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Melanoma uveale non resecabile o metastatico: nuovi dati su tabentafusp

Malattie di tipo eosinofilico

Immunocore ha presentato tre poster relativi all’impiego di tebentafusp per il trattamento di pazienti con melanoma uveale non resecabile o metastatico

La biotech Immunocore ha presentato al congresso annuale dell’American Society for Clinical Oncology (ASCO) tre poster relativi all’impiego di tebentafusp per il trattamento di pazienti con melanoma uveale non resecabile o metastatico (mUM). I dati delio studio IMCgp100-102 evidenziano che il beneficio del trattamento con tebentafusp nei pazienti con malattia stabile e qualsiasi riduzione della massa tumorale accertata è stato simile a quello dei pazienti con risposta parziale.

«Nei trial su tebentafusp di fase 2 e fase 3, i pazienti con malattia stabile e riduzione duratura del tumore, indipendentemente dalla profondità della risposta, hanno avuto un beneficio simile a quello dei pazienti che hanno ottenuto una risposta parziale secondo i criteri RECIST», ha affermato Mohammed Dar, Senior Vice President, Clinical Development, and Chief Medical Officer di Immunocore.

«I dati presentati al congresso ASCO si aggiungono alle crescenti evidenze che confermano che il controllo della malattia è la migliore misura radiografica precoce del beneficio clinico riscontrabile attraverso la nostra piattaforma ImmTAC».

«Tebentafusp è ora lo standard di cura, nei Paesi in cui è stato lanciato, per i pazienti con melanoma uveale metastatico o non resecabile HLA-A*02:01-positivi», ha dichiarato Ralph Torbay, Chief Commercial Officer di Immunocore. «I clinici potranno ora fare riferimento a questi dati positivi, presentatati oggi ad ASCO, per dare informarzione sul trattamento a quei pazienti con malattia stabile e con una riduzione della massa tumorale».

Tebentafusp
Tebentafusp è una nuova proteina bispecifica composta da un recettore per le cellule solubile T fuso con un anti-CD3 con funzione immuno-effettrice.

Il farmaco ha come bersaglio specifico la proteina gp100, un antigene espresso nei melanociti e nel melanoma. Si tratta della prima molecola sviluppata utilizzando la piattaforma tecnologica Immunocore ImmTAC, progettata per reindirizzare e attivare le cellule T, in modo da permettere loro di riconoscere e uccidere le cellule tumorali.

Tebentafusp è stato approvato per il trattamento di pazienti adulti con melanoma uveale non resecabile o metastatico HLA-A*02:01-positivi negli Stati Uniti, nell’Unione Europea, in Canada, Australia e Regno Unito.

Lo studio di fase 2 IMCgp100-102
IMCgp100-102 (NCT02570308) è uno studio multicentrico di fase 1/2, in aperto, a singolo braccio, sulla sicurezza e l’efficacia del tebentafusp nei pazienti con mUM precedentemente trattati. La fase 2 dello studio ha incluso 127 pazienti con mUM HLA-A*02:01+ trattati con tebentafusp in seconda linea o in una linea successiva, alla dose raccomandata per la fase 2 di 68 mcg dopo l’escalation intra-paziente della dose, iniziando con 20 mcg (la settimana 1) e salendo a 30 mcg (settimana 2).

L’endpoint primario era il tasso di risposta obiettiva (ORR), valutato centralmente da revisori indipendenti in cieco, mentre gli endpoint secondari erano rappresentati dalla sopravvivenza globale (OS) e dalla sicurezza.

Dei 127 pazienti trattati con tebentafusp nella fase 2 dello studio, il 25% (32 su 127) ha ottenuto una riduzione della massa tumorale, che è stata confermata in almeno una scansione successiva, inclusi sei casi di risposta parziale, con un ORR del 5%, e una stabilizzazione della malattia nel 20% dei casi (26 su 127).

Gli esiti clinici nei 26 pazienti con malattia stabile sono risultati simili a quelli dei sei pazienti con risposta parziale, inclusa la durata della riduzione della massa tumorale o della risposta e la risposta molecolare del ctDNA.

Lo studio di fase 3 IMCgp100-202
IMCgp100-202 (NCT03070392) è uno studio pivotale randomizzato che ha valutato tebentafusp rispetto alla scelta dello sperimentatore (pembrolizumab, ipilimumab o dacarbazina) in pazienti adulti con mUM HLA-A*02:01-positivi, non trattati in precedenza.

Nella popolazione intent-to-treat, tebentafusp ha dimostrato un beneficio senza precedenti in OS con un Hazard Ratio (HR) pari a 0,51 (IC al 95% 0,37-0,71; P < 0,0001) rispetto alla terapia di confronto scelta dallo sperimentatore (pembrolizumab nell’82% dei casi, ipilimumab nel 13%, dacarbazina nel 6%).

Un’analisi dello studio presentata all’ASCO evidenzia che l’andamento del ctDNA predice gli esiti nei pazienti trattati con tebentafusp in prima linea.

Bibliografia
A. Ikeguchi, et al. Comparison of clinical outcomes of stable disease with confirmed tumor reduction and RECIST partial response for tebentafusp in metastatic uveal melanoma (mUM). J Clin Oncol 42, 2024 (suppl 16; abstr 9529); doi: 10.1200/JCO.2024.42.16_suppl.9529. leggi

R.J. Sullivan, et al. Use of baseline and serial ctDNA dynamics to predict outcomes in patients treated with first-line tebentafusp, including those who were and were not treated beyond progression. J Clin Oncol 42, 2024 (suppl 16; abstr 9536); doi: 10.1200/JCO.2024.42.16_suppl.9536. leggi

P.D. Nathan, et al. Association between clinical and disease characteristics and detectable or undetectable baseline ctDNA in patients with metastatic uveal melanoma. J Clin Oncol 42, 2024 (suppl 16; abstr 9537); doi: 10.1200/JCO.2024.42.16_suppl.9537. leggi

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