La tecnologia LoRa aiuta nelle operazioni di ricerca di travolti in valanga


lora

Negli ultimi anni, i cambiamento climatici hanno avuto un impatto significativo sulle condizioni meteorologiche ed in particolare sulle precipitazioni a carattere nevoso. I repentini cambiamenti meteo, combinati con altri fattori, hanno portato a un aumento dell’instabilità del manto nevoso in alcuni periodi dell’anno e a fronte di precipitazioni nevose intense. Questo fenomeno è ulteriormente aggravato dall’inesperienza di molti visitatori che si avventurano in ambienti innevati senza la necessaria preparazione.

Diventa quindi cruciale l’adozione di tecnologie di ricerca e soccorso (Search and Rescue Operations). Tra queste, l’ARTVA (Apparecchio di Ricerca dei Travolti in Valanga) è ormai un dispositivo essenziale per molti appassionati di sport invernali e per i professionisti del soccorso. Tuttavia, gli apparecchi ARTVA non risolvono completamente il problema di localizzare il travolto, poiché la loro efficacia può essere limitata da vari fattori ambientali e tecnici, come la limitata portata di ricezione o le attenuazioni del segnale dovute alle condizioni del manto nevoso.

Per affrontare queste sfide, il laboratorio Wireless Network Lab dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione “A. Faedo” del Cnr (Cnr-Isti) di Pisa, insieme al Pervasive Electromagnetics Laboratory dell’Università di Roma Tor Vergata, coordinato da G. Marrocco, e con il supporto tecnico di ARPAV (Unità Organizzativa Neve, Valanghe e Stabilità dei Versanti – Centro Valanghe di Arabba), hanno avviato una sperimentazione per valutare le potenzialità della tecnologia LoRa (Long Range) nelle operazioni di ricerca di travolti in valanga.

L’obiettivo è di combinare tecnologie wireless complementari per accelerare il processo di localizzazione delle persone travolte da valanghe. La sperimentazione prevede campagne di raccolta dati che considerano due aspetti cruciali: la tipologia del manto nevoso e la profondità di seppellimento. I dati saranno annotati con un profilo stratigrafico della neve, per caratterizzare in modo standard la tipologia di neve presente al momento della raccolta.

Durante queste attività, i ricercatori e tecnologi Michele Girolami, Fabio Mavilia e Giulio Maria Bianco hanno avviato la raccolta dati nell’area delle Dolomiti Bellunesi. I dati raccolti saranno analizzati per caratterizzare sia la propagazione del segnale LoRa in determinate condizioni, sia la possibilità di stimare il punto di seppellimento tramite algoritmi di localizzazione.

La seconda fase della sperimentazione prevede l’impiego di droni per l’acquisizione dei dati. A questo scopo, il Servizio “Remote” dell’Area Territoriale del Cnr di Pisa (Cnr-Remote), coordinato da Andrea Berton, permetterà di realizzare un sistema stand-alone per arricchire i dati raccolti con acquisizioni in volo statico e dinamico a bassa quota.