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Anestesia regionale intraoperatoria: bupivacaina liposomiale da sola inefficace

anestesia spinale

Bupivacaina liposomiale ha un’efficacia a lungo temine limitata e non è adatta per essere utilizzato come unico farmaco nell’anestesia regionale intraoperatoria

La bupivacaina liposomiale è un anestetico locale lanciato sul mercato dodici anni fa per fornire un controllo prolungato del dolore, tuttavia uno studio pubblicato su Anesthesiology, la rivista dell’American Society of Anesthesiologists (ASA), ha rilevato che in questa forma ha un’efficacia a lungo temine limitata e che non è adatta per essere utilizzato come unico farmaco nell’anestesia regionale intraoperatoria.

Le tecniche di blocco dei nervi periferici hanno un ruolo importante nella terapia del dolore perioperatorio. Queste procedure di anestesia regionale hanno acquisito affidabilità ed efficienza con l’introduzione e il progresso degli ultrasuoni, consentendo la visualizzazione diretta delle strutture nervose, delle strutture anatomiche adiacenti e la diffusione dei farmaci somministrati. Dato che gli aspetti tecnici del blocco dei nervi periferici hanno ormai raggiunto un livello avanzato e in questa fase c’è poco margine di miglioramento, il focus della ricerca si è spostato verso altri settori, in particolare quelli farmacologici.

La bupivacaina liposomiale è stata sviluppata con l’intenzione di colmare il divario tra i limiti nel controllo del dolore da parte degli anestetici locali convenzionali e i requisiti per gli oppioidi sistemici utilizzando la tecnologia basata sull’incapsulazione del principio attivo in un sistema di rilascio liposomiale multivescicolare.

«Non si conosce molto sulle caratteristiche farmacodinamiche della bupivacaina liposomiale, considerando che gli studi clinici disponibili utilizzavano quasi invariabilmente il fabbisogno postoperatorio di oppioidi come misura di esito primario» hanno premesso gli autori. «Abbiamo pertanto ipotizzato che la forma liposomiale non differisse dalla bupivacaina semplice durante il periodo iniziale di somministrazione, e che potesse offrire caratteristiche migliori durante un periodo di osservazione di diversi giorni»

Uno studio su volontari sani per confrontare l’efficacia delle due formulazioni
Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno condotto uno studio a singolo centro, randomizzato, controllato e in triplo cieco, in collaborazione tra scienziati del Dipartimento di Anestesia, Terapia Intensiva Generale e Gestione del Dolore e del Dipartimento di Farmacologia Clinica del MedUni di Vienna.

I 25 volontari sani coinvolti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere due blocchi del nervo ulnare con bupivacaina per il controllo del dolore, uno nella forma convenzionale e uno nella forma liposomiale, che dovrebbe consentire un rilascio più lento del principio attivo per un periodo di tempo più lungo.

Bupivacaina liposomiale non sufficientemente efficace 
Il blocco sensoriale ha avuto successo in 8 volontari su 25 (32%) con bupivacaina liposomiale e in 25 su 25 (100%) con la forma tradizionale (P<0,0001), suggerendo che la prima da sola non è sufficiente per controllare il dolore durante l’intervento chirurgico.

Sono invece emerse differenze significative tra bupivacaina liposomiale e semplice (P<0,0001) riguardo al tempo di insorgenza dell’effetto, definito come lo 0% di risposta alla puntura di spillo in quattro delle cinque aree ipotenar (le prominenze di forma quasi cilindrica situata nella regione interna del palmo della mano) e riguardo al tempo per raggiungere una risposta del 20% (P<0,001) e dell’80% (P<0,001).

Per quanto riguarda l’efficacia postoperatoria più duratura, la bupivacaina liposomiale ha portato a una riduzione della sensibilità al dolore nell’area interessata del corpo che è durata per 3,5 giorni. «Tuttavia, sulla base dei nostri risultati questo effetto non può essere considerato affidabile dal momento che l’efficacia era imprevedibile anche all’interno di un singolo soggetto e talvolta diminuiva e aumentava di nuovo più volte nel corso del tempo».

Ulteriori ricerche per un uso sicuro
In qualità di forma speciale di bupivacaina, che è stata introdotta nel 1963, la bupivacaina liposomiale è stata sviluppata con l’obiettivo di garantire un’anestesia regionale di lunga durata. La sua modalità d’azione si basa sul blocco locale della conduzione nervosa, che impedisce la trasmissione al cervello dei segnali di dolore dall’area anestetizzata. Prolungando la durata dell’azione, i pazienti dovrebbero avvertire meno dolore dopo l’intervento chirurgico e richiedere meno oppioidi, il che a sua volta dovrebbe ridurre il rischio di dipendenza e altri effetti collaterali indesiderati.

Nella pratica medica la bupivacaina liposomiale viene generalmente utilizzata per l’anestesia locale, in particolare nella chirurgia ortopedica. «Il nostro studio ha mostrato effetti imprevedibili della bupivacaina liposomiale in termini di blocco nervoso e sollievo dal dolore. Sulla base dei risultati, questa formulazione non può attualmente essere raccomandata per l’uso nella terapia del dolore durante e dopo l’intervento chirurgico» hanno concluso gli autori.

Referenze

Zadrazil M et al. Liposomal Bupivacaine for Peripheral Nerve Blockade: A Randomized, Controlled, Crossover, Triple-Blinded Pharmacodynamic Study in Volunteers. Anesthesiology. 2024 Apr 1. 

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