Psoriasi: fototerapia ultravioletta B a banda stretta effettuata a casa ugualmente efficace


Psoriasi: la fototerapia ultravioletta B a banda stretta effettuata a casa non è inferiore al trattamento in ambulatorio e può essere un efficace trattamento

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Secondo i risultati dello studio LITE presentati al congresso 2024 della American Academy of Dermatology (AAD), la fototerapia ultravioletta B a banda stretta effettuata a casa non è inferiore al trattamento in ambulatorio e può essere un efficace trattamento di prima linea per i pazienti con psoriasi da moderata a grave.

Gli esiti co-primari nello studio LITE (Light Treatment Effectiveness) erano il raggiungimento di un punteggio PGA (Physician’s Global Assessment) di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) e di un punteggio fino a 5 (piccolo, nessun impatto della malattia cutanea sulla qualità della vita) nel Dermatology Life Quality Index (DLQI).

I ricercatori hanno arruolato in 42 centri negli Stati Uniti 783 pazienti con almeno 12 anni di età che avevano psoriasi a placche o psoriasi guttata (un particolare tipo di psoriasi che produce, soprattutto su gambe, braccia e parte anteriore del tronco, delle caratteristiche macchie rosa-rosse, dall’aspetto squamoso e a forma di goccia o lacrima) ed erano candidati alla fototerapia da effettuare a casa o in ambulatorio.

Dopo 12 settimane di trattamento, ha raggiunto un punteggio PGA di 0/1 il 25,6% dei pazienti nel gruppo fototerapia ambulatoriale rispetto al 32,8% di quelli nel gruppo fototerapia domiciliare (P>0,0001 per la non inferiorità). Allo stesso modo, il 33,6% dei pazienti nel gruppo fototerapia ambulatoriale ha raggiunto un punteggio DLQI pari o inferiore a 5 rispetto al 52,4% del gruppo fototerapia domiciliare (P>0,0001 per la non inferiorità).

La fototerapia è un’opzione sicura ed efficace
«Penso che sia importante che i medici, le compagnie assicurative e i pazienti affetti da psoriasi comprendano che si tratta di una forma di terapia molto sicura ed efficace» ha affermato in un’intervista Craig Elmets, professore di dermatologia presso l’Università dell’Alabama a Birmingham pe rimo autore delle linee guida congiunte AAD-National Psoriasis Foundation (NPF) per la gestione e il trattamento della psoriasi con la fototerapia, pubblicate nel 2019. «Per le persone che non sono interessate ai farmaci sistemici o nelle quali sono controindicati, la fototerapia sarebbe l’ideale».

«Oltre all’efficacia, vi sono altri fattori che supportano il ruolo della fototerapia domiciliare, compreso il fatto che costa 10-100 volte meno dei farmaci biologici e che la fototerapia ambulatoriale non è disponibile nel 90% delle contee degli Stati Uniti» ha affermato il ricercatore principale Joel Gelfand, professore di dermatologia ed epidemiologia e direttore del Centro per il trattamento della psoriasi e della fototerapia presso l’Università della Pennsylvania a Filadelfia.

Accesso alla fototerapia domiciliare e candidati ideali 
Per ottimizzare l’accesso alla fototerapia domiciliare per i pazienti affetti da psoriasi è importante che siano i medici a discuterne con i pazienti, che raramente menzionano questa opzione. Per Elmets il candidato ideale è un soggetto contrario all’uso degli agenti sistemici ma la cui malattia è oltre il punto in cui i soli farmaci topici possono funzionare. Uno dei vantaggi della fototerapia è che non ha effetti immunosoppressori.

«La chiave è il processo decisionale condiviso. Discuterò con ogni paziente le opzioni di trattamento e decideremo insieme una linea d’azione in base alle sue esigenze e preferenze specifiche, oltre all’appropriatezza della fototerapia dal punto di vista medico» ha detto Gelfand. «Un paziente con psoriasi principalmente sulle unghie o sui genitali non è un buon candidato per la fototerapia, mentre lo è se la malattia colpisce soprattutto il tronco o le estremità».

I candidati alla fototerapia domiciliare devono anche essere disposti e in grado di utilizzare un’apparecchiatura, oltre ad avere uno spazio dedicato nella loro abitazione, dato che la maggior parte dei dispositivi ha all’incirca le dimensioni di una porta. I pazienti devono anche essere affidabili, seguire le indicazioni e tornare di persona per gli appuntamenti di follow-up in modo da poter valutare la loro risposta al trattamento e mettere a punto la terapia secondo necessità, assicurandosi che non vi siano danni alla pelle.

Sono disponibili unità di fototerapia domiciliare più piccole progettate per il trattamento di mani e piedi. Lo stesso vale per le unità portatili per il trattamento del cuoio capelluto, una buona opzione per i pazienti con piccole aree corporee colpite dalla malattia.

Elmets ha sottolineato che, tuttavia, la fototerapia non è una panacea. Secondo le linee guida congiunte AAD-NPF, la maggior parte dei regimi di fototerapia richiede trattamenti due o tre volte alla settimana per 10-14 settimane. Una volta che i pazienti raggiungono l’obiettivo, spesso consiglia trattamenti una o due volte alla settimana per il mantenimento.

«I pazienti affetti da psoriasi ne soffriranno per tutta la vita» ha osservato. «Ci sono certamente casi in cui le persone hanno iniziato la fototerapia, sono guarite e poi hanno interrotto per un periodo di tempo, e se la malattia si ripresenta possono sempre riprendere la fototerapia. Di solito queste persone usano un qualche agente topico per ritoccare le aree resistenti».

Referenze

The LITE Study.
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