Gotta: terapia con colchicina può interferire con altri farmaci


Nuovo studio sul trattamento profilattico delle recidive di gotta con colchicina in pazienti già in terapia con farmaci che potrebbero interferire

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Il trattamento profilattico delle recidive di gotta con colchicina in pazienti già in terapia con farmaci che potrebbero interferire con gli effetti del trattamento (es: pazienti già in terapia ipouricemizzante) potrebbero necessitare di un approccio personalizzato al trattamento che tenga conto di alcuni fattori prognostici di eventi avversi individuati (appartenenza al genere femminile, età avanzata, assunzione di amiodarane, comorbilità).
Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Rheumatology.

Razionale e disegno dello studio
Nonostante la terapia ipouricemizzante (ULT) sia notoriamente efficace per alleviare i sintomi della gotta nel tempo, il suo inizio o l’aggiustamento della posologia dei farmaci ipouricemizzanti (come allopurinolo) possono scatenare una riacutizzazione della malattia, portando ad un’interruzione precoce del trattamento.

La profilassi antinfiammatoria, di solito resa possibile grazie all’impiego di colchicina, è raccomandata all’inizio della terapia ULT. Tuttavia, la colchicina stessa può causare effetti collaterali che si ritiene siano influenzati dalle caratteristiche del paziente e dall’impiego di farmaci concomitanti.

“Diarrea, nausea e vomito – spiegano i ricercatori nell’introduzione allo studio – sono effetti collaterali comuni della colchicina, mentre raramente questo farmaco può causare effetti collaterali più gravi come miopatia, rabdomiolisi, neuropatia o soppressione del midollo osseo”.

“Si ritiene che il rischio di effetti collaterali dovuti alla profilassi con colchicina sia influenzato dalle caratteristiche del paziente. Ad esempio – continuano i ricercatori – il rischio di eventi gravi, tra cui neuromiopatia, rabdomiolisi e soppressione del midollo osseo, è maggiore negli individui con malattia renale cronica (CKD), che colpisce una persona su quattro affetta da gotta, e in quelli che assumono determinati farmaci. Attraverso il suo metabolismo da parte di CYP3A4, la tossicità della colchicina è teoricamente aumentata dal trattamento concomitante con farmaci comuni come statine, fibrati, antibiotici macrolidi, calcio-antagonisti (verapamil, diltiazem), digossina, amiodarone e antimicotici, nonché inibitori della proteasi e ciclosporina. Per quanto la colchicina sia controindicata nei pazienti che assumono questi farmaci, è ancoe prassi comune la loro co-prescrizione. Tuttavia, l’evidenza che questi fattori siano prognostici per gli eventi avversi è in gran parte aneddotica o teorica, e mancano ampi studi di ricerca a questo riguardo”.

Su questi presupposti è nato il nuovo studio, nel corso del quale i ricercatori hanno voluto verificare come le co-prescrizioni di farmaci diversi e i vari fattori prognostici potessero influenzare la probabilità di insorgenza di eventi avversi (AEs) tra i pazienti con gotta che iniziano la ULT insieme ad un trattamento profilattico a base di colchicina.

Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo, attingendo ai dati provenienti dai database Clinical Practice Research Datalink GOLD e Aurum. Questi database sono rappresentativi della popolazione del Regno Unito in base a età, sesso ed etnia, con informazioni raccolte durante le visite effettuate presso gli ambulatori di Medicina Generale.

Sono stati inclusi nello studio individui di almeno 18 anni di età, visitati per gotta da aprile 1997 a novembre 2016. I medici curanti avevano prescritto a questi pazienti colchicina e allopurinolo nello stesso giorno, considerato come data indice. Questi pazienti sono stati seguiti per 6 mesi o fino al completamento della terapia con colchicina, a seconda di quale dei due eventi si era verificato per primo.

