Tumore alla prostata: interrompere enzalutamide non peggiora qualità di vita


Carcinoma prostatico avanzato ormonosensibile: secondo nuovi dati interrompere enzalutamide non compromette la qualità di vita

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Interrompere il trattamento con regimi contenenti enzalutamide non ha un impatto significativo sulla qualità di vita (QOL) complessiva nei pazienti con carcinoma della prostata non metastatico ormono-sensibile (nmHSPC) con recidiva biochimica, ad alto rischio di metastasi, che hanno risposto a queste terapie. A indicarlo sono i risultati di un’analisi post-hoc dello studio di fase 3 EMBARK, presentati al recente congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), a Chicago.

«Questi dati, insieme con quelli già disponibili sull’efficacia clinica, mostrano che enzalutamide, con o senza la terapia di deprivazione androgenica, migliora la sopravvivenza libera da metastasi rispetto alla sola leuprolide, senza impattare sulla qualità di vita correlata alla salute durante il trattamento o dopo la sua sospensione», ha detto a conclusione della sua presentazione Stephen J. Freedland, direttore del Center for Integrated Research in Cancer and Lifestyle, nonché direttore associato per la formazione e l’istruzione presso il Samuel Oschin Comprehensive Cancer Institute del Cedars Sinai Hospital di Los Angeles.

Lo studio EMBARK
Lo studio EMBARK (NCT02319837) è uno studio multicentrico internazionale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, che ha coinvolto 1068 pazienti adulti affetti da nmHSPC con recidiva biochimica, ad alto rischio di metastasi. I pazienti erano tutti progrediti dopo l’intervento chirurgico o la radioterapia e avevano un tempo di raddoppio del PSA (<9 mesi) rapido.

I partecipanti sono stati assegnati secondo un rapporto 1:1:1 al trattamento con enzalutamide per os alla dose di 160 mg una volta al giorno, oppure enzalutamide 60 mg una volta al giorno in combinazione con leuprolide intramuscolare o sottocutanea alla dose di 22,5 mg una volta al giorno ogni 12 settimane o un placebo più leuprolide intramuscolare o sottocutanea alla dose di 22,5 mg una volta ogni 12 settimane.

L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da metastasi (MFS).

I dati di efficacia dall’analisi primaria dello studio, già comunicati, avevano dimostrato che il trattamento con enzalutamide più leuprolide può ridurre del 58% il rischio di metastasi o morte rispetto alla sola leuprolide in questa popolazione di pazienti (HR 0,42; IC al 95%, 0,30-0,61; P < 0,001). Al momento dell’analisi la mediana di MFS non era ancora stata ancora raggiunta né nel braccio trattato con enzalutamide più leuprolide né nel braccio di controllo, mentre il tasso di MFS a 5 anni era risultato rispettivamente dell’87,3% contro 71,4%.

Trattamento sospeso se si otteneva una buona risposta biochimica
«Uno degli aspetti unici di EMBARK, è che i pazienti hanno ricevuto il trattamento a cui erano stati originariamente assegnati per 37 settimane e poi è stato misurato il PSA. Se il paziente aveva una buona risposta biochimica, definita come un valore di PSA inferiore a 0,2 ng/ml, il trattamento veniva interrotto e il paziente non assumeva la terapia finché il PSA non saliva sopra i 2 ng/ml, per coloro che erano stati sottoposti alla prostatectomia radicale, o sopra i 5 ng/ml, per i pazienti non sottoposti alla chirurgia. E, in questi casi, sono tornati al trattamento originariamente assegnato», ha spiegato Freedland.

La probabilità di poter sospendere il trattamento è risultata molto maggiore per i pazienti trattati con enzalutamide, ha riferito Freedland. Il trattamento, infatti, è stato sospeso rispettivamente nel 90% dei pazienti (321) assegnati a enzalutamide in monoterapia e nell’86% (304) di quelli assegnati a enzalutamide in combinazione, rispetto al 67% (240) di quelli trattati con leuprolide in monoterapia.

Valutato l’impatto della sospensione sulla QOL
L’obiettivo dell’analisi post-hoc presentata all’ASCO, ha spiegato l’autore, era valutare se l’interruzione del trattamento avesse un impatto sulla qualità della vita dei pazienti. I ricercatori hanno raccolto dati per questa analisi chiedendo loro di completare questionari sui risultati riportati dai pazienti (Patient Reported Outomes, PRO) al basale e ogni 12 settimane durante lo studio, fino alla progressione della malattia.

