Nel trattamento dell’esofagite eosinofila, etrasimod alle dosi di 1 e 2 mg una volta al giorno è stato ben tollerato e ha mostrati miglioramenti sostenuti per 52 settimane
Nel trattamento dell’esofagite eosinofila, etrasimod alle dosi di 1 e 2 mg una volta al giorno è stato ben tollerato e ha mostrati miglioramenti sostenuti per 52 settimane sia dei sintomi che delle caratteristiche istologiche ed endoscopiche della malattia, come rilevato da uno studio di fase II presentato al congresso Digestive Disease Week (DDW) 2024.
L’esofagite eosinofila è una malattia infiammatoria cronica dell’esofago che interessa soprattutto i bambini e i giovani adulti di sesso maschile, ma può colpire pazienti di tutte le età e di ambo i sessi. È una patologia difficile da diagnosticare, motivo per il quale spesso i pazienti ricevono una diagnosi tardiva, anche molti anni dopo la comparsa dei primi sintomi. Purtroppo l’infiammazione non trattata in modo adeguato può portare nel corso del tempo allo sviluppo di tessuto fibrotico cicatriziale a livello dell’esofago, causando restringimenti che impediscono di alimentarsi e che necessitano di interventi invasivi endoscopici.
I pazienti adulti con esofagite eosinofila possono avvertire disagio al momento del passaggio del cibo nell’esofago e nei casi più gravi possono verificarsi episodi di blocco degli alimenti. La diagnosi avviene spesso in ritardo, dato che i pazienti tendono a ignorare i sintomi iniziali e imparano a convivere con questa condizione mettendo in atto dei meccanismi di compensazione, come l’assunzione di cibi più morbidi, una masticazione prolungata o bere molto durante i pasti.
«Etrasimod è un modulatore selettivo orale del recettore della sfingosina 1-fosfato (S1P) da somministrare una volta al giorno per il trattamento della colite ulcerosa attiva da moderata a severa ed è in fase di sviluppo per il trattamento di altre malattie infiammatorie immunomediate» ha affermato il relatore Evan Dellon, professore e direttore del centro per le malattie esofagee e la deglutizione presso la University of North Carolina School of Medicine. «Il farmaco regola e riduce il traffico dei linfociti verso la mucosa infiammata e i siti di manifestazione primaria della malattia ed è una potenziale nuova opzione di trattamento per l’esofagite eosinofila».
Valutazione di etrasimod in pazienti con esofagite eosinofila attiva
Nello studio VOYAGE di fase II, randomizzato, in doppio cieco, i ricercatori hanno coinvolto 108 pazienti adulti con esofagite eosinofila (EoE) attiva in una periodo di trattamento controllato con placebo delle durata di 24 settimane, al termine delle quali 85 pazienti sono entrati in un periodo di estensione di 28 settimane e hanno continuato la terapia con etrasimod 1 mg (n = 31) o 2 mg (n = 30) oppure sono passati dal placebo al trattamento attivo.
L’endpoint primario era la variazione percentuale rispetto al basale del picco della conta degli eosinofili esofagei alla settimana 16. Gli esiti secondari includevano la percentuale di pazienti che raggiungeva conte di picco degli eosinofili inferiori a 15 e non più di 6 eosinofili/campo ad alta potenza (eos/HPF), la variazione rispetto al basale dell’EoE-Histology Scoring System (EoE-HSS), dell’EoE-Endoscopic Reference Score (EREFS), del Patient Global Impression of Severity (PGIS) e del Dysphagia Symptom Questionnaire (DSQ) alle settimane 16, 24 e 52, oltre i dati sulla sicurezza nel corso delle 52 settimane complessive.
Miglioramenti istologici ed endoscopici sostenuti
Il trattamento con etrasimod alla dose di 2 mg ha comportato una diminuzione del 46,1% rispetto al basale del picco della conta degli eosinofili alla settimana 16 (p=0,0103), un beneficio che è stato mantenuto alle settimane 24 (-113,7%) e 52.
Un miglioramento statisticamente significativo è stato riportato anche alle settimane 16, 24 e 52 nella percentuale di pazienti che ha raggiunto il picco della conta degli eosinofili (< 15 eos/HPF: rispettivamente 22%, 31,7% e 34,6%; 6 eos/hpf: 12,2%, 24,4% e 23,1%), l‘EREFS (2,4%, 2,4% e 1,9%) ed l’EoE-HSS (0,2 per tutti) tra coloro che hanno ricevuto etrasimod 2 mg per l’intera durata dello studio.
Alla settimana 24, si sono verificate riduzioni statisticamente significative del PGIS nella popolazione complessiva, così come dei punteggi DSQ tra i pazienti senza una storia di dilatazione al basale (p<0,05 per entrambi). Nei soggetti in trattamento attivo questi miglioramenti sono stati mantenuti fino alla settimana 52.
«I risultati del periodo di estensione, anche se non controllati con placebo, sono i primi a mostrare gli effetti a lungo termine di etrasimod nell’esofagite eosinofila» ha commentato Dellon. «Il trattamento è stato ben tollerato, con un profilo di sicurezza coerente con quello osservato negli studi sulla colite ulcerosa. I risultati supportano ulteriori ricerche sul farmaco nel trattamento della malattia».
Referenze
Dellon ES, et al. Efficacy and safety of the selective sphingosine 1-phosphate receptor modulator, etrasimod, in adult patients with eosinophilic esophagitis over 52 weeks in the phase 2 VOYAGE study. Presented at: Digestive Disease Week; May 18-21, 2024; Washington (hybrid).