Artrite psoriasica e farmaci biologici, nuovi dati dal registro CorEvitas


Artrite psoriasica: i nuovi dati del registro CorEvitas evidenziano quando lo switch da TNFi a farmaci biologici differenti sembra necessario

L'età, il genere di appartenenza e la durata di malattia sarebbero in grado di predire la probabilità che un farmaco anti-TNF migliori l'artrite psoriasica

Nel corso del congresso EULAR sono stati i presentati i risultati di uno studio di real life provenienti dal registro Usa CorEvitas, che si è proposto di valutare l’impatto dell’artrite psoriasica (PsA) non controllata nonostante il trattamento con farmaci anti-TNF (TNFi).

I risultati di questa analisi hanno dimostrato che, nonostante l’inizio e il mantenimento della terapia con TNFi, quasi 7 pazienti su 10 non raggiungono la minima attività di malattia (MDA) a 6 mesi e che quasi il 90% di questi pazienti non raggiunge la MDA a 12 mesi. Ciò suggerisce che è molto improbabile che i pazienti con PsA che non rispondono al trattamento con TNFi a 6 mesi rispondano nel lungo termine se mantenuti in terapia con TNFi.

Lo studio ha dimostrato anche che i pazienti che non hanno mai raggiunto la MDA hanno riportato un carico di malattia più elevato a 6 e 12 mesi, caratterizzato da outcome clinici e da outcome riferiti dal paziente (PRO) peggiori, evidenziando l’importanza di raggiungere un controllo ottimale della malattia.

Razionale e obiettivi dello studio
Tra i farmaci biologici disponibili, i TNFi rappresentano un caposaldo essenziale del trattamento di tutti i domini sintomatologici della PsA. Ciò premesso, nonostante il ricorso a questi farmaci abbia migliorato in modo sostanziale la gestione della PsA da quando sono stati approvati, molti pazienti con PsA non sono ancora in grado di raggiungere un controllo ottimale della malattia.

“In questo studio presentato All’EULAR – spiega ai nostri microfoni la dr.ssa Celletti (Reumatologa presso l’UOC di Cinica Medica – Servizio di Reumatologia – presso Ospedale SS. Annunziata, Chieti) – i ricercatori si sono focalizzati sull’efficacia dei TNFi nel medio-lungo periodo, valutando un parametro  – la MDA – che  è fondamentale per il reumatologo, anche se non facilmente raggiungibile da tutti i pazienti, verso cui è però necessario puntare per portare i pazienti verso la remissione clinica”.

“Portare il paziente in MDA – aggiunge – significa arrestare la progressione di malattia che, naturalmente, coinvolge tutti gli aspetti, non solo quello articolare del dolore, ma anche la qualità di vita del paziente e poi la futura disabilità che andiamo a bloccare perseguendo questo target”.

Per questo, l’obiettivo di questo studio presentato al congresso è stato quello di valutare l’impatto della PsA nei pazienti che hanno iniziato e mantenuto un trattamento con un TNFi inibitore ma non hanno raggiunto un controllo ottimale della malattia – misurato attraverso la minima attività di malattia (MDA) – dopo 2 visite di follow-up consecutive nell’arco di 12 mesi, rispetto ai pazienti che hanno raggiunto con successo il controllo di questa condizione clinica.

Disegno dello studio
Questo studio osservazionale di coorte ha incluso pazienti con PsA arruolati nel CorEvitas PsA/Spondyloarthritis (SpA) Registry, un registro Usa di pazienti affetti da una delle due condizioni cliniche citate, che avevano iniziato – da aprile 2013 ad agosto 2022 – e mantenuto nel tempo un trattamento con lo stesso TNFi di qualsiasi linea di terapia.

I pazienti eleggibili non erano in attività minima di malattia (MDA) al basale ed erano stati sottoposti a visite di follow-up al basale, a 6 (± 3) mesi e a 12 (± 3) mesi.
Questi pazienti sono stati, successivamente, stratificati in 4 sottogruppi in base al raggiungimento o meno dello stato di MDA nel corso delle visite di follow-up a 6 e a 12 mesi (tab.1).
In questo modo, i ricercatori hanno valutato:
– Le caratteristiche dei pazienti al basale in base allo stato MDA
– Raggiungimento degli outcome clinici e dei PRO

Risultati principali
Lo studio ha incluso 338 pazienti con PsA che avevano iniziato un trattamento con TNFi. Di questi, 117 (35%) avevano raggiunto la MDA a 6 mesi, mentre 221 (65%) non ha raggiunto questo obiettivo a 6 mesi.

Caratteristiche dei pazienti al basale in base allo stato MDA
Dei 117 che hanno raggiunto la MDA a 6 mesi, 89 (76%) hanno mantenuto la MDA a 12 mesi. Invece, dei 221 pazienti che non hanno raggiunto la MDA a 6 mesi, 189 (86%) non hanno raggiunto la MDA a 12 mesi.

La percentuale di pazienti di sesso femminile era più elevata nel sottogruppo che non ha mai raggiunto la MDA rispetto al sottogruppo che ha raggiunto la MDA sostenuta.

Dallo studio è emerso anche che la durata della PsA e la sintomatologia espressa dai PRO erano maggiori nel sottogruppo che non ha mai raggiunto la MDA rispetto al sottogruppo che ha raggiunto la MDA sostenuta al basale.

L’attività della malattia variava tra i gruppi in base allo status MDA al basale; inoltre, almeno il 50% dei pazienti in tutti i sottogruppi di stato MDA era naïve al trattamento con TNFi al basale.

Raggiungimento degli outcome clinici e dei PRO
I pazienti che non hanno mai raggiunto la MDA hanno sperimentato una maggiore attività di malattia rispetto ai pazienti con MDA sostenuta sia a 6 che a 12 mesi. Percentuali minori di pazienti che non hanno mai raggiunto la MDA hanno riportato miglioramenti nei PRO superiori alla differenza minima clinicamente rilevante (MCID) rispetto ai pazienti con MDA sostenuta sia a 6 che a 12 mesi.

Da ultimo i ricercatori hanno osservato che pazienti con MDA sostenuta presentavano una probabilità 2-3 volte maggiore di raggiungere misure di attività di malattia e MCID nei PRO rispetto a quelli che non hanno mai raggiunto la MDA a 12 mesi.

Take home message
Nel commentare i risultati dello studio ai nostri microfoni, la dr.ssa Celletti ha evidenziato come la fotografia della real life che emerge dai dati del registro CorEvitas, relativa ai pazienti con PsA in trattamento iniziale con TNFi, non sia molto confortante, dato che 7 pazienti su 10 non raggiungono la MDA a 6 mesi e che, se prolunghiamo la terapia con questi farmaci, il 90% di questi pazienti non raggiungono e non raggiungeranno questo stato.

Ecco perché, dunque, i risultati di questo studio suggeriscono che mantenere immutata questa strategia terapeutica potrebbe non essere la scelta giusta per tutti i pazienti con PsA e che la mancata risposta ai TNFi a 6 mesi dovrebbe essere il discrimine per puntare sul trattamento con altri farmaci (biologici e sintetici a target) con un differente meccanismo d’azione.

Bibliografia
Ogdie A et al. Real-world burden of uncontrolled disease despite treatment with tumor necrosis factor inhibitors among axial spondyloarthritis patients in the CorEvitas Psoriatic Arthritis/Spondyloarthritis registry. Abs. AB0869, EULAR 2024, Vienna