MASLD e diabete di tipo 2: GLP-1 agonisti proteggono da cirrosi e tumore


MASLD e diabete di tipo 2: gli agonisti del recettore del GLP-1 sono stati associati a un minor rischio di progressione verso cirrosi e carcinoma epatocellulare

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Nei pazienti con malattia epatica steatosica associata a disfunzione metabolica e diabete di tipo 2, gli agonisti del recettore del GLP-1 sono stati associati a un minor rischio di progressione verso cirrosi e carcinoma epatocellulare, secondo i risultati di uno studio presentato al congresso Digestive Disease Week (DDW) 2024.

«La malattia epatica steatotica associata a disfunzione metabolica, o MASLD, è una causa crescente di cirrosi e carcinoma epatocellulare» ha affermato Fasiha Kanwal, professore e responsabile della gastroenterologia al Baylor College of Medicine di Houston, Texas. «I GLP-1 agonisti sono efficaci nel ridurre il peso, migliorare il controllo glicemico e invertire l’infiammazione cronica del fegato nella MASLD. Tuttavia non è chiaro se siano anche in grado di ridurre il rischio di progressione verso la cirrosi e il carcinoma epatocellulare, esiti clinicamente importanti in questi pazienti».

Uno studio osservazionale retrospettivo
In uno studio di coorte retrospettivo, i ricercatori hanno arruolato quasi 21mila pazienti adulti (età media 60,1 anni, 87,85% uomini) con concomitante MASLD e diabete di tipo 2 che hanno ricevuto liraglutide (13%), semaglutide (70%) o entrambi (17%) in 129 ospedali del sistema sanitario statunitense dei Veterans Affairs, abbinandoli a oltre 140mila controlli che non hanno utilizzato GLP-1 agonisti (età media 59,56 anni, 86,6% uomini).

L’outcome primario era il tempo trascorso dalla data della prima prescrizione alla cirrosi o al carcinoma epatocellulare, a seconda di quale evento si fosse verificato per primo. È stata anche condotta un’analisi secondaria sul rischio di carcinoma epatocellulare tra 3.338 utilizzatori di GLP-1 agonisti e 23.111 non utilizzatori che presentavano cirrosi preesistente al basale.

Per l’analisi primaria i ricercatori hanno escluso i pazienti con cirrosi prevalente, definita ai fini dello studio come un punteggio FIB-4 >2,67 o in base ai codici ICD-10, oppure con carcinoma epatocellulare in qualsiasi momento prima o 6 mesi dopo la data indice. Per bilanciare potenziali fattori confondenti come reddito, disabilità e dati demografici, hanno applicato la ponderazione del punteggio di propensione.

Minor rischio di progressione verso cirrosi e carcinoma epatocellulare
I risultati hanno evidenziato che l’incidenza cumulativa di cirrosi a 3 anni è stata del 2,5% tra gli utilizzatori di GLP-1 agonisti rispetto all’8% tra i non utilizzatori (HR aggiustato, aHR, 0,3), e che l’incidenza del carcinoma epatocellulare è stata rispettivamente dello 0,04% in confronto allo 0,14% (aHR 0,3). La riduzione del rischio assoluto a 3 anni è stata del 5,5% per la cirrosi e dello 0,1% per il tumore.

Nell’analisi secondaria sui partecipanti con cirrosi, i ricercatori non hanno osservato una differenza significativa nel rischio di carcinoma epatocellulare tra gli utilizzatori di agonisti del GLP-1 e i non utilizzatori (incidenza annuale 0,35% vs 0,52%, aHR 0,68). L’incidenza cumulativa a 3 anni era rispettivamente dell’1% rispetto all’1,3% (aHR 0,77).

«L’uso di agonisti del recettore GLP-1 è stato associato a un minor rischio di progressione verso la cirrosi e il carcinoma epatocellulare» ha riassunto Kanwal. «Tuttavia per quest’ultimo la riduzione del rischio assoluto è stata in generale di piccola entità e non significativa per i pazienti con cirrosi preesistente. Questi risultati sono incoraggianti ma supportano la necessità di studi clinici randomizzati a lungo termine per testare veramente i benefici di queste molecole nella prevenzione della cirrosi nei pazienti con MASLD e diabete».

Il relatore ha osservato che si prevede che la prevalenza della MASLD aumenterà in modo significativo nei prossimi decenni, rendendo fondamentale allargarne la gestione ad altri specialisti. «Con la crescente prevalenza della MASLD e l’avvento di una nuova diagnostica non invasiva, la sua gestione deve estendersi oltre l’epatologo ai gastroenterologi, agli endocrinologi e agli operatori sanitari di base» ha affermato. «Disporre di terapie con cui questi medici si sentono già a proprio agio e che affrontano non solo il rischio cardiometabolico ma anche gli esiti correlati al fegato potrebbero semplificare la gestione di questi pazienti».

Referenze

Kanwal F et al. Association of glucagon-like peptide-1 agonists with cirrhosis and hepatocellular cancer in metabolic dysfunction-associated steatotic liver disease (MASLD). Presented at: Digestive Disease Week; May 18-21, 2024; Washington (hybrid).