e Ipovedenti di Roma.

 

Infine in entrambi i luoghi del festival è previsto uno stand enogastronomico a cura dello storico ristorante di Centocelle La Cantina di Dante, che propone piatti rivisitati della cucina romana; e la postazione di Radio Frammenti che seguirà tutto il festival con contenuti ad hoc.

Sempre più fuori è prodotto da Cranpi in collaborazione con Accademia Tedesca Roma Villa MassimoGoethe-Institut e Biblioteche di Roma; con il patrocinio del Municipio II – Roma Capitale; con il sostegno di Fondazione Alta Mane Italia e Institut Ramon Llull; con la collaborazione di Al.Di.Qua ArtistsEnte Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi (ENS), GiantInstituto Cervantes Roma, Unione Ciechi e degli Ipovedenti Sezione Territoriale Roma (UICI), Zerynthia; e con i partner Theatron 2.0Radio FrammentiLa cantina di DanteEasylight.

Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024”, curato dal Dipartimento Attività Culturali, ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

 

Il programma giorno per giorno

Grande attesa l’8 luglio alle 21 (replica martedì 9) per l’inaugurazione di Sempre più Fuori che nella giornata di apertura, ospita all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, con il sostegno dell’Institut Ramon Llull,  il teatro degli Agrupación Señor Serrano che presenta per la prima volta a Roma lo spettacolo forse più maturo della loro produzione artistica: The Mountain. La compagnia spagnola, fra i più brillanti esempi della scena contemporanea con svariati riconoscimenti (Leone d’Argento 2015) e una tournée mondiale ininterrotta da anni, nel tempo si è fatta conoscere e amare dal pubblico per il suo linguaggio misto che fa pensare, oltre che far ridere. Come appunto in The Mountain, spettacolo raffinato e al tempo stesso caustico, tagliente, in cui si mescolano video in diretta, modellini in miniatura, suoni, oggetti, corpi umani presenti o riprodotti in video con una altissima cura nella scelta delle immagini attraverso le quali il gruppo svela, con ironia, il declino inesorabile non solo della “comunicazione”, ma anche, e soprattutto, della politica. Scalare la montagna per raggiungere la verità. C’è una immagine ampiamente diffusa che ripercorre la storia delle idee – si legge nelle note di presentazione – scalare una montagna, superare le difficoltà per raggiungere la cima e, una volta lì, vedere il mondo “così come è”. Ma è davvero così? Esiste la verità?The Mountain intreccia la storia della prima spedizione sull’Everest, il cui esito è ancora incerto, con Orson Welles che semina il panico con il suo programma radiofonico La guerra dei mondi, poi giocatori di badminton che giocano a baseball, un sito di fake news, un drone che scruta il pubblico, molta neve, frammenti di immagini e Vladimir Putin che parla soddisfatto di giustizia e fiducia. Tutto si tiene in questo gioco d’equilibrio che interroga lo spettatore, mettendolo di fronte alle proprie responsabilità.

A seguire, sempre lunedì 8 alle 23Francesco Leineri presenta il concerto video installativo site-specific 12 motivi, progetto multimediale in cui il compositore unisce musica, performance live e video digitale per costruire un percorso che, grazie a dodici video girati ad hoc negli spazi dell’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo e dintorni, restituisce al pubblico uno sguardo intimo, immaginifico e unico, in cui la musica si mescola con i suoni urbani. Durante l’esecuzione i video verranno proiettati su un grande schermo circolare sospeso sul pianoforte, creando un racconto dei luoghi e degli individui che li vivono. Se in musica il “motivo” è melodia, nell’ambito di questa performance il termine si ricongiunge anche con il suo significato letterale: dodici motivazioni per stare, per affrontare il circostante.

Ancora un doppio appuntamento in programma il 10 luglio. Si comincia alle 19 (replica 14 luglio) con un’Azione urbana negli spazi e nei giardini della Villa, ossia una visita guidata dell’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, diretta da Julia Draganović . Un’occasione rara per visitare una delle più prestigiose istituzioni culturali d’Europa dall’incredibile ricchezza architettonica, immersa nel verde e solitamente non accessibile al pubblico.

 

In serata, sempre all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, con il sostegno della Fondazione Alta Mane Italia, il festival ospita alle 21 lo spettacolo cult di Silvia Gribaudi R. OSA, magistralmente interpretato da Claudia Marsicano. Coreografa con ironia dissacrante, a tratti provocatoria, a tratti poetica, Gribaudi costruisce un viaggio nell’anti-stereotipo del femminile imposto dalla nostra società dell’immagine e dipendente dalla ricerca di perfezione oltre naturaR. OSA è uno spettacolo in cui la performer è una one woman show che sposta lo sguardo dello spettatore all’interno di una drammaturgia composta da dieci esercizi di virtuosismo. L’intento: osare al femminile. L’assolo si interroga infatti sul ruolo che il corpo femminile occupa e Claudia Marsicano, con le sue forme abbondanti, percorre un affascinante viaggio a braccetto con il pubblico sul tema della bellezza. R. OSA fa pensare a come guardiamo e a cosa ci aspettiamo dagli altri sulla base dei nostri giudizi. Si ispira alle immagini di Botero, al mondo anni ‘80 di Jane Fonda, al concetto di successo e prestazione. L’assolo mette al centro una sfida, quella di superare continuamente il proprio limite; mette in scena una rivoluzione del corpo, che si ribella alla gravità e mostra la sua lievità. Gribaudi e Marsicano insieme sprigionano esplosiva forza poetica: dalla regia al palco coinvolgono il pubblico in una sagace performance mozzafiato, capace di divertire e interrogare. Al festival R. OSA sarà presentato per la prima volta con audiodescrizione poetica per persone cieche e ipovedenti a cura di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello (Al.di.qua Artists) interpretata dal vivo da Marta Olivieri.

