Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha rilevato che la prevalenza globale degli anziani affetti da diabete di tipo 1 è aumentata del 180% negli ultimi 30 anni
Uno studio basato sulla popolazione pubblicato sul British Medical Journal ha rilevato che la prevalenza globale degli anziani affetti da diabete di tipo 1 è aumentata del 180% negli ultimi 30 anni, passando da 1,3 milioni di persone nel 1990 a 3,7 milioni nel 2019, riflettendo una mortalità inferiore grazie a una migliore gestione della malattia.
Lo studio ha incluso anziani provenienti da 21 aree in 204 nazioni e territori tra il 1990 e il 2019. Gli esiti primari erano i tassi di prevalenza standardizzati per età associati al diabete di tipo 1, i decessi, gli anni di vita corretti per la disabilità (DALY, espressi per 100mila individui) e la variazione percentuale media annua.
Il diabete di tipo 1 è stato identificato in base alle diagnosi mediche nei registri dei diabetici o in quelli ospedalieri. I ricercatori hanno stratificato i risultati in base ai punteggi dell’indice socio-demografico, al sesso e all’età della popolazione, e hanno valutato i fattori che possono influenzare i DALY tra i soggetti più anziani con diabete di tipo 1. I pazienti inclusi nell’analisi sono stati divisi in gruppi di età, da 65 a 69 anni, da 70 a 74, da 75 a 79, da 80 a 84, da 85 a 89, da 90 a 94 e ≥95.
Prevalenza del diabete di tipo 1 triplicata negli anziani
La prevalenza globale del diabete a esordio giovanile tra le persone di età pari o superiore a 65 anni è aumentata del 180% tra il 1990 e il 2019, passando nel complesso da 1,30 a 3,70 milioni, da 0,60 a 1,70 milioni per gli uomini e da 0,70 a 2,0 milioni per le donne.
Dopo la standardizzazione per età, l’aumento della prevalenza globale del diabete di tipo 1 negli over 65 è risultato ancora del 28% negli ultimi tre decenni, passando da 400 a 514 per 100mila abitanti, con un aumento medio annuo dello 0,86%. Negli Stati Uniti la prevalenza standardizzata per età è aumentata da 956 a 1.488 per 100mila abitanti durante il periodo di studio, con un aumento medio annuo dello 0,51%.
Mortalità inferiore grazie a una migliore gestione della malattia
«Questi risultati probabilmente riflettono un numero crescente di persone con diabete di tipo 1 che vivono fino all’età anziana» hanno osservato l’autore senior Yongze Li, del First Hospital of China Medical University di Shenyang, e colleghi. «Grazie ai miglioramenti dell’assistenza medica nel corso dei tre decenni, il diabete di tipo 1 non è più un fattore che contribuisce alla diminuzione dell’aspettativa di vita. Questi risultati sono importanti per la pratica sanitaria e la ricerca futura e forniscono evidenze ottimistiche per tutte le persone affette da diabete di tipo 1, in particolare quelle con una diagnosi in giovane età».
A sostegno di questa teoria i ricercatori hanno scoperto che la mortalità dovuta al diabete di tipo 1 è diminuita significativamente in media dell’1% ogni anno dal 1990. La mortalità standardizzata per età per le persone di almeno 65 anni si è ridotta del 25% durante questo periodo, passando da 4,7 a 3,5 per 100mila abitanti. .
«I dati sulla mortalità potrebbero essere correlati a una migliorare accessibilità e copertura dei servizi sanitari, nonché ai progressi nella crescita economica, nella riduzione della povertà e negli sforzi di protezione sociale» hanno sottolineato gli autori. «L’adozione diffusa di analoghi dell’insulina e un maggiore utilizzo di pompe insuliniche probabilmente hanno contribuito a questi risultati e, anche se non c’è una cura per il diabete di tipo 1, la malattia è gestibile».
Riduzione del carico di malattia
Nel periodo 1990-2019 i DALY sono diminuiti in media dello 0,33% ogni anno, passando da 113 a 103 per 100mila abitanti, con un ritmo inferiore rispetto alla riduzione della mortalità. I DALY rappresentano i cambiamenti e la riduzione del carico di malattia se cambia l’esposizione a livello di popolazione a un particolare fattore di rischio, ha spiegato il team di ricerca.
Il principale fattore di rischio DALY tra gli anziani era un livello elevato di glucosio a digiuno, suggerendo che il controllo della glicemia è ancora subottimale e problematico per questi pazienti. «Nelle persone anziane diventano ancora più impegnative alcune difficoltà come l’aggiustamento e il calcolo dei fattori di sensibilità all’insulina in base ai modelli dietetici, a causa dei cambiamenti nel metabolismo e di altri fattori associati all’invecchiamento» hanno osservato i ricercatori. «D’altra parte i medici potrebbero preferire affrontare l’iperglicemia piuttosto che l’ipoglicemia nei diabetici anziani, perché le complicanze dell’iperglicemia impiegano più tempo a manifestarsi rispetto all’ipoglicemia, che porta a esiti avversi immediati come perdita di coscienza, cadute, danni cerebrali ed eventi cardiovascolari».
Differenze in base a indice sociodemografico, sesso ed età
Tuttavia i DALY persi a causa della malattia non sono diminuiti significativamente nei paesi con un indice sociodemografico medio-basso, pari a 86/100mila abitanti nel 2019 rispetto a 141/100mila abitanti nei paesi con un indice sociodemografico medio-alto.
I paesi con un elevato indice sociodemografico hanno registrato la maggiore diminuzione della mortalità per diabete di tipo 1 e in quelli con indice sociodemografico medio è stato rilevato il maggiore incremento nella prevalenza del diabete di tipo 1 tra le persone di almeno 65 anni di età.
L’aumento della prevalenza più rapido è stato osservato in Nord Africa e Medio Oriente (variazione media annua del 2,40%), Asia orientale (2,17%) ed Europa occidentale (1,95%) mentre quello più lento in Nord America (0,06%).
La prevalenza è aumentata sia per gli uomini che per le donne in tutto il mondo (uomini da 0,6 a 1,7 milioni e donne da 0,7 a 2 milioni), con un incremento più rapido tra gli uomini. La mortalità per il diabete di tipo 1 è calata in entrambi i sessi, ma tra gli uomini si è ridotta in misura inferiore.
Per quanto riguarda l’età, la prevalenza del diabete di tipo 1 è almeno triplicata in ogni sottogruppo di età delle persone con più di 65 anni ed è addirittura aumentata da cinque a sei volte tra gli over 90.
Come hanno concluso gli autori, nel complesso lo studio ha rivelato che la durata della vita dei più anziani con diabete di tipo 1 è aumentata nel corso degli anni ’90, con una riduzione significativa dei decessi correlati alla malattia e degli anni di vita corretti per la disabilità, inferiori tra le donne tra i 65 e 79 anni e residenti nelle regioni sviluppate. Negli anziani con diabete giovanile è fondamentale ottenere un controllo elevato della glicemia a digiuno e necessita di strategie specifiche.
Referenze
Yang K et al. Global burden of type 1 diabetes in adults aged 65 years and older, 1990-2019: population based study. BMJ. 2024 Jun 12:385:e078432.