Site icon Corriere Nazionale

Tumore al seno: perché sono importanti i test genetici sulla linea germinale

ovariectomia profilattica

I test genetici sulla linea germinale rivestono un ruolo importante per determinare il rischio futuro di sviluppare un secondo tumore primario al seno

I test genetici sulla linea germinale in pazienti giovani che hanno sviluppato un carcinoma mammario rivestono un ruolo importante per determinare il rischio futuro di sviluppare un secondo tumore primario al seno e per decidere il trattamento e le cure di follow-up più indicate.

Lo sostengono Kristen D. Brantley, Department of Epidemiology, Harvard T. H. Chan School of Public Health, Boston, Massachusetts e colleghi a conclusione dello studio Young Women’s Breast Cancer Study, studio prospettico su 1297 donne di età pari o inferiore a 40 anni a cui era stato diagnosticato tra agosto 2006 e giugno 2015 un tumore mammario in stadio da 0 a III, che è stato pubblicato su JAMA Oncology.

«Le giovani sopravvissute al cancro al seno hanno un rischio maggiore di un tumore mammario “second primary” se hanno una variante patogena della linea germinale che predispone allo sviluppo di una neoplasia della mammella», scrive Brantley nel paper scientifico. «Nel decennio successivo alla prima diagnosi di cancro al seno, le pazienti con queste varianti hanno avuto un rischio di oltre 5 volte maggiore di sviluppare un secondo cancro primario al seno rispetto alle pazienti senza varianti genetiche patogene».

Caratteristiche delle pazienti studiate
Nello studio, della popolazione complessiva di 1297 pazienti la coorte principale includeva 685 pazienti sottoposte a mastectomia o lumpectomia unilaterale. Le restanti 547 pazienti erano state sottoposte a mastectomia bilaterale e sono state analizzate separatamente.

Nella coorte principale, la maggior parte delle pazienti aveva tumore mammario primario di stadio I o II (n=538), malattia positiva ai recettori ormonali (n=526) e tumori HER2-negativi (n=473). Un maggiore numero di pazienti aveva ricevuto chemioterapia (n=506) e radioterapia (n=548) e una minoranza aveva ricevuto chemioterapia neoadiuvante (n=169).
Il test genetico sulla linea germinale è stato eseguito in 577 pazienti e di queste 33 pazienti avevano una variante patogena di cui 24 rappresentate da mutazioni in BRCA1 o BRCA2.

I riscontri dell’analisi
In un follow-up mediano di 10 anni, 17 pazienti (2,5%) hanno sviluppato un secondo carcinoma primario della mammella. Il tempo mediano dalla diagnosi di cancro al seno primario al “second primary” era di 4,2 anni. L’incidenza cumulativa a 5 anni del secondo tumore mammario primario è stata dell’1,5% e l’incidenza cumulativa a 10 anni è stata del 2,6%.
Il tasso di secondo cancro al seno primario era più alto tra le pazienti che avevano varianti genetiche patogene. A 5 anni, il tasso di secondo cancro primario della mammella era del 5,5% nelle pazienti che avevano le varianti geniche patogene e dell’1,3% nelle pazienti che non presentavano mutazioni. A 10 anni, i tassi di secondo tumore mammario primario erano rispettivamente dell’8,9% e del 2,2%.

In un’ analisi multivariata, essere portatrice di una variante patogena è rimasto si associava a un aumento del rischio di secondo cancro primario al seno di oltre 5 volte [ hazard ratio aggiustato per la sottodistribuzione (sHR): 5,27; IC al 95%:1,43-19,43; P = 0,01).

E’ stato inoltre osservato che la presenza di un cancro al seno in situ (rispetto a quello invasivo) era associata a un aumento del rischio di secondo cancro primario al seno (sHR aggiustato: 5,61; IC al 95%: 1,52-20,70; P = 0,01).
Delle 547 pazienti sottoposte a mastectomia bilaterale, 4 hanno sviluppato un secondo carcinoma primario della mammella a un follow-up mediano di 9,9 anni.

Il commento degli autori
«Lo studio suggerisce che le giovani sopravvissute a una neoplasia mammaria senza una variante patogena della linea germinale hanno un basso rischio di sviluppare un secondo tumore primario al seno nei primi 10 anni dopo la diagnosi. I risultati dei test genetici sulla linea germinale possono fornire preziose informazioni ai fini del processo decisionale sul trattamento e sul follow-up in questa popolazione», scrivono gli autori nelle conclusioni dell’articolo.

Fonte
Brantley KD, Rosenberg SM, Collins LC, et al. Second primary breast cancer in young breast cancer survivors. JAMA Oncol. Published online April 11, 2024. doi:10.1001/jamaoncol.2024.0286 leggi

Exit mobile version