Ingrid Ovedie Volden in libreria con “Una canzone stonata”


Ingrid Ovedie Volden attinge agli stereotipi sull’amore e, da straordinaria alchimista, li mescola, dando vita a uno dei romanzi più belli, più forti, più ironici, più veri di sempre

Ingrid Ovedie Volden

Da quando Aline e Oliver frequentano la stessa scuola, nella stessa classe, non si sono mai scambiati una parola. Lui è alle prese con la separazione dei suoi, lei vuole tornare nella città dove abitava prima. Un giorno il padre di Oliver ha un infarto e finisce nel reparto di cardiologia dell’ospedale: forse il suo cuore si è spezzato per il mal d’amore. Mentre Oliver è da suo padre, ecco che arriva Aline. Deve fare una ricerca sul cuore umano ed è venuta a documentarsi. Quello che la quotidianità e la consuetudine non hanno generato, nasce in un luogo di cura. In un’esplosione di sentimenti e di emozioni mai provati prima, Aline e Oliver si innamorano. Ma Oliver sa che il loro amore dovrà restare segreto, al sicuro dalle chiacchiere e le stupide risate dei suoi compagni di scuola. Non è facile proteggere un segreto, i malintesi sono dietro la porta e ci vuole un attimo per perdersi. E poi cosa accadrà quando il papà di Oliver tornerà a casa? Sarà guarito? Ma i cuori spezzati si aggiustano? Esiste una medicina, una colla antica come il mondo. Si chiama musica, non appiccica, è magica e restaura. E porta felicità. Basta volerlo.

«Come dev’essere soffrire così tanto per amore da pensare di voler diventare ciechi se non si potrà mai più vedere la persona di cui si è innamorati? Penso in continuazione al testo della canzone che ha letto Sara. If I can’t see you again, I might as well go blind. Mi vengono i brividi. Mi siedo sul letto e cerco su Google ‘male d’amore’. È metaforico dire che il cuore si spezza. Non si spezza per davvero. A volte però, in casi molto rari, il mal d’amore può davvero provocare dei mutamenti nel cuore. Leggo di una coppia di coniugi, il marito muore all’improvviso in un incidente d’auto; subito dopo, la moglie comincia ad avvertire dei dolori al petto.

Dopo visite ed esami, si scopre che soffre di quella che chiamano Sindrome del cuore infranto. Assomiglia all’infarto, spiega l’articolo, ma in questo caso i sintomi non sono dovuti a un’arteria ostruita. “Può capitare che lo stress emotivo causato dalla perdita di una persona cara sia così forte che il cuore cambia forma”, dice

Richard Olsen dell’American Heart Association, “il muscolo cardiaco si indebolisce e, nel peggiore di casi, può smettere di battere.” Continuo a leggere senza battere le palpebre. “Si giunge a questa diagnosi solo dopo attenti esami”, dice la cardiologa e responsabile dell’Unità operativa di cardiologia dell’Ospedale universitario, Heidi Hals. L’antilope! Scorro l’articolo verso il basso e trovo una sua foto. Ha gli stessi occhi severi, ma non gli occhiali. “Ed è importante fornire a questi pazienti l’aiuto di cui hanno bisogno

Ingrid Ovedie Volden, nata nel 1981, ha conseguito una laurea in scienze politiche ed è editorialista e critico musicale. Ha scritto due romanzi per ragazze e ragazzi, acclamati dal pubblico e dalla critica. Il suo romanzo Una canzone stonata è stato tradotto in cinque lingue.

Lucia Barni traduce dal norvegese, dall’inglese, dallo svedese e dal danese. Per Beisler ha tradotto Lena, Trille e il mare di Maria Parr, Ora di nanna di Kjersti Skomsvold e Ascoltami! di Gulraiz Sharif.