Epatite C dopo le trasfusioni, medico indagato a Venezia. L’epidemiologo Lopalco: “Altro ciarlatano che segue pratiche nonsense, pazienti saranno curati dalla scienza”
Una ‘epidemia’ di positivi al virus dell’epatite C dopo essersi sottoposti ad autotrasfusioni di sangue che veniva ‘lavato’ con sostanze particolari e poi reiniettato. Per questo Ennio Caggiano, medico libero professionista che svolge attività in un ambulatorio nel veneziano, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Venezia. L’ipotesi di accusa contenuta nel fascicolo è di epidemia per presunta violazione della norma speciale che regola le trasfusioni.
VICINO AL MOVIMENTO NO VAX
Durante il periodo del Covid, Caggiano era stato vicino al movimento no vax e per questo era stato radiato dall’Ordine dei medici di Venezia (provvedimento ancora aperto perché impugnato dal medico). “Ecco perché un no-vax non può esercitare alcuna professione sanitaria e men che meno fare il medico- commenta l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università di Pisa- Il motivo non è tanto perché non si vaccina e sconsiglia le vaccinazioni ai suoi pazienti. Paradossalmente quello è il male minore. Il problema più grande è che si tratta di persone profondamente ignoranti”. Un operatore sanitario che “non comprende il valore delle vaccinazioni- prosegue Lopalco- è evidente che non conosce il metodo scientifico. Non affida le proprie decisioni alla valutazione delle prove scientifiche e quindi svalvola, scivolando in pratiche nonsense, che vanno dai rimedi omeopatici all’urinoterapia. Se non si segue il metodo scientifico ogni terapia è possibile. Di esperimento in esperimento, si arriva ad ammazzare i propri pazienti. Questo è l’ultimo: un campione che ha infettato con il virus dell’epatite C non sappiamo quanti pazienti. Grazie alla scienza, questi pazienti che si erano rivolti al ciarlatano saranno curati (e molto probabilmente guariranno) a spese del contribuente”.