Mieloma multiplo: isatuximab ottiene da Fda la revisione rapida con tripla terapia


Mieloma multiplo: FDA ha concesso la revisione prioritaria a isatuximab, in combinazione con la tripletta bortezomib-lenalidomide-desametasone

Mieloma multiplo: arrivano risposte promettenti e durature con il bispecifico elranatamab nei pazienti triplo- o penta-refrattari

La Food and drug administration (Fda) ha concesso la revisione prioritaria alla richiesta di Sanofi di approvare il suo anticorpo monoclonale anti-CD38 di seconda generazione isatuximab, in combinazione con la tripletta bortezomib-lenalidomide-desametasone (VRd), per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non eleggibili al trapianto autologo di cellule staminali.

Se questa nuova indicazione sarà approvata, isatuximab diventerà la prima terapia anti-CD38 in combinazione con la tripletta standard VRd disponibile come terapia di prima linea per pazienti non candidabili al trapianto, e sarà anche la terza indicazione per isatuximab nel mieloma multiplo.
Si prevede che l’agenzia deciderà in merito alla richiesta di autorizzazione entro il 27 settembre.

«Nonostante i recenti progressi… rimane un significativo bisogno insoddisfatto di nuove terapie di prima linea, in particolare per i pazienti non eleggibili al trapianto», ha dichiarato ieri il Chief Medical Officer di Sanofi, Dietmar Berger.

Quadrupletta con isatuximab allontana la progressione
La domanda di autorizzazione è supportata dai risultati dello studio di fase 3 IMROZ. In un’analisi ad interim dello studio, il trattamento con isatuximab più VRd ha centrato l’endpoint primario, rappresentato dal miglioramento della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto alla sola tripletta VRd, dimostrando al contempo un profilo di sicurezza e tollerabilità favorevole.
I dati dettagliati dello studio saranno presentati ai prossimi congressi dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) e della European Hematology Association (EHA).

Isatuximab era stato approvato inizialmente in diversi Paesi, tra cui gli Stati Uniti e l’Unione europea, in combinazione con la doppietta pomalidomide-desametasone (Pd) per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario, dalla terza linea in avant. L’indicazione è stata successivamente ampliata in modo da includere anche la combinazione di isatuximab con la doppietta carfilzomib-desametasone (Kd) per i pazienti trattati in precedenza con da una a tre linee di terapia.

Lo studio IMROZ
IMROZ è un trial multicentrico globale di fase 3, randomizzato, condotto in aperto, che ha arruolato 446 pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi, non eleggibili al trapianto, in 21 Paesi e 104 centri. Durante lo studio, Isatuximab è stato somministrato per infusione endovenosa alla dose di 10 mg/kg una volta alla settimana per 5 settimane durante il primo ciclo di 42 giorni e una volta ogni 2 settimane nei successivi tre cicli in combinazione con bortezomib sottocute, lenalidomide orale e desametasone per via endovenosa o orale.

In seguito, isatuximab è stato somministrato ogni 2 settimane dal ciclo 5 al 17 e ogni 4 settimane dal ciclo 18 in poi, in cicli di 28 giorni, in combinazione con lenalidomide e desametasone alla dose standard, fino alla progressione della malattia, a al manifestarsi di tossicità inaccettabili o alla decisione del paziente di interrompere il trattamento dello studio.

L’endpoint primario era la PFS, mentre gli endpoint secondari chiave includono il tasso di risposta completa, il tasso di negatività della malattia minima residua (MRD) per i pazienti con risposta completa, il tasso di risposta parziale molto buona o migliore e la sopravvivenza globale. Altri endpoint secondari sono il tasso di risposta globale, il tempo alla progressione, la durata della risposta, il tempo alla prima risposta, il tempo alla migliore risposta, la sopravvivenza libera da progressione alla linea di terapia successiva, la sopravvivenza libera da progressione in base allo stato della MRD, il tasso di MRD-negatività mantenuta per almeno 12 mesi, la sicurezza, il profilo farmacocinetico, l’immunogenicità, la qualità di vita correlata alla malattia e generica, i sintomi correlati alla malattia e al trattamento, l’utilità dello stato di salute e lo stato di salute.