Il 12 luglioalle 21, si prosegue all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo con Oscar De Summa, artista, drammaturgo e attore tra i più apprezzati e intensi della scena indipendente italiana, che festeggia i dieci anni del secondo capitolo della trilogia della provincia, Stasera sono in vena, con un riallestimento live con la drammaturgia musicale curata da Corrado Nuccini (fondatore della band Giardini di Mirò), che suonerà dal vivo insieme a Daniele Rossi e con la voce di Francesca Bono. Il live realizza dal vivo il “desiderio” del protagonista, che negli anni ‘80 si immaginava cantante rock, considerando la visione dei rocker come l’unica alternativa al modello capitalista. La vicenda, raccontata in prima persona, è quella di un gruppo di ragazzi della provincia salentina che precipitano nel mondo dell’eroina, in una Puglia in cui prendeva piede la Sacra Corona Unita e dove era esploso il mercato della droga, trascinando tragicamente con sé una intera generazione.

Il 14 luglio si resta all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, ore 21, con Alberto Boubakar Malanchino, Premio Ubu 2023 come Migliore attore under 35, adrenalinico interprete di un racconto urbano, ma anche di frontiera, Sid, scritto e diretto da Girolamo Lucania / Cubo Teatro. Nei panni di un giovane figlio della periferia, che, per rincorrere il sogno del successo ha intrapreso la via sbagliata, quella della violenza, e ora si ritrova a fare i conti con il proprio passato, il protagonista è un bellissimo e intelligente ragazzo di origine algerina, che non appartiene né all’Occidente, né alla cultura africana. È il futuro. Un futuro senza identità. Un presente senza futuro. Vive nel mondo drogato della società dello spettacolo. Per uscire dalla disperazione e dalla noia di nascosto legge, ascolta musica, vede film. Recita. Recita sempre. Fino a dimenticare di essere Sid. Ha ucciso. Probabilmente per noia. Sicuramente per uno scopo più alto. La sua storia, è un film “senza montaggio”, un torrenziale monologo per batteria e voce: scorrono schegge di vita, di bullismo, di consumo, di ragazzi annoiati, dei “fuck you”, di canne, droga, desolazione, di vagabondaggi nei “templi del consumo”. Musica live di Ivan Bert e Max Magaldi.

Il 15 luglio, il festival si sposta al Goethe-Institut, luogo prescelto per una serie di eventi. Si parte alle 19 con l’inaugurazione di tre mostre/installazioni visitabili fino al 19 luglioTerre Sconosciute (Flor), sostenuta dalla Fondazione Alta Mane Italia e ideata da Paola Di Mitri, come esito di un laboratorio con alcuni pazienti con disturbi alimentari in cura presso Villa Pia–Korian Italia di Guidonia (RM) con la direzione sanitaria del Dott. Antonio Sarnicola. È un’installazione in cui lo spettatore sarà guidato in un percorso visivo e sonoro e avrà accesso a diari di viaggio, fotografie, bestiari e nuvolari, suoni e immagini che narrano di paesaggi naturali incontaminati e selvaggi, incontri fortuiti con creature straordinarie, antichi rituali collettivi e un nuovo sistema sociale e politico.

 

Contemporaneamente, a cura di Zerynthia, apre le porte La Stanza delle Tazze di Remo Salvadori, esponente della generazione successiva a quella dell’arte povera e dell’arte concettuale, una delle poche personalità a livello europeo capace di dischiudere un nuovo ambito di concezione e formulazione dell’opera. Esposta nella Galleria Pieroni nel 1986, La Stanza delle Tazze gioca sul volume delle superfici piatte, tra il pieno e il vuoto, tra la semplicità delle forme e il loro dissolvimento nello spazio. Nell’energia che si crea nel momento dell’interazione tra luogo e sguardo dello spettatore, le tazze di Salvadori sono la possibilità di una attenzione diversa e divisa.

Sempre, alle ore 19, s’inaugura la mostra fotografica Favolosità di Laila Pozzo che ritrae le sette protagoniste trans del film Le Favolose di Roberta Torre.

