Da uno studio pubblicato sul Nutrition Journal un nuovo approccio promettente per contrastare la sindrome dell’intestino irritabile nei bambini
Nuove prospettive terapeutiche contro la sindrome dell’intestino irritabile nei bambini. Uno studio multicentrico, randomizzato e controllato, rileva per la prima volta come una molecola con note proprietà antinfiammatorie e neuroprotettive sia in grado di agire sul dolore addominale e le alterazioni dell’alvo, senza alcuna controindicazione.
La sindrome dell’intestino irritabile è un disturbo funzionale gastrointestinale, caratterizzato dalla presenza di episodi ricorrenti di dolore addominale associato a turbe dell’alvo (es. diarrea e stipsi). La frequenza della patologia nei bambini varia significativamente tra i Paesi, oscillando tra l’1% e il 23%. La sindrome del colon irritabile è un disturbo dell’asse cervello-intestino, derivante da complesse interazioni tra la barriera della mucosa intestinale, il sistema immunitario e il sistema nervoso enterico. Diversi fattori (dieta, farmaci, stress, acidi biliari) possono contribuire ad alterare la permeabilità della barriera intestinale, incrementando il passaggio di agenti potenzialmente patogeni (es. allergeni, microbi, ecc.) attraverso lo strato mucoso; ciò promuove l’attivazione di cellule immuni come imastociti, responsabili della neuroinfiammazione e del dolore spastico nel tratto gastrointestinale. Specialmente nei bambini, la possibilità di intervenire sulla modulazione dei mastociti, con molecole naturalmente prodotte dall’organismo (ALIAmidi), offre nuove opportunità di trattamento.
Lo studio, guidato dal Prof. Giovanni Di Nardo, Professore di Pediatria della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, condotto in tre centri italiani di riferimento per la gastroenterologia pediatrica (Sapienza Università di Roma, Ospedale universitario Sant’Andrea; Ospedale Fatebenefratelli-Sacco, Milano; Ospedale pediatrico Santi Antonio e Biagio e C. Arrigo, Alessandria) e pubblicato sul Nutrition Journal nel 2024, ha dimostrato come la somministrazione di una forma di Palmitoiletanolamide (PEA) e utilizzabile dall’organismo (micronizzata), in associazione al polifenolo Polidatina (Pd),sia un approccio sicuro ed efficace per contrastare i sintomi del colon irritabile, migliorando il benessere generale nei bambini afflitti dalla patologia.
Lo studio, multicentrico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, a bracci paralleli, ha coinvolto 70 bambini(età media 13 anni) dei quali 34 hanno ricevuto l’associazione micronizzata PEA/Pd e 36 un placebo, somministrati tre volte al giorno per un periodo di 12 settimane. Dai risultati è emerso che il 50% dei pazienti del gruppo PEA\Pd ha raggiunto la remissione completa dopo 12 settimane di trattamento, con riduzione della diarrea, dell’intensità e della frequenza del dolore addominale rispetto al gruppo placebo. Nessun evento avverso è stato registrato durante il periodo di studio.
“La palmitoiletanolamide (PEA) modula i mastociti iperattivati,contribuendo al controllo della neuroinfiammazione e del dolore. Evidenze scientifiche hanno inoltre dimostrato che la molecola diminuisce la permeabilità della barriera intestinale, sia in vitro che in vivo – spiega Di Nardo – La polidatina (Pd) è, invece, un polifenolo naturale nonchè forma glicosilata del resveratrolo. Agisce in sinergia con la PEA nel ridurre l’attivazione dei mastociti e lo stress ossidativo locale. Uno studio pilota condotto su adulti affetti da sindrome dell’intestino irritabile ha rivelato un effetto significativo della PEA/Pd nel miglioramento del dolore addominale, suggerendo il suo potenziale come approccio naturale promettente per la gestione del dolore. L’associazione PEA/Pd è stata utilizzata con successo anche in altre forme di dolore viscerale cronico, dove il ruolo della neuroinfiammazione è ben riconosciuto. Lo studio della neuroinfiammazione e delle cellule che la sostengono, come i mastociti, ha definito intriganti bersagli terapeutici per prevenire e gestire condizioni dolorose croniche di varia natura. L’interesse clinico per le ALIAmidi (PEA) è cresciuto, in particolar modo per le forme attive e utilizzabili dall’organismo, come sono i micronizzati. Il presente studio rappresenta un’indagine pionieristica per la gestione della sindrome del colon irritabile nei bambini, dove lo sviluppo temporale dei fenomeni neuroinfiammatori è meno consolidato rispetto ai pazienti adulti. Agire con un approccio farmacologico di modulazione, che mima i naturali meccanismi di controllo della neuroinfiammazione, consente di ottenere effetti terapeutici più soddisfacenti e duraturi, rispettando la fisiologica crescita del bambino”.