Ischia: resta in carcere il compagno di Marta Maria Ohryzko, morta di stenti sull’isola


Ischia, Marta Maria Ohryzko era caduta in un dirupo ma non riusciva a muoversi: ha chiesto aiuto al compagno con messaggi e telefonate, lui non le ha mai risposto

marta maria

È morta di stenti, dopo una lentissima agonia, Marta Maria Ohryzko, la donna 33enne di origini ucraine il cui cadavere è stato scoperto domenica a Barano d’Ischia, in località Vatoliere, ai piedi di un dirupo di circa 2 metri. Le indagini, delegate dalla procura di Napoli ai carabinieri, hanno fatto emergere un contesto di violenze e vessazioni subite sistematicamente da Marta Maria e mai denunciati. Gli abusi e i maltrattamenti nei confronti della donna, che non era mai riuscita ad affrancarsi da un compagno violento, andavano avanti da almeno due anni. Per questi episodi risulta oggi indagato Ilia Batrakov, quarantenne di origini russe, compagno della vittima, raggiunto da un decreto di fermo emesso dal Pubblico ministero Alfredo Gagliardi e convalidato questo pomeriggio dal gip. L’uomo sarà trasferito in carcere.

IL COMPAGNO L’AVEVA VISTA NEL DIRUPO MA LASCIATA LÌ

È stato proprio Batrakov, conosciuto come Emiliano, a scoprire il corpo di Marta domenica mattina, avvisando le forze dell’ordine. L’uomo non ha trovato il cadavere per caso. Secondo quanto riferito in sede di interrogatorio, sapeva esattamente dove fosse la sua compagna. L’aveva vista in quel dirupo già la sera prima, quando Marta era ancora viva. Ma non l’ha soccorsa, dicendole che avrebbe dovuto passare la notte lì. Emiliano ha riferito di essere poi andato a dormire, nella roulotte dove viveva con Marta, e il mattino seguente, appena sveglio, dopo aver comprato le sigarette, di essersi recato in via Terone, proprio dove giaceva il corpo della compagna. Subito si è accorto che Marta era morta. Ha chiamato la sorella della vittima, poi i carabinieri.

I MESSAGGI DISPERATI

Batrakov avrebbe volontariamente ignorato le richieste di aiuto di Marta. La circostanza, confermata dall’indagato, emerge anche da una serie di chiamate e messaggi Whatsapp inviati dalla vittima subito dopo la caduta nel dirupo. Telefonate rimaste senza risposta. Messaggi completamente ignorati da Batrakov. Marta, nel pomeriggio di sabato 13 luglio, scriveva al suo compagno: “Sono sdraiata vicino alle pietre”, “Sono caduta“, “Perdonami”, “Aiutami per favore”. Senza ricevere risposta. L’indagato avrebbe poi cancellato tutti i messaggi. Agli inquirenti che gli hanno chiesto come mai abbia ignorato i messaggi e le richieste di aiuto, l’uomo ha detto che voleva che la loro relazione finisse e che era arrabbiato con la donna.

I MALTRATTAMENTI DEGLI ULTIMI DUE ANNI

Stando alle indagini della procura partenopea, Marta subiva abusi e maltrattamenti da due anni. Nel 2022 sarebbe stata aggredita e minacciata di morte dal compagno, in più occasioni picchiata e colpita in diverse parti del corpo, spinta verso un fuoco acceso e obbligata a ignorare i suoi familiari, perché ucraini, compresa la sorella di Marta, cacciata via dalla roulotte di Batrakov e bloccata quando voleva accompagnare la vittima nel centro di salute mentale dove la 33enne era in cura. Una persona con problemi psichiatrici e che la sorella definisce molto fragile. Ci sono svariati referti di pronto soccorso che documentano le violenze. Solo che poi, davanti ai Carabinieri, Marta Maria aveva ogni volta scelto il silenzio e cambiato versione, per non portare avanti le denunce verso il compagno.

LE AGGRAVANTI CONTESTATE AL COMPAGNO

È indagato per maltrattamenti nei confronti della compagna, con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di persona con problematicità psichiatriche e con crudeltà, Ilia Batrakov, il 40enne di origini russe compagno di Marta Maria Ohryzko, la donna 33enne il cui cadavere è stato scoperto domenica scorsa in un dirupo a Barano d’Ischia. Le indagini, condotte dalla IV Sezione Tutela delle fasce deboli della popolazione, sono partite subito dopo l’individuazione del corpo di Marta e hanno portato il Pm Alfredo Gagliardi a emettere un decreto di fermo, eseguito il 15 luglio scorso dai carabinieri della compagnia di Ischia. Il fermo, a seguito di interrogatorio al gip del tribunale di Napoli, è stato convalidato oggi con l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.
Il 40enne, ora rinchiuso nella casa circondariale di Poggioreale, a Napoli, dovrà rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia, aggravato dall’evento morte.
Infatti, come conferma una nota della procura, già da sabato 13 luglio, Batrakov avrebbe “deliberatamente” omesso di soccorrere la donna “nonostante – si legge in una nota – avesse ricevuto più telefonate e messaggi disperati di aiuto dal momento che la giovane vittima era caduta in un dirupo adiacente ai luoghi dove convivevano” e, anzi, si era recato di notte nel luogo in cui la donna era caduta e “volutamente, pur avendola vista ancora in vita, non le prestava soccorso, lasciandola morire da sola in una lenta agonia”.
Le indagini hanno consentito di accertare che il 40enne maltrattava la donna con cui conviveva in una roulotte a Barano d’Ischia “ripetutamente, aggredendola con pugni e schiaffi e minacciandola anche di morte e mediante l’utilizzo di armi quali un coltello”, arrivando a provocarle bruciature in varie parti del corpo, con comportamenti “molesti e ossessivi”, non permettendole di curarsi nel centro di igiene mentale nel quale era in cura, “cagionandole lesioni in più circostanze”, come documentato dai referti medici acquisiti.