La serata prosegue ancora alle 21 con la proiezione del documentario della regista Roberta TorreLe Favolose che vede sette amiche trans riunirsi per commemorare la loro amica Antonia, anche lei trans, che è stata, però, sepolta dalla sua famiglia in abiti maschili, succede a volte infatti che in morte le persone transessuali vengano private della loro identità. Antonia rappresenta tutte le persone trans che hanno perso la battaglia del riconoscimento della propria identità nel momento della loro morte. Questo film è un contributo alla ricerca della libertà, un inno a chi fa della propria vita un percorso libero, con forza coraggio lacrime, gioia, nonostante tutto, sono le parole di Roberta Torre, che al termine della proiezione, alle 22incontrerà il pubblico con Porpora Marcasciano, storica attivista trans e scrittrice, tra le protagoniste del documentario.

Il 16 luglio alle 21 si torna all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo per Pinocchio, lo spettacolo di Babilonia Teatri e della compagnia teatrale Gli amici di Luca di Bologna che coinvolge persone con esiti di coma che hanno intrapreso un percorso terapeutico, di cui fanno parte anche attività teatrali presso la Casa dei Risvegli Luca De Nigris. Sempre assolutamente geniali gli autori/registi di Babilonia Teatri, Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, capaci ogni volta, e meravigliosamente, di toccare tematiche, situazioni estreme, con una sensibilità, un’intelligenza teatrale del tutto sorprendenti. Si ride spesso – risate aperte e piene, dirette e calorose – per questo Pinocchio, protagonisti Enrico Castellani, Paolo Facchini, Luigi Ferrarini, Riccardo Sielli e Luca Scotton, ma in questo divertimento libero, sciolto, immediato, si avverte nello stesso tempo uno strano miscuglio di stati d’animo, di vasta commozione, in un equilibrio di suprema cura e rigore teatrale in cui i Babilonia sono assoluti maestri. Una poetica che, nell’apparente semplicità, affronta le sfide più ardue con una misura prodigiosa, tra estrema delicatezza e massima audacia.

La giornata si conclude alle 23 con il dj set di DJ DĖMĖ (Demetrio Castellucci), compositore e sound designer coinvolto in progetti internazionali, spettacoli teatrali, coreografie e film dal 2004. Un concerto di musica elettronica massimalista, fatta di bassi grezzi e ritmi crudi.

 

Per il rush finale, Sempre più Fuori torna al Goethe-Institut, dove il 17 luglio alle 20, in collaborazione con LETTERATURE – Festival Internazionale di Roma a cura dell’Istituzione Biblioteche di Roma e con Biblioteca Europea, è attesa A.K. Blakemore, la poetessa inglese che parlerà con Francesca De Sanctis del suo primo romanzo, Le streghe di Manningtree (Fazi Editore), premiato in patria come miglior esordio dell’anno, conducendoci nell’Inghilterra del 1600 in una comunità priva di uomini, in cui le donne sono abbandonate a loro stesse.

 

Il 18 luglio alle 20Flavia Dalila D’Amico e Diana Ciufo curano l’incontro L’accessibilità come principio estetico nel campo delle arti performative, un progetto vincitore del bando Avvio alle Terze Missioni Sapienza 2022. D’Amico e Ciufo hanno indagato sotto diversi aspetti l’accessibilità per pubblici ciechi e ipovedenti. Un anno di sperimentazioni con il coinvolgimento della comunità di riferimento, degli studenti del Dipartimento di Pianificazione, Design e Tecnologia dell’Architettura di Roma La Sapienza, enti e associazioni della città di Roma. Mediante la metodologia del co-design il programma si è delineato come una forma di co-creazione culturale insieme ai soggetti interessati (artisti e pubblici ciechi e ipovedenti). In questo versante l’accessibilità è stata intesa come luogo di co-esistenza, non un servizio o uno strumento ausiliario “per” una determinata comunità, ma opportunità di sperimentazione multisensoriale.

A seguire, alle 21 (con replica il 19 luglio) il festival saluta il suo pubblico con una Cena al buio, organizzata dall’Unione Ciechi e Ipovedenti. Un’esperienza sensoriale unica che coinvolge tutti i nostri sensi, ad eccezione della vista. I partecipanti sono condotti in una sala completamente oscura e guidati verso il loro posto a sedere. Qui, vengono serviti i piatti in modo che non possano vedere cosa hanno davanti, rendendo l’esperienza unica e avvolgente.
I suoni, i sapori e gli odori diventano i protagonisti della cena. Le percezioni sono amplificate e diventano più intense, i sapori diventano più evidenti e le sensazioni tattili sono molto più accentuate. La cena al buio non è solo un’esperienza gastronomica. È anche un’esperienza sociale, in quanto i partecipanti condividono la stessa esperienza e si trovano a parlare di come si sentono e di ciò che stanno gustando. Si creano legami tra gli invitati e si scoprono nuovi modi di comunicare.

 

Il 19 luglio, alle ore 20 al Goethe-Institut, avrà luogo una tavola rotonda a cura del Dott. Antonio Sarnicola di Villa Pia–Korian Italia, dal titolo I percorsi possibili nel trattamento del comportamento dei disturbi alimentari a partire dal progetto Terre Sconosciute (Flor) di Paola Di Mitri/Cranpi.