Per questa analisi, hanno effettuato le valutazioni partendo dalla settimana 37, subito prima della sospensione del trattamento, considerato come tempo 0, e quindi hanno osservato le variazioni della QOL nel tempo. I pazienti che successivamente riprendevano il trattamento sono stati esclusi dall’analisi. «Abbiamo esaminato solo i pazienti che hanno continuato la sospensione del trattamento», ha detto Freedland. Molti pazienti hanno ripreso il trattamento dopo la settimana 109, che pertanto è stata considerata come punto finale per l’analisi. In questo modo, i ricercatori hanno raccolto dati per circa 2 anni di sospensione del trattamento.

Nessun peggioramento del dolore e della qualità di vita
I risultati del Brief Pain Inventory Short Form (BPI-SF), che misura il dolore in un intervallo da 0 a 10 (punteggio più alto = dolore peggiore), non hanno mostrato cambiamenti significativi in nessun braccio di trattamento. I dati per l’item 3 del BPI-SF (peggior dolore nelle ultime 24 ore) hanno mostrato punteggi pari a -3,3 nel braccio trattato con enzalutamide in monoterapia, -2,9 in quello trattato con enzalutamide in combinazione e -2,9 nel braccio di controllo.

Inoltre, non sono stati riscontrati cambiamenti significativi nella QOL misurata mediante il questionario FACT-P (Functional Assessment of Cancer Therapy-Prostate), il cui punteggio va da 0 a 156, dove un punteggio più alto indica una condizione migliore. Le variazioni dei punteggi totali del FACT-P durante l’intervallo di tempo dell’analisi sono state pari a 22,3 per il braccio trattato con enzalutamide in monoterapia, 21,3 per il braccio trattato con enzalutamide in combinazione e 19,5 per il braccio di controllo. Nel modulo relativo al benessere fisico del FACT-P (intervallo 0-28; punteggio più alto = migliore), le variazioni del punteggio sono state pari rispettivamente pari a 3,5, 3,3 e 3.

Analizzando i risultati nell’intero periodo dell’analisi, anche i punteggi del questionario QLQ-PR25 (European Organization for Research and Tx of Cancer QoL Questionnaire-Prostate 25) non hanno mostrato differenze significative nella QOL per quanto riguarda l’attività sessuale e i sintomi urinari.
I punteggi del QLQ-PR25 relativi ai sintomi correlati al trattamento ormonale sono migliorati rapidamente in tutti i bracci subito dopo la sospensione del trattamento; tuttavia, questi sintomi sono peggiorati dopo la settimana 97 e alla fine sono tornati ai livelli della settimana 37, circa.

Impatto minimo sulla qualità di vita complessiva
«Da un lato, questo può sembrare sorprendente: i pazienti stavano assumendo un trattamento con effetti collaterali noti e lo hanno sospeso, quindi, ci si aspetterebbe che la qualità della vita migliori un po’. Ma se consideriamo i dati sulla qualità della vita della pubblicazione dello studio in ottobre sul New England Journal of Medicine Evidence, si è visto effettivamente che l’avvio di questi trattamenti non aveva avuto un impatto negativo sulla qualità della vita», ha detto Freedland. «Perciò, di fronte a un trattamento che non ha un impatto negativo sulla qualità della vita, quando lo si interrompe non si vedrà migliorare la qualità della vita, perché non era peggiorata con la terapia, ed è esattamente ciò che abbiamo visto: la qualità della vita viene mantenuta… il che dimostra che queste terapie hanno davvero un impatto relativamente minimo sulla qualità della vita», ha rimarcato Freedland.
Tra i limiti dello studio, l’autore ha ricordato il fatto che dopo la sospensione i pazienti non sono stati randomizzzati e che la dimensione campionaria si è ridotta nel tempo.

Bibliografia
S.J. Freedland, et al. EMBARK post hoc analysis of impact of treatment suspension (TxS) on health-related quality of life (HRQoL). J Clin Oncol. 2024;42(suppl 16; abstr 5005). doi:10.1200/JCO.2024.42.16_suppl.5005. leggi