Comorbidità, una delle problematiche che riguardano i pazienti con psoriasi


Le comorbidità rappresentano una delle problematiche che riguardano i pazienti affetti da psoriasi e che dermatologi devono tenere in considerazione quotidianamente

artrite psoriasica deucravacitinib

Come evidenziato da una relazione tenutasi al congresso 2024 della SIDeMaST, le comorbidità rappresentano una delle problematiche che riguardano i pazienti affetti da psoriasi e che dermatologi devono tenere in considerazione quotidianamente, perché molto spesso guidano la scelta terapeutica.

Il concetto di psoriasi come malattia infiammatoria ha valorizzato molto la sua considerazione di condizione non esclusivamente cutanea ma con un coinvolgimento multisistemico. Il carico infiammatorio progressivo infatti induce e favorisce la comparsa di comorbidità, prevalentemente cardiovascolari e psichiatriche

Comorbidità cardiovascolari della psoriasi
Riguardo alle comorbidità cardiovascolari anche i cardiologi si sono accorti dell’importanza della psoriasi, tanto che tra gli alert presenti nelle linee guida europee del 2021 l’hanno inserita come una patologia da attenzionare, considerata la correlazione molto stretta tra patologie cardiovascolari, infiammazione che riguarda la malattia psoriasica e durata di malattia, ha spiegato il dr. Paolo Dapavo, Specialista in Dermatologia e Venereologia presso la Clinica Dermatologica della Città della Salute di Torino.

La durata di malattia è una delle problematiche che il cardiologo si pone quotidianamente perché ancora oggi vede pazienti con una storia di malattia estremamente lunga ed è provato che già di per sé i pazienti con psoriasi hanno una maggior incidenza e una maggiore prevalenza di fattori di rischio cardiovascolari o di eventi cardiovascolari acuti. La durata di malattia, quindi l’esposizione cumulativa al fattore infiammatorio, può indurre non solo un aumento dell’aterosclerosi ma anche essere un fattore prognostico sfavorevole per i pazienti.

«Da qui si sviluppa il concetto di un intervento precoce, tuttavia molte volte questo approccio non è strettamente legato alla nostra scelta terapeutica ma dipende da obblighi imposti dalle regioni e dal sistema sanitario nell’ottica di una politica di risparmio» ha affermato Dapavo. «Intervenire precocemente è infatti estremamente importante per cercare di bloccare la progressione di malattia e di ridurre il più possibile la comparsa di comorbidità, avendo anche l’ambizione di modificare la stessa malattia psoriasica».

L’inibizione della IL-17 può essere di beneficio alla placca coronarica 
Riguardo al comportamento sugli indici infiammatori del paziente affetto da patologie cardiovascolari o sulle caratteristiche della placca che contraddistinguono i pazienti con psoriasi, uno studio osservazionale del 2019 ha evidenziato un miglioramento significativo sia con il trattamento con un anti-IL-17 che con un anti-IL-23, ma solo un inibitore della IL-17 ha dimostrato un effetto positivo sul colesterolo HDL.

«Inoltre si è visto che la terapia con anti-IL-17 determina una riduzione del carico di placca non calcificata del 12%, un valore significativamente superiore rispetto al 5% ottenuto con un anti-TNF e a solo il 2% con un anti-IL-12/23» ha aggiunto il relatore. «Possiamo quindi dire che, per la gestione della placca coronarica, un farmaco anti-IL-17 consente di ottenere dei risultati più lusinghieri rispetto al trattamento con altre classi di farmaci biologici oppure con la terapia tradizionale».

Secukinumab è stato studiato anche sulla funzione endoteliale. A livello dell’endotelio viene prodotto ossido nitrico, che ha una funzione stabilizzante sulla pressione arteriosa, ha un’azione vasodilatatoria e svolge un effetto antiinfiammatorio molto significativo, quindi una sua diminuzione è un fattore negativo per i pazienti con psoriasi.

Lo studio CARIMA del 2018 (Evaluation of Cardiovascular Risk Markers in Psoriasis Patients Treated with Secukinumab), che ha valutato l’effetto del trattamento a 12 a 52 settimane con secukinumab ai dosaggi di 150 e 300 mg sulla funzione endoteliale in pazienti psoriasici, ha mostrato che il farmaco non ha nessun impatto negativo sui biomarcatori cardiovascolari, non induce alcun effetto pro-aterogeno sulla parete vascolare e che entrambe le dosi alla 52a settimana migliorano la funzionalità endoteliale in misura significativa.

Comorbidità psichiatriche della psoriasi
La gestione del paziente affetto da psoriasi deve tenere conto dell’impatto psicologico della malattia e del concetto di tempo libero dalla malattia, che permette al paziente di condurre una vita normale. Le conseguenze psicologiche della condizione cutanea influiscono inoltre sulla vita familiare e sociale, e nei soggetti con malattia moderata/severa è importante assumere un controllo precoce della malattia per prevenire l’effetto cumulativo sulla vita dei pazienti, che impatterebbe negativamente sulla sfera psichica e fisica.

Un’analisi post hoc dello studio SUPREME ha evidenziato come secukinumab abbia portato a una riduzione marcata del punteggio PASI in tutti i pazienti, indipendentemente dal loro stato basale di ansia o depressione. Attraverso la valutazione a 14 item per determinare il grado più o meno severo di ansia o di depressione, è emerso come per i pazienti con un grado di ansia moderato/severo, cioè maggiore di 11, con secukinumab il miglioramento a 16 settimane era pari al 66,7%, che aumentava al 70,6% alla 48a settimana. Lo stesso riguardo alla depressione.

«Quindi un intervento precoce, specifico, efficace e mirato va a modificare anche questo aspetto del nostro paziente. Questo concetto di attenzione nei riguardi della componente psicologica è scritto chiaramente anche nelle nostre guida, per cui si cerca di utilizzare delle strategie che ci permettano all’atto della visita di considerare anche questo aspetto» ha concluso il relatore.

Referenze

Dapavo P. Psoriasi e comorbidità: l’importanza di guardare “oltre”.

Elnabawi YA et al. Coronary artery plaque characteristics and treatment with biologic therapy in severe psoriasis: results from a prospective observational study. Cardiovasc Res. 2019 Mar 15;115(4):721-728.

von Stebut E et al. Impact of Secukinumab on Endothelial Dysfunction and Other Cardiovascular Disease Parameters in Psoriasis Patients over 52 Weeks. J Invest Dermatol. 2019 May;139(5):1054-1062. 

Talamonti M et al. Secukinumab Improves Patient Perception of Anxiety and Depression in Patients with Moderate to Severe Psoriasis: A Post hoc Analysis of the SUPREME Study. Acta Derm Venereol. 2021 Mar 31;101(3):adv00422.