Diabete: livelli elevati di lipoproteina aumentano rischio di infarto non fatale


I soggetti affetti da diabete sono risultati avere maggiori probabilità di riferire una storia di infarto miocardico se avevano anche livelli elevati di lipoproteina sierica

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I soggetti affetti da diabete sono risultati avere maggiori probabilità di riferire una storia di infarto miocardico se avevano anche livelli elevati di lipoproteina sierica (a) o fibrosi epatica avanzata, secondo quanto rilevato da uno studio retrospettivo presentato al congresso 2024 dell’American Association of Clinical Endocrinology (AACE).

La lipoproteina (a), o Lp(a), è prodotta dal fegato e i livelli circolanti nell’organismo sono determinati dalla genetica. Si tratta di un fattore di rischio indipendente accertato per la malattia cardiovascolare aterosclerotica e, anche se un numero crescente di evidenze suggerisce che la NAFLD sia collegata anche alle malattie cardiache, la relazione tra Lp(a), NAFLD e rischio di infarto miocardico non è stata ben studiata nei pazienti con diabete, ha premesso il relatore Avica Atri del Jefferson Einstein Hospital di Filadelfia.

Lo studio retrospettivo ha utilizzato i dati della National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) III (dal 1988 al 1994) e ha incluso un campione ponderato di 3.330.795 persone con diabete di almeno 35 anni di età e dei quali erano stati raccolti dati sulla Lp(a).

Nel complesso l’età media dei partecipanti era di 62 anni, circa il 59% erano donne e l’emoglobina glicata (HbA1c) mediana era del 7,7%. La prevalenza di infarto miocardico non fatale era del 13,3% e il 18% dei pazienti soddisfaceva i criteri per la fibrosi epatica avanzata associata a NAFLD (definita come un punteggio di 2,67 nell’indice Fibrosis-4). Una percentuale maggiore di soggetti nel gruppo con infarto miocardico aveva livelli di Lp(a) superiori a 50 mg/dl (circa il 30% rispetto al 19% in quelli senza infarto miocardico).

Rischio di infarto fino a 6 volte maggiore con livelli molto elevati di Lp(a)
Rispetto ai pazienti diabetici con i livelli più bassi di Lp(a) (<10 mg/dl), l’ analisi multivariata ha mostrato che il rischio di un infarto miocardico non fatale è più che raddoppiato quando i livelli raggiungono i 50 mg/dl, un livello che le attuali linee guida considerano essere elevato, e oltre (P<0,001 per tutti):

  • 50-99 mg/dl: odds ratio aggiustato (aOR) 2,17
  • 100-149 mg/dl: aOR 4,20
  • ≥150 mg/dl: aOR 6,36

Inoltre, la fibrosi epatica avanzata associata alla steatosi epatica non alcolica (NAFLD) era collegata a un rischio più elevato del 70% di infarto miocardico non fatale (aOR 1,70).

I pazienti che hanno riferito di avere avuto un infarto miocardico avevano livelli di Lp(a) più alti rispetto a quanti non l’avevano segnalato (media rispettivamente di 30,7 vs 24,2 mg/dl) e avevano maggiori probabilità di avere una fibrosi epatica avanzata (13,5% vs 4,5%).

Nel complesso, tuttavia, i soggetti con fibrosi epatica avanzata tendevano ad avere livelli medi di Lp(a) più bassi rispetto a quelli senza fibrosi avanzata (13,6 vs 25,9 mg/dl), anche nel sottogruppo con un precedente infarto (8,6 vs 34,2 mg/dl).

Secondo il relatore è necessario ulteriore lavoro per stabilire i cut-off ottimali di Lp(a) per i pazienti con diabete e NAFLD, in modo da migliorare la stratificazione del rischio e la mitigazione della malattia cardiovascolare aterosclerotica.

«Se avessi un paziente che soddisfa questi criteri, cioè diabete, steatosi epatica non alcolica e malattie cardiache, penso che prenderei in considerazione l’aggiunta di Lp(a) al pannello diagnostico» ha commentato il moderatore della sessione Anupam Kotwal, dell’Università del Nebraska a Omaha. Ritiene che poter disporre di queste informazioni aggiuntive potrebbe indicare quanto aggressivamente trattare il paziente per prevenire un attacco di cuore o per ridurre ulteriori problemi cardiaci.

Tra i limiti dello studio sono stati citati la sua natura trasversale e il fatto che, essendo basato su interviste, esiste la possibilità di errori di ricordo. Inoltre, per via del disegno dello studio, non è stato possibile valutare l’associazione degli infarti fatali con la Lp(a) o con la fibrosi epatica avanzata.

Referenze

Atri A. Association between serum lipoprotein(a), NAFLD and risk of non-fatal myocardial infarction in individuals with diabetes mellitus. AACE 2024.