Un modello ha consentito di quantificare l’impatto di diversi aspetti dell’obesità a esordio precoce sulla salute a lungo termine
Un modello ha consentito di quantificare l’impatto di diversi aspetti dell’obesità a esordio precoce sulla salute a lungo termine, mostrando che l’obesità grave in tenera età può addirittura dimezzare l’aspettativa di vita, secondo quanto rilevato da uno studio presentato allo European Congress on Obesity (ECO) 2024.
La modellizzazione effettuata da stradoo GmbH, una società di consulenza nel campo delle scienze della vita con sede a Monaco di Baviera, Germania, avviata e supportata da Rhythm Pharmaceuticals e presentata da Urs Wiedemann, di stradoo, e colleghi di università e ospedali nel Regno Unito, Paesi Bassi, Francia, Svezia, Spagna, Stati Uniti e Germania ha scoperto che l’età di insorgenza, la gravità e la durata dell’obesità sono tutti fattori che influiscono sull’aspettativa di vita.
In particolare è emerso che lo sviluppo dell’obesità in età molto giovane ha un effetto particolarmente profondo. A titolo di esempio, un bambino che convive con una grave obesità (punteggio Z BMI di 3,5) all’età di quattro anni, e che successivamente non perde peso, ha un’aspettativa di vita di 39 anni, che è circa la metà dell’aspettativa di vita media.
«Se da un lato è ampiamente accettato che l’obesità infantile aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e condizioni correlate come il diabete di tipo 2 e che possa ridurre l’aspettativa di vita, le evidenze sulla dimensione del suo impatto sono frammentarie» ha affermato Wiedemann. «Una migliore comprensione dell’esatta entità delle conseguenze a lungo termine e dei fattori che le determinano potrebbe aiutare a informare le politiche di prevenzione e gli approcci al trattamento, oltre a migliorare la salute e allungare la vita».
Un modello per stimare le conseguenze dell’obesità infantile
Per approfondire la questione, i ricercatori hanno creato un modello di obesità a esordio precoce che ha permesso loro di stimare l’effetto dell’obesità infantile sulle malattie cardiovascolari, sulle condizioni correlate come il diabete di tipo 2 e sull’aspettativa di vita. L’Early-Onset of Obesity-Model adotta un approccio multidisciplinare, sintetizzando i dati provenienti da studi clinici pubblicati e informazioni demografiche per stimare l’effetto di varie traiettorie di peso, compreso l’aumento o la perdita di peso in età diverse.
Sono state incluse quattro variabili chiave: età di insorgenza dell’obesità, durata dell’obesità, accumulo di rischio irreversibile (una misura dei rischi irreversibili dell’obesità, ovvero gli effetti sulla salute che permangono anche dopo la perdita di peso) e gravità dell’obesità.
Quest’ultima era basata sui punteggi Z del BMI, una misura di peso ampiamente utilizzata nell’infanzia e nell’adolescenza e che indica in quale misura il BMI di un individuo si discosta da quello normale per la sua età e sesso, dove valori più alti indicano un peso maggiore. Ad esempio, un bambino di 4 anni con un’altezza media di 103 cm e un peso di circa 16,5 kg avrà un punteggio Z BMI pari a 0. Un ragazzo della stessa età e altezza che pesa 19,5 kg avrà un punteggio Z BMI di 2, che rientra di poco nella fascia dell’obesità, e chi pesa 22,7 kg avrà un punteggio Z BMI di 3,5, che indica obesità grave.
Minore aspettativa di vita con obesità infantile grave
I dati provengono da 50 studi clinici sull’obesità e sulle comorbilità ad essa correlate, come il diabete di tipo 2, gli eventi cardiovascolari e il fegato grasso. Gli studi hanno incluso più di 10 milioni di partecipanti provenienti da paesi di tutto il mondo, 2,7 milioni dei quali avevano un’età compresa tra 2 e 29 anni.
Il modello mostra che l’insorgenza precoce e l’obesità più grave aumentano la probabilità di sviluppare comorbilità correlate. Ad esempio, un bambino con un punteggio Z BMI di 3,5 (obesità grave) all’età di 4 anni e che non perde peso ha una probabilità del 27% di sviluppare il diabete di tipo 2 entro i 25 anni e una probabilità del 45% di svilupparlo entro i 35 anni. Al contrario un bambino con un punteggio Z BMI di 2 all’età di 4 anni avrà una probabilità del 6,5% di sviluppare il diabete di tipo 2 entro i 25 anni e del 22% entro i 35 anni.
Il modello dell’obesità ad esordio precoce mostra anche che un punteggio Z BMI più elevato in tenera età porta ad una aspettativa di vita inferiore. Ad esempio, un punteggio Z BMI pari a 2 all’età di 4 anni senza successiva riduzione del peso riduce l’aspettativa di vita media da 80 a 65 anni. L’aspettativa di vita si riduce ulteriormente a 50 anni con un punteggio Z BMI di 2,5 e a 39 anni per un punteggio Z BMI di 3,5. Al contrario, un punteggio Z BMI di 3,5 all’età di 12 anni senza successiva riduzione di peso produce un’aspettativa di vita media di 42 anni.
I confronti con i dati provenienti da studi non inclusi come input per il modello e le opinioni dei maggiori esperti hanno confermato l’accuratezza del modello.
È stato anche possibile modellare l’effetto della perdita di peso sull’aspettativa di vita e sulla salute a lungo termine. Ad esempio, un bambino con obesità grave a esordio precoce (punteggio Z BMI pari a 4 all’età di 4 anni) che in seguito non perde peso ha un’aspettativa di vita di 37 anni e un rischio del 55% di sviluppare il diabete di tipo 2 all’età di 35 anni. La perdita di peso che si traduce in un punteggio Z BMI pari a 2 (di poco nel range dell’obesità) all’età di 6 anni aumenterà l’aspettativa di vita a 64 anni e ridurrà il rischio di diabete di tipo 2 al 29%.
Tra i limiti del modello vi sono il fatto di non prendere in considerazione la causa dell’obesità, i fattori di rischio genetici, le differenze etniche o di sesso, così come il modo in cui le diverse comorbilità interagiscono tra loro.
«L’impatto dell’obesità infantile sull’aspettativa di vita è profondo» ha concluso Wiedemann. «È chiaro che l’obesità infantile dovrebbe essere considerata una malattia pericolosa per la vita ed è fondamentale avviare presto il trattamento senza rimandarlo fino allo sviluppo del diabete di tipo 2, dell’ipertensione o di altri segnali d’allarme. La diagnosi precoce dovrebbe e può migliorare la qualità e la durata della vita».
Referenze
Wiedemann UCH et al. Early-Onset of Obesity-Model: Impact of early weight reduction on life expectancy and on risks of comorbidities in a patient with severe, early-onset obesity. Abstract:0738 presented at the European Congress on Obesity (ECO 2024).
Wiedemann UCH et al. Early-Onset of Obesity-Model: Impact of early-onset obesity on life expectancy and on risks of comorbidities. Abstract:0739 presented at the European Congress on Obesity (ECO 2024).