Gli outcome avversi di interesse includevano la diarrea, la nausea o il vomito, l’infarto del miocardio (MI), la neuropatia, la mialgia, la miopatia, la rabdomiolisi e la soppressione del midollo osseo. Sono state identificate anche le prescrizioni di farmaci noti per interagire con la colchicina (ad esempio, statine, fibrati, verapamil) 30 giorni prima della data indice.

Lo studio ha incluso 13.945 persone con diagnosi di gotta in entrambi i database. I pazienti avevano un’età media di 63,9 anni e la maggior parte (78,2%) erano di sesso maschile. L’intervallo di tempo tra la manifestazione di AE e l’inizio della colchicina variava da 3 settimane a circa 2 mesi.

A circa un quarto (26%) dei pazienti erano stati prescritti 1 o più farmaci potenzialmente in grado di interagire con la colchicina nei 30 giorni precedenti la data indice. Tra questi farmaci, le statine erano le più diffuse (21%), seguite da digossina (5%), diltiazem (2%) e antibiotici della classe dei macrolidi (1%).

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che i tassi più elevati di AEs sono stati associati alla diarrea tra i pazienti a cui erano stati prescritti fibrati (4322,8/10.000 anni-persona [PYs]), alla mialgia tra quelli a cui era stato prescritto il verapamil (2873,7/10.000 PYs) e alla diarrea tra gli individui che avevano assunto antibiotici macrolidi (2855,3/10.000 PYs).

Nel complesso, l’impiego di statine non è risultato associato ad un aumento del rischio di diarrea ( hazard ratio [HR]: 1,1; IC95%: 0,84-1,45), nausea/vomito (HR: 1,49; IC95%: 0,92-2,41), neuropatia (HR: 1,27; IC95%: 0,23-6,91), soppressione del midollo osseo (HR: 0,78; IC95%: 0,22-2,8), mialgia (HR: 1,77; IC95%: 0,7-4,48) o MI (HR: 1,35; IC95%: 0,82-2,23).

E’ stato osservato anche che l’incidenza di alcune AE – tra cui diarrea, nausea e vomito – era più diffusa tra gli individui più anziani e le donne, mentre i tassi di MI erano maggiori tra le donne.
Inoltre, un indice di comorbilità Charlson pari almeno a 4 era legato all’incidenza di diarrea e MI, mentre la malattia renale cronica di stadio 4-5 era associata ad un rischio maggiore di MI.

Riassumendo
In conclusione, lo studio ha confermato la prassi della somministrazione di colchicina in profilassi contro le riacutizzazioni di gotta, nonostante la presenza di prescrizioni concomitanti di farmaci potenzialmente interagenti con la colchicina.

Gli eventi avversi sono risultati più frequenti nelle persone più anziane, con più comorbidità e alle quali erano stati prescritti alcuni farmaci potenzialmente interagenti.

Il tasso di eventi avversi gravi, comunque, è stato basso, e ciò rappresenta un elemento rassicurante sia per persone affette da gotta che per i medici curanti. Non solo: lo studio non ha riscontrato alcuna evidenza di un incremento significativo del rischio di eventi avversi a seguito della prescrizione di statine.

A questo punto, sono necessari nuovi studi che siano in grado di determinare quali sono i pazienti a maggior rischio di eventi avversi a seguito dalla profilassi con colchicina e se i benefici cardiovascolari della colchicina, riportati in studi randomizzati controllati su persone ad alto rischio di eventi cardiovascolari a causa di una precedente storia di malattia coronarica, si applichino anche alle persone affette da gotta.

“I risultati di questo studio – aggiungono i ricercatori – forniranno informazioni utili sulla sicurezza della profilassi delle riacutizzazioni che potrebbero ottimizzare le scelte terapeutiche in concomitanza con l’inizio della terapia ULT della gotta”

Bibliografia
Bajpai R et al. Prognostic factors for colchicine prophylaxis-related adverse events when initiating allopurinol for gout: retrospective cohort study. Rheumatology (Oxford). Published online April 18, 2024. doi:10.1093/rheumatology/keae229
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