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“Il segno delle donne” stasera su Rai Storia racconta Ada Pace

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Ada Pace è stata una delle leggende del mondo del motociclismo e dell’automobilismo: la racconta “Il segno delle donne” su Rai Storia

Intraprendente, audace, con un talento innato per le corse: Ada Pace è stata una delle leggende del mondo del motociclismo e dell’automobilismo, degli anni Cinquanta e dell’inizio degli anni Sessanta. Una campionessa, quasi senza rivali, divorata dalla passione per i motori, in un’epoca che giudicava ancora sconveniente una donna al volante. Ada Pace, a cui dà voce e volto Arianna Ninchi, è la protagonista dell’appuntamento con i “faccia a faccia” di Angela Rafanelli e con “Il segno delle donne”, in onda mercoledì 10 luglio alle 21.10 su Rai Storia.

Nata a Torino il 16 febbraio 1924 e cresciuta nell’officina del padre, Ada Pace esordisce correndo con una Vespa alla fine degli anni Quaranta, cimentandosi con ottimi risultati in varie competizioni, compresa la “Sei Giorni” e la “Mille Chilometri”, conquistando anche tre trofei Gincane nel 1953, nel 1954 e nel 1956.

La sua carriera di pilota sembra destinata a restare nell’ambito delle “due ruote” finché, il 21 aprile 1951, si presenta alla partenza della “Torino – Sanremo” e vince quella gara contro ogni pronostico, gettando nel panico i giudici e gli organizzatori. Una vincitrice donna, infatti, non è prevista dal regolamento e Ada viene premiata con un mazzo di fiori. Anche i genitori sono restii che la figlia, per di più nubile, frequenti quell’ambiente “maschile”, popolato da piloti, meccanici, giornalisti e fotografi.

Eppure, questa strepitosa pilota, si rivela inarrestabile: tra il 1957 e il 1962, conquista undici titoli italiani, partecipando a numerose gare come la “Mille Miglia” e la “Targa Florio”, prendendo parte anche al “Gran Premio Libertad” di Cuba nel 1960 e ad altre competizioni internazionali, e corre con le più prestigiose case automobilistiche, come l’Alfa Romeo, la Maserati e la Ferrari.  Conosciuta come “Sayonara”, come il saluto giapponese scritto sul retro della sua targa e che dedicava “ironicamente” ai piloti che sorpassava, Ada sfida le convenzioni del suo tempo, superando numerosi pregiudizi e ritagliandosi un posto da “testa di serie” in un mondo di uomini, che non accettano di essere sconfitti da una donna.  Traguardo dopo traguardo, Ada Pace dimostra di essere una delle pilote più veloci dell’avventurosa storia dell’automobilismo, fino al suo ritiro, avvenuto nel 1965, dopo uno schianto contro un autocarro da cui esce, miracolosamente, illesa.

Dopo aver lasciato un segno significativo nell’universo delle quattro ruote, nel 1968 sposa Emilio Ribet, un veterano della Prima Guerra Mondiale, insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto. Insieme a lui, adotta un bambino chiamato Cesare e che, purtroppo, scompare nel 1972, a causa di un tragico incidente domestico.

Negli anni Ottanta, Ada partecipa ad alcuni raduni storici dove, ormai, è considerata un “mito dell’automobilismo”, un universo che aveva contribuito a rivoluzionare profondamente, grazie alle sue straordinarie capacità e alla sua determinazione.

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