Carenza di ferro: cause e sintomi principali


carenza di ferro

Il ferro è un minerale essenziale per il corretto funzionamento del nostro organismo. Introdotto tramite l’alimentazione o integratori alimentari, concorre alla formazione dell’emoglobina e della mioglobina, proteine che si occupano rispettivamente di trasportare l’ossigeno in tutto il corpo e di legarlo alle cellule muscolari.

Per non incorrere in carenze, è necessario soddisfare il fabbisogno giornaliero dell’organismo, il quale varia in base al sesso, all’età e a diverse condizioni. Ad esempio, il fabbisogno giornaliero per un uomo adulto è pari a 10 mg, mentre per una donna sale a 18 mg, in particolare in età fertile, e arriva, durante la gravidanza, a 27 mg.

La carenza di ferro non deve essere sottovalutata, in quanto, soprattutto se elevata e protratta nel tempo, può avere gravi conseguenze, e deve essere indagata il prima possibile con l’aiuto del proprio medico di fiducia. Quest’ultimo provvederà, attraverso terapie mirate, a riportare i livelli nella norma. Per fare questo, oltre a intervenire sulla causa scatenante, potrà prescrivere l’assunzione di supplementi alimentari, come ad esempio l’integratore di ferro IBSA, e una dieta specifica.

In questo articolo andremo a scoprire quali sono le principali cause della carenza di ferro e a quali sintomi è necessario prestare attenzione.

Carenza di ferro: le cause principali

Un’alimentazione equilibrata e varia è in grado, in genere, di evitare carenze di ferro. Nonostante questo, può capitare che, per le più svariate ragioni, il livello di ferro presente nell’organismo sia più basso del dovuto. In particolare, il problema può essere causato da:

  • aumento del fabbisogno giornaliero non compensato attraverso la dieta: in questa situazione possono trovarsi, ad esempio, le donne durante la gravidanza e l’allattamento;
  • patologie o particolari condizioni che alterano la capacità dell’organismo di assorbire il ferro: tra le malattie responsabili rientrano la celiachia e il morbo di Crohn, mentre per quanto riguarda le condizioni che possono ridurre l’assorbimento del minerale è possibile ricordare l’abuso di lassativi e l’eccessivo consumo di alcolici;
  • perdita di sangue o emorragie: la perdita di sangue, non solo causata da traumi o ferite, ma anche quella fisiologica provocata dal ciclo mestruale, può causare un forte abbassamento dei livelli di ferro nell’organismo.

Naturalmente, responsabile della carenza di questo minerale può anche essere una dieta squilibrata o comunque povera di ferro.

I sintomi principali

Il ridotto apporto di ferro è responsabile dell’anemia sideropenica, la quale si manifesta, oltre che con il classico pallore della pelle e delle mucose, con numerosi altri sintomi. Tra questi rientrano:

  • mal di testa;
  • stanchezza cronica, sia fisica sia mentale;
  • debolezza e affaticamento;
  • mal di testa;
  • respiro corto e affannoso;
  • estremità fredde;
  • formicolii agli arti.

Anche una maggiore fragilità di unghie e capelli può essere causata dalla carenza di ferro.

In presenza di questi sintomi, soprattutto laddove si seguano diete dimagranti drastiche o si sia scelta un’alimentazione di tipo vegetariano o vegano, si abbiano perdite mestruali abbondanti, si soffra di particolari condizioni patologiche, è importante consultare prontamente il proprio medico curante, il quale, dopo esami specifici, potrà prescrivere l’assunzione di integratori di ferro, modifiche all’alimentazione o allo stile di vita, terapie